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A cielo abierto - Upon Open Sky Regista: Mariana Arriaga, Santiago Arriaga

A cielo abierto - Upon Open Sky

Regista: Mariana Arriaga, Santiago Arriaga

Cast: Julio Bracho, Manolo Cardona, Julio Cesar Cedillo, Federica Garcia, Theo Goldin,

Federica García González, Máximo Hollander, Sergio Mayer Mori, Cecilia Suárez

Provenienza: Spagna, Messico, Argentina

Anno 2023

Autore recensione: Roberto Matteucci

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Ya olvídalo.”

¿Tú lo vas a olvidar?”

Nunca.”

Il termine vendetta, e simili, secondo il sito della Bibbia del Vaticano (1) è ripetuta centoventisette volte. Eccetto qualche eccezione, tutte nel vecchio testamento.

È un utilizzo diffuso e importante. D'altronde, all'epoca, la giustizia non era delegata ad altri: polizia e giudici; ma realizzata direttamente con la legge del taglione.

C'è un elemento positivo. Il suo opposto ha una maggiore ripetitività. Centosessantuno parole con scritto perdono e simili. (2)

Levitico 19,18, la vendetta è rancore, l'amore è perdono:

Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso. Io sono il Signore.”

Non bisogna vendicarsi ma amare chiunque.

Ma la giustizia a chi spetta?

Deuteronomio 32,35-36 lo declina:

Mia sarà la vendetta e il castigo, quando vacillerà il loro piede! Sì, vicino è il giorno della loro rovina e il loro destino si affretta a venire.

Perché il Signore farà giustizia al suo popolo e dei suoi servi avrà compassione; quando vedrà che ogni forza è svanita e non è rimasto né schiavo, né libero.

Il castigo per mano di Dio è giustizia ed è Dio stesso a impartirla. Chi ha subito un torto deve unicamente attendere. C'è una differenza: la giustizia di Dio è perfetta e infallibile.

Ma in questo mondo imperfetto, in attesa di un giudizio divino, dobbiamo aspettare una legalità terrena, spessissimo inadeguata e discutibile.

Attualmente la giustizia è totalmente affidata a intermediari pubblici. Anzi, questi terzi sono invidiosi di interventi, consigli riguardanti il loro campo. Dovrebbero essere integerrimi, dovrebbero giudicare e commutare castighi in base alla imparzialità. Purtroppo per incapacità, per corruzione, per connivenza di classe, chi è delegato a eseguirla non adempie al suo ufficio. La domanda è d'uopo, se non esiste una giustizia secolare, la punizione deve ritornare nelle disponibilità della vittima?

Quante volte è necessario perdonare? È un numero infinito ovvero c'è un limite?

Quando san Pietro gli lo chiede, Gesù si esprime chiaramente:

Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: "Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?". (Mc 18, 21-22)

La risposta è decisa:

E Gesù gli rispose: "Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette.” (Mc 18, 21-22)

Vale a dire cinquecentotrentanove volte. Un termine non illimitato ma talmente esteso da essere una punizione terribile per la stessa vittima mentre il colpevole potrà godere per lungo tempo delle sue malefatte. Ma c'è un fine, forse lontano, ma c'è una scadenza. La tensione si trasforma in passione e martirio.

Questo sentimento cristiano della vendetta, vissuto come pena e sofferenza, lenta e minuziosa, si manifesta principalmente nella emotività della preparazione, nel assaporare l'attimo finale e nello stupore del giustiziato.

La vendetta e perdono appartengono a tre ragazzi messicani intenti a organizzare la loro rappresaglia nel film A cielo abierto - Upon Open Sky dei registi Mariana Arriaga e Santiago Arriaga presentato alla 80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

È il 1993. Deserto di Piedras Negras, nello stato di Coahuila in Messico, vicino al confine con il Texas.

Una macchina si ferma a una stazione di servizio. C'è un uomo e il figlio dodicenne, Salvador. Sta dormendo. È una strada interminabile, un tipico paesaggio di infiniti spazi americani. Stanno andando a caccia. Improvvisamente un camion sbanda, salta la corsia colpendo frontalmente l'autovettura. Il padre muore all'istante. Il figlio è ferito. L'autista fugge lasciandoli senza soccorsi.

Ellisse di due anni. Città del Messico.

La moglie dell'uomo morto si è risposata. Hanno un'esistenza florida, sono ricchi, con una bella casa nella quale risiedono entrambe le famiglie. La donna con i suoi due figli, il sopravvissuto Salvador e il fratello maggiore, Fernando. Inoltre ci sono il nuovo marito e sua figlia Paula, della stessa età di Fernando.

Fernando è ossessionato dalle macchine rotte. Da due anni è un assiduo frequentatore degli sfasciacarrozze per ispezionare le vetture distrutte in incidenti. Non è una ossessione fine a se stessa. In realtà è alla costante ricerca di indizi per scoprire il conducente dell'autocarro.

Ha un solo scopo: una faida spietata. Un giorno Fernando individua degli tracce sull'assassino e vuole andare a vendicarsi. Approfittando di una vacanza dei genitori fuori città, i due fratelli partono per rintracciarlo. Controvoglia e sotto ricatto sono costretti a farsi accompagnare dalla sorellastra, Paula, e il suo fidanzato Edoardo.

Paula è bellissima e sexy. Amoreggia con Edoardo in casa suscitando le gelosie sia del coetaneo Fernando, e innanzitutto di un Salvador, eccitatissimo e nervoso quantunque sia ancora un fanciullo.

Immediatamente Edoardo è scaricato e Paula invece di andarsene con lui, preferisce rimanere con i fratellastri.

I tre giovani trovano il camionista, lo sequestrano, lo portano in campagna e lo legano a un albero. Hanno un revolver e sono pronti alla vendetta. L'uomo deve morire come il loro padre. Ma nel tragitto qualcosa è mutato nel loro animo.

I temi sono la vendetta, il perdono, la morte, l'elaborazione del lutto, l'incesto, l'adolescenza, i rapporti fra fratelli e sorelle, il Messico, il deserto.

Il dolore per una scomparsa prematura richiede sempre un impegno elevato principalmente per degli teenager quando si sentono delle prede sacrificali. Il padre è deceduto mentre chi l'ha ucciso è vivo e libero. Questo genera a Fernando e Salvador una rabbia, una inquietudine animalesca.

Mariana Arriaga descrive la loro sofferenza:

“ … storia esplora cosa farebbe qualcuno se uno dei genitori venisse ucciso in un incidente automobilistico, e approfondisce come le persone possano rimanere intrappolate nel loro dolore, sentendosi incapaci di andare avanti.” (3)

Possono degli adolescenti crescere se sono intrappolati nella angoscia per la morte di un genitore e soprattutto quando il senso di giustizia è inesistente. Un aiuto potrebbe venire dai loro ormoni adolescenziali. È un argomento scottante, da trattare con cura, l'amore e il desiderio sessuale fra fratellastri. Salvador è un bambino mentre Fernando è nel pieno delle sue forze e con un erotismo vigoroso. Quando inizia l'amore con Paula, l'interpretazione della loro vita cambia e cambia pure lo scopo del loro viaggio. La rivincita sparisce e subentra la misericordia. Il perdono si costruisce con l'amore “ma amerai il tuo prossimo come te stesso”. In questo c'è il concetto di remissione.

Gli autori sono abili a esplorare un'ambientazione particolare, qualcosa di crudo, una metafora della vita, racconta il co regista Santiago Arriaga:

... era condividere il nostro amore per questo luogo e per il nostro stile cinematografico con tutti: il deserto, la luce dura, le ombre… tutto doveva riflettere la crudezza della vita reale. Anche se il deserto potrebbe sembrare un luogo in cui non succede mai nulla, in realtà è un centro di attività. Abbiamo girato una parte significativa delle riprese a mano libera per trasmettere le emozioni dei tre personaggi principali. Volevamo avvicinarci a loro, creando un senso di immediatezza e asprezza nella narrazione.” (3)

Nel deserto non dovrebbe nascere nulla, dovrebbe essere un posto disabitato ma non è vero. Il deserto riflette la crudeltà della realtà. Cosa c'è di più duro dell'adolescenza?

Salvador aveva dodici anni al momento dell'incidente. Ora il suo corpo è segnato da una vistosa cicatrice ma la sua psiche sta molto peggio. Nonostante sia stato coinvolto personalmente e nonostante abbia rischiato la vita, non ha elaborato il dolore e non ha nessuna collera. Appare malinconico, indolente, abulico, imbronciato. Quando il fratello gli propone il raid vendicativo è apatico e diffidente. Acconsente esclusivamente per le insistenze di Fernando. La sua debolezza, la sua fragilità, la sua tristezza gli servono per nascondere il suo recondito segreto: l'attrazione voluttuosa per la sorellastra. Gli autori lo riprendono quando scruta la sensualità di Paula.

Fernando è l'angelo vendicatore. Non solo per due anni ha setacciato i rottamatori ma di nascosto si è procurato addirittura una pistola. La sua volontà di uccidere il camionista era irrefrenabile. La sua intimità è tormentata, probabilmente c'è perfino un intenso senso di colpa per non essere stato anche lui presente. È fedele con la famiglia. Altresì è forte e coraggioso. Perciò l'ira, l'alterazione dello stato passionale creano una inflessibilità nei confronti dell'uccisore. È orgoglioso del ruolo di capo guida della spedizione. È lui a evolversi più di tutti. Come Salvador ha una attrattiva lasciva per Paula. È geloso del suo stupido ragazzo. Durante il viaggio, Fernando e Paula, litigano, si scontrano ma fra essi scoppia, non solo una concupiscenza carnale, ma anche una relazione sentimentale.

In casa Paula non palesava un interesse per Fernando, perché aveva un ragazzo. È sicuramente più colta, più affidabile, più matura di loro. Ha un cenno di ribellione, infatti rifiuta l'invito del boyfriend di tornare con lui. Vuole fare qualcosa di diverso o semplicemente vuole provocare i due fratelli? Essa aveva scoperto i loro sguardi lussuriosi.

Le tre individualità, nel corso del viaggio, sono diventate una sola persona, una sola personalità determinata e caparbia. Tutti insieme simboleggiano il giudizio divino. E il giudizio divino lo dichiarano a un omicida piangente e sporco di urina. Gli puntano la rivoltella. L'uomo inizia a supplicarli a piagnucolare, a giustificarsi.

Come armati da Dio i tre ragazzi pronunciano la sentenza: lo perdonano!

I registi raccontano di un Messico profondo, di un deserto fatto di motel squallidi e strade senza fine, intervallato solamente da stazioni di servizio altrettanto squallide.

Mariana Arriaga e Santiago Arriaga sono i figli del filmmaker Guillermo Arriaga. La sceneggiatura è stata scritta dal padre negli anni novanta e recuperata dopo tantissimo tempo:

La sceneggiatura è stata scritta da vostro padre negli anni ‘90. Ci potete raccontare la storia dietro questa sceneggiatura e perché avete deciso di prendere in mano questo progetto?

SA_ In quel periodo, nostro padre è stato personalmente colpito da un incidente automobilistico, e questo tema è diventato un motivo ricorrente nel suo lavoro. Potete vedere questo motivo in molti dei film che ha scritto, come Amores Perros e 21 Grammi: gli incidenti automobilistici servono da catalizzatori che mettono in moto le storie. È interessante notare che Upon Open Sky è effettivamente la prima sceneggiatura che ha scritto, precedendo Amores Perros.” (3)

Il Messico dell'ambientazione era popolare nella famiglia Arriega, in quanto luogo di villeggiatura.

L'adattamento ha un motivo personale ma contemporaneamente è la metafora del passaggio dalla giovinezza alla maturità. Come la scena di investimento delle capre e del cane. Anch'essi si trasformano in sterminatori di animali e devono affrontare le reazioni del proprietario del gregge.

È un film lineare, ben diretto, con esatti ritratti adolescenziali, con un conflitto classico, un on-the-road tradizionale. Partono quando erano tre persone separate benché vivessero nella medesima casa, ritornano come una famiglia. E il perdono non è solo un volere trascendente ma anche catartico.

Il ritmo prosegue con cadenze volute, con uno schema regolare per questo genere. Ciò consente una osservazione emozionante e uno stato di aspettativa protratto.

  1. https://www.vatican.va/archive/ITA0001/_FAN.HTM

  2. https://www.vatican.va/archive/ITA0001/_FAH.HTM

  3. https://venezianews.it/daily-2023/intervista-mariana-santiago-arriaga-upon-open-sky/

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