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Milestone - Meel patthar Regista: Ivan Ayr

Milestone - Meel patthar

Regista: Ivan Ayr

Cast: Lakshvir Saran, Suvinder Vicky

Provenienza: India

Anno 2020

Autore recensione: Roberto Matteucci

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I ladri in uniforme.”

Il camionista è un lavoro impegnativo in ogni parte del mondo: strade pericolose, automezzi non sempre sicuri, polizia molto aggressiva, interminabili ore di viaggio per consegnare tempestivamente, tanta solitudine, casa ridotta a un abitacolo, alimentazione insalubre, penose malattie professionali.

In India, la mobilità stradale è un settore importante, però i problemi sono amplificati.

Le ragioni sono tante.

L’occupazione è elevata:

After Agriculture the Sector which has generated maximum employment in India is the Transport Sector.” (1)

Rappresenta il 14% del PIL dell’India:

On top of that, approximately 14% of our GDP is being contributed to steadily by transportation and logistics in the country.” (2)

Otto milioni e mezzo di autocarri, con circa nove milioni di autisti sono in circolazione sulle catastrofiche carreggiate indiane, un numero stratosferico:

In totality, an approximate 8.5 million trucks of all shapes and sizes ply on the winding roads and highways of India. Thus, the statistics would well point towards the presence of at least 9 million truck drivers.” (3)

Enormi rischi, pericoli, per un guadagno infame. Il reddito è tra diecimila e quindicimila rupie indiane, corrispondenti approssimativamente a duecento euro mensili:

As per reports, an average truck driver in India earns somewhere between Rs. 10,000-15,000 in a month. This number in reality aligns perfectly with India’s long standing history of underpaying truck drivers.” (4)

La fonte di questo esercito di autotrasportatori sono i poveri delle zone rurali con inadeguata istruzione, perfino in molti casi assente:

The sweet nectar of employment opportunities made it easy for the rural populace to ignore the concept of education completely. ... The harsh working conditions, added on to an unfair payment configuration, ensured that education held no merit in this field for a long time. Many truck drivers in the country have barely finished primary school. Since the employment opportunities are quick, people who do get into this industry and become truck drivers decide to skip school entirely to start earning as soon as possible. A large portion of truck drivers in India come from families that are in dire straits.” (5)

L’umile provenienza degli autotrasportatori è una dei causa della loro scadente considerazione. Sono mortificati dalle autorità, dagli agenti, dagli ufficiali dei posti di controllo, li fermano per carpire una mancia:

It is not unknown that truck drivers appear at the bottom of the chain when it comes to respect. This fragment of the Indian transportation sector has historically been privy to an astounding lack of approbation and dignity. It is a fact that truck drivers do not get deserved respect from civic authorities like police personnel and check-post officials during the transit of freight." (6)

Una delle nefaste conseguenze è la cattiva salute. I camionisti dormono poco, mangiano peggio, stanno seduti per ore. Il risultato sono dolori di stomaco, acuti mal di schiena e una stanchezza cronica. Inoltre, sono soggetti a crisi di depressione, problemi mentali e di stress. Queste infermità aggravano la già pessima reputazione dei camionisti. Esiste un'altra preoccupazione sanitaria. La lontananza, la distanza da casa spinge i camionisti a unirsi con prostitute senza protezione:

Since drivers are forced to stay on the roads for days or weeks, away from their families, it invariably takes a toll on their health. Lack of proper sleep and food compels them to make do with unmodulated pit stops and makeshift eateries.

truck drivers suffer immensely from physical stresses such as back pains (21%), joint pains (14%) and neck problems (12%). On top of that, such pressures relegates them to mental health problems, from depression to anxiety to insomnia.

Another long standing problem in the life of truck drivers is poor sexual health practices. One-third of the truck drivers in India indulge in unprotected intercourse with multiple CSWs.” (7)

Questi fattori generano una spropositata quantità d'incidenti automobilisti: quattrocento cinquantamila all’anno, di cui nel 30% sono coinvolti trasportatori:

In the wake of a country that reports over 4.5 lakh road accidents each year, 30% of which involve commercial vehicles, absence of such benefits is indeed alarming.” (8)

Una dei motivi è la scarsa preparazione degli autisti. Solo il 62,5% degli autisti ha sostenuto l'esame di guida, e 9 su 10 hanno svolto un insegnamento prima del test:

Just 62.5% of drivers said they took a driving test before receiving their licences. 9 out of 10 respondents confessed they did not undergo any formal training before getting a driving licence.” (9)

Un camionista guida per circa 12 ore percorrendo all’incirca 400 chilometri al giorno.

Innumerevole avversità, complessità, disagi fisici e psicologici, insidie mortali rendono la vita del camionista indiano infernale.

Racconta la molteplicità umana e sociale del lavoro del camionista, il bravissimo regista indiano Ivan Ayr nel film Milestone - Meel patthar presentato alla 77° Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia.

A Venezia nel 2018 aveva proposto il film Soni. In Soni, Ivan Ayr, aveva esposto l'umanità, la fatica, le contraddizioni della poliziotta nella città di Dehli.

Il camionista Ghalib ha raggiunto i cinquecentomila chilometri passati nelle scombussolate strade. È un guidatore esperto, ha il record nella compagnia per la quale lavora. Conosce tutti i segreti del mestiere. È abile nell'affrontare le difficoltà, asseconda nel modo giusto alle varie richieste della polizia. È una persona affidabile, risponde positivamente ai desideri dei proprietari. Ma comincia a essere vecchio e con tanti dolori. Improvvisamente, la direzione gli affianca Pash, un giovane aspirante camionista. Potrebbe questo ragazzo inesperto essere il suo successore? Il suo lavoro è a rischio?

Questo dubbio atroce si accompagna al suo dramma personale. La moglie di Ghalib si è uccisa e i suoi parenti lo accusano di essere il responsabile, pretendendo un risarcimento. Il paese della moglie è nello stato del Sikkim, al nord dell'India al confine con il Nepal e il Bhutan. Il consiglio municipale gli concede trenta giorni per trovare una soluzione equa.

Come in Soni, le tematiche di Ivan Ayr sono profonde. Incrocia l'aspetto umano con quello civile. La vita intima difficile, penosa si scontra con quella sociale altrettanto compromessa.

Quale dei due aspetti provoca l'amarezze più grande? La domanda fondamentale è un’altra: come si riesce a sopravvivere, scontrandosi ogni momento con le delusioni di una esistenza grama?

Dopo la poliziotta, perché il regista ha scelto l’attività del camionista?

Ivan Ayr lo svela:

An inherent contradiction - mobile but stuck within the confines of their own truck. Covering physical distances does not necessarily mean that one is getting anywhere, as the protagonist eventually realizes.” (10)

Perciò, il lavoro del camionista rappresenta l'allegoria di un sistema economico sull'orlo del disfacimento. Non a caso percorre chilometri, visita località sconosciute, ma in realtà la sua vita è in un paio di metri quadri nel camion. Questa ristrettezza corporale conferma la inadeguatezza dello sviluppo del benessere. Infatti, il settore dei trasporti via terra è fra fautori principali del progresso, consente alle tonnellate di merce di spostarsi velocemente senza una adeguata ricompensa per i lavoratori.

La sua sorte potrebbe essere più disgraziata. Dopo aver contribuito a creare una ricchezza impari, l'indefesso Ghalib rischia di essere scartato senza pietà perché invecchiato. Il proliferare di salari esigui dipende dalla forte concorrenza fra dei miserabili. Affiancare Pash al veterano Ghalib è lo strumento di imprenditori spietati attenti unicamente ai bilanci.

Subentra un altro tema: il conflitto generazionale fra Ghalib e Pash. La loro relazione è un'allegoria sia economica, sia umana: “ogni passo una caduta come tutti i novellini”, è il giudizio caustico dell'anziano Ghalib.

Così riferisce l'autore:

The rich and poor; young and the old; haves and have-nots are some some things we see in the characters.” (11)

Il regista esamina questi temi universali in uno spazio politico ed economico specifico, quello dell'India. Gli argomenti abbandonano la prospettiva globale per specchiarsi nelle incoerenze indiane:   

"I'm interested in telling stories about human existence in contemporary India.” (12) 

Altri concetti si intravedono. Le complicazioni della categoria dei camionisti - la presenza del sindacato, del licenziamento degli anziani - sono differenti tasselli della storia.

Il lavoro influisce nel privato. Le dure condizioni lavorative sono una delle spiegazioni dei disastri delle loro famiglie. Il regista aggiunge gli argomenti della morte, del suicidio, del dolore, del tradimento e innanzitutto del rimorso.

La medesima struttura e linguaggio sono state usate in Soni. Il legame fra il lavoro del poliziotto e del camionista è la corruzione, male endemico dell’India. Ghalib ci convive con le regalie nei controlli mentre Soni, nel commissariato, ha degli ostacoli nella sua incorruttibile percezione di giustizia. Sia Soni, sia Ghalib hanno uno background personale catastrofico. Lei lasciata dal marito e lui con la moglie suicida ma entrambi aggrappati alla loro professione. Il lavoro nobilita anche se mal pagato, anche se maltrattati da capi ringhiosi. Altro triste atteggiamento in comune è la depressa emarginazione.

Dei difetti elencati di un camionista, Ghalib, per i tanti anni passati, li ha accumulati tutti. Salario insufficiente, massacrato dalle fitte alla schiena, ininterrottamente in viaggio per giorni, frequentatore di donne casuali. 

Ha l'afflizione di come la vita sia disperata a causa di Saddam Hussein. Il padre si era trasferito in Kuwait e Ghalib ci era nato. L'invasione del 1990 lo costrinse a ritornare in India.

Forse questa è l’origine della sua diffidenza, della sua discrezione. Ha una incertezza karmatica, non è causale l'ambientazione nel Sikkim e la foto del Dalai Lama nel suo appartamento:

"It tells you where you are and how much further you have to go. There is a feeling of uncertainty, the protagonist is uncertain where he is going but he knows where he is.” (13)

La sua definizione della vita è: “Faccio questo mestiere perché è quello che sono.”

Ghalib si è inventato una dimensione umana, di modestia e di umiltà. Non ha scatti di superbia, d'ira, non ha ambizioni. Tanto meno è pigro e indolente. Questo carattere minimo, debole, ha un fondo autodistruttivo. Si disinteressa dei suoi avvenimenti. Non si ribella ai rimproveri della famiglia della moglie, ed è pronto ad accondiscendere alle loro richieste. Questa sensazione di autodistruzione e di disillusione lo incoraggia a lavorare all'infinito. Addirittura, offre una forte somma di denaro a Pash per rifiutare il lavoro e di andarsene.

Altresì il pentimento lo affligge. La moglie lo incolpava di infedeltà: “Quello che credeva era la verità” è la confessione diretta dell’uomo.

Pash è l'apprendista. È un ragazzo ingenuo ma curioso, logorroico. Arriva sicuramente dalla campagna come tutti i conducenti, indubbiamente di nucleo famigliare misero. Crede di avere una prospettiva ma anch’esso sarà uno sfruttato.

É sorpreso quando Ghalib gli rivela di essere nato in Kuwait: “I've never met a person from a foreign country”. E soprattutto ignora chi sia Saddam Hussein, provando il basso livello scolastico.

Ha delle buone qualità, lo dimostra nel finale, manifestando una purezza di carattere.

Il regista riprende varie sequenze all’interno della cabina di guida. La scelta gli permette di essere continuamente vicino agli interpreti, e di mostrarci l’intimo rapporto nella circoscritta superficie. Quando il territorio è limitato, gli animi si possono acutizzare:

Another visual technique I’ve frequently employed in the film is to follow the protagonist closely via single shots to experience the intimate relationship he has with the spaces he inhabits. The objective ultimately is to draw the viewers close enough to the protagonist so that we feel his deep-seated fears of life’s unexpected changes, and the natural, but futile, instinct to resist them.” (14)

Quando dentro il camion ci sono i protagonisti, la scena si esaspera. Pash è indiscreto ma non per malvagità, per una indole spontanea e innocente. Gahib è scontroso, silenzioso, gli risponde a monosillabi. Lo vede come il nemico, l’intruso venuto a rubargli il mestiere.

Ulteriore luogo ristretto è l’abitazione. L’appartamento di Ghalib assomiglia a quello di Soni. Scrostata, malandata, sporca, roba da mangiare andata a male, una densa polvere sul tavolo. La trascuratezza rispecchia la solitudine, è una casa non vissuta, è esclusivamente il rifugio per riposarsi e per correre immediatamente al lavoro. C’è una distinzione essenziale fra le due case. In quella di Soni ci sono delle divinità induiste mentre in quella di Ghalib è appeso il ritratto del Dalai Lama. Una differenza influente.

Il film è ambientato a Nuova Delhi:

 “It is the story of a Punjabi truck driver working in the New Delhi region, so the experiences is about a Punjabi in a metropolitan city." (15)

I dipendenti della ditta di trasporti sono in sciopero. Stacco nero. Ghalib in primo piano guida il camion. Le sequenze si susseguono con riprese al chiuso, e altre nelle campagne piene di nebbia e di strade scalcinate.

L’angoscia è delineata all’interno della casa. Mise-en-scène di una abitazione in disordine, con nessun calore umano. Campo medio Ghalib si muove stanco. Legge una lettera. Silenzio. “Come si può misurare il dolore.” Quello di Ghalib è nel senso di colpa, nel rimpianto.

Il microcosmo dell’autotreno è la rappresentazione di una comunità indiana in affanno. Il motivo sociale è evidente, quello etico è il vecchio licenziato perché non gli serve più. Ghalib cerca di aiutarlo. I padroni rispondono con un diniego, ha paura di essere pure lui sostituito. Parla con l’amico, seduti di fronte di profilo. Lo sfondo della casa, probabile metafora dell'India, non è a fuoco.

Il film è lineare, formale, logico. L’atmosfera proviene dalle riprese esterne: le ruote girano sempre più veloci, in primo piano con una musica ritmata. L’atmosfera è anche il gestire il focus, ci vuole tempo per una inquadratura chiaramente a fuoco.

Quando tutto sembra perso, smarrito per la scomparsa del ragazzo, Ghalib dorme sul pavimento. Si alza e la schiena è miracolosamente guarita. Questa guarigione è l’unico segno di speranza.

Non so più nemmeno dove abito” afferma Ghalib, in realtà lo sa bene dove abita: in un camion. Quella è la sua vita e il suo futuro. Almeno fino a quando il prossimo apprendista non apparirà all’orizzonte proseguendo la guerra fra i poveri e l'arricchimento dei proprietari.


Recensione del film Soni: https://popcinema.org/movie/soni-directed-by-ivan-ayr

  1. https://trucksuvidha.com/Truck-Drivers-In-India.aspx

  2. https://loconav.com/blog/freedom-for-truck-drivers-in-india-locodrive/

  3. https://loconav.com/blog/freedom-for-truck-drivers-in-india-locodrive/

  4. https://loconav.com/blog/freedom-for-truck-drivers-in-india-locodrive/

  5. https://loconav.com/blog/freedom-for-truck-drivers-in-india-locodrive/

  6. https://loconav.com/blog/freedom-for-truck-drivers-in-india-locodrive/

  7. https://loconav.com/blog/freedom-for-truck-drivers-in-india-locodrive/

  8. https://loconav.com/blog/freedom-for-truck-drivers-in-india-locodrive/

  9. https://timesofindia.indiatimes.com/india/what-a-life-on-the-road-is-like-for-truck-drivers/articleshow/74546714.cms

  10. https://www.labiennale.org/en/cinema/2020/orizzonti/meel-patthar-milestone

  11. https://www.zenger.news/2020/09/21/indie-filmmakers-ivan-ayrs-second-film-gets-good-response-at-venice/

  12. https://www.theweek.in/wire-updates/entertainment/2020/08/05/ent13-interview-ivan-ayr.html

  13. https://www.theweek.in/wire-updates/entertainment/2020/08/05/ent13-interview-ivan-ayr.html

  14. Director’s Statement from Film Press Book

  15. https://www.theweek.in/wire-updates/entertainment/2020/08/05/ent13-interview-ivan-ayr.html