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Brimstone Regista: Martin Koolhoven

Brimstone

Anno: 2016

Regista: Martin Koolhoven

Provenienza: Olanda, Francia, Germania, Belgio, Svezia, UK

Autore: Roberto Matteucci

73. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia

“Era una guerriera, all’epoca doveva esserlo per sopravvivere.”

Non era indispensabile ma alla fine è ben accetto il western olandese Brimstone presentato alla 73. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia del regista Martin Koolhoven.

La scelta sembra un gesto d’amor verso il genere. La novità è il tocco olandese, molto particolare come ci spiega lo stesso autore:

“Amo gli spaghetti western, e apprezzo il fatto che pur trattando un soggetto molto americano, sono molto italiani, in termini di contenuti e realizzazione. Ho perciò sentito il bisogno di fare qualcosa di olandese seguendo il loro esempio; è così che sono arrivato a questa storia tutta calvinista e religiosa, tipicamente olandese.” [i]

Il tema religioso copre la storia di una cupa violenza, senza questa giustificazione la volontà di vendetta non esisterebbe. Il reverendo è l’attore Guy Pearce, il quale offre un personaggio vendicativo, sopra le righe, spietato, crudele, capace di punizioni esemplari, giustificandosi sempre con una frase della Bibbia: “Io sono come Dio.”

Altro elemento differente è il tema totalmente al femminile:

“Tutta la nostra concezione del mito western è un'idea prettamente maschilista. Ci sono molto pochi western con donne protagoniste, ma raccontano comunque una storia molto maschilista - una donna fuorilegge, ecc.” [ii]

Elimina gli uomini dalla storia, destinandogli soltanto delle morti eroiche. Liz è una ragazza, vive con la madre e il padre, un reverendo.

Tutto il peggio è concentrato sul suo personaggio, il comportamento con la moglie è ripugnante ma non si ferma alla donna. Le sue mire arrivano su Liz, un’adolescente alla quale stanno nascendo le giuste forme fisiche. La storia poi continua con filoni e ambientazioni diverse, fino ad arrivare sulla montagna coperta di neve.

Liz ne esce solo grazie alla sua abilità. S’innamora di un fuorilegge, scappa, si trova a lavorare in un postribolo, diventa muta, prende il nome di un’altra ragazza, e ne sposa il suo fidanzato. Diventa abile levatrice, moglie affettuosa e madre sensibile ma è costretta sempre a combattere. Lotta da solo perché intorno ha tanta incredulità.

Anche la struttura del film è particolare:

“È successo naturalmente. Ho iniziato a scrivere il film in modo lineare, ma poi continuavano a venirmi in mente dei flashback, e non riuscivo a farlo funzionare. Sentivo di aver bisogno di trovare una struttura che migliorasse la storia emotivamente. Ad un certo punto, ho capito che dovevo incorporare questi flashback nella storia, perché in realtà ne fanno parte. Credo che questo sia il modo più emozionante di raccontare la storia. Non ho iniziato dicendo, "Voglio realizzare una struttura strana;" è venuta dal materiale.” [iii]

È diviso in quattro parti: Apocalisse, Genesi, Esodo, Castigo.

La struttura è anche un flash back che procede al contrario. Una struttura C B A.

Unita e spiegata dai capitoli, è commentata dalla voce fuori campo. Quest’arzigogolato andamento rende lo svolgimento un po’ pesante, capzioso. Si comprende la confusione, come ammette lo stesso regista, doveva essere una storia lineare, ma poi si aggiungono lunghissimi flashback, importanti, fondamentali, per comprendere Liz. È un’ammissione di colpa per la sceneggiatura.

Bella la scena dell’impiccagione avuta nel cesso all’aperto, intensa e anche divertente. Uno dei tanti uomini di Liz sta combattendo per la sua salvezza, essa osserva, distante ma felice. Per il povero uomo non ci sarà speranza. È pericoloso aiutare Liz, la fine è certa.

È vero, nel western classico le donne sono secondarie rispetto all’amicizia virile degli uomini, però le donne non sono assassinate per creare un mondo di solo gli uomini.

C’è un tono ironico che alleggerisce il realismo forte. La divertente la vita nel bordello, con una vitalità sado maso ovvero orge che mai avremmo visto in un western di John Ford.

Poi ci sono gli incontri virtuali. Già all’epoca – anche senza internet – gli uomini trovavano moglie grazie ad agenzie matrimoniali e scambi di foto.

Film forte violento, particolareggiato, ma soprattutto la guerra dei buoni non ha un nemico classico: come gli indiani, o i banditi. In Brimstone, Liz combatte contro la religione, contro il fondamentalismo.

[i] http://cineuropa.org/it.aspx?t=interview&l=it&did=314965

[ii] http://cineuropa.org/it.aspx?t=interview&l=it&did=314965

[iii] http://cineuropa.org/it.aspx?t=interview&l=it&did=314965