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Tramonto - Napszállta - Sunset Regista: László Nemes

Tramonto - Napszállta - Sunset

Regista: László Nemes

Cast: Susanne Wuest, Urs Rechn, Vlad Ivanov, Evelin Dobos, Juli Jakab, Björn Freiberg, Judit Bárdos, Mónika Balsai, Levente Molnár, János Kulka, Marcin Czarnik, Sándor Zsótér, Áron Öze, Christian Harting, Julia Jakubowska, Tamás Varga, Dusán Vitanovics, Péter Fancsikai, Uwe Lauer

Anno: 2018

Provenienza: Ungheria, Francia

Autore recensione: Roberto Matteucci

“E' affogato nel Danubio.”

Alla vigilia della prima guerra mondiale l'Ungheria era parte – con alcune autonomie – dell'Impero austro ungarico.

In quel periodo la situazione economica del paese era migliorata notevolmente:

“La popolazione complessiva del paese passò da 15 a poco meno di 21 milioni d'abitanti nel 1910; la popolazione di Budapest da 270.000 (1869) a 880.000 (1910) ...” (1)

La produzione dei settori agricoli era aumentata notevolmente.

Si aggiunse anche uno sviluppo industriale:

“La rete ferroviaria raggiunse nel 1913 i 21.800 km d'estensione coprendo praticamente quasi tutto il paese … con un numero di passeggeri che in poco più di vent'anni (dal 1890 al 1913) era salito da 29 a 166 milioni e un volume di merci che era passato da 26 a 87 milioni di tonnellate.” (1)

Crebbero esponenzialmente gli sportelli bancari, operai, macchine industriali.

Il risultato fu un incremento economico rilevante: “Il reddito nazionale triplicò con una crescita annua del 2,5%. Queste cifre dimostrano l'indiscutibile progresso economico dello stato magiaro nel periodo dualistico.”(1)

Nonostante il prodotto interno lordo, in Ungheria qualcosa non andava.

Era il periodo dei nazionalismi e le spinte indipendentistiche erano forti. Crebbero le disparità economiche nella popolazione, o perlomeno non ci fu un aumento diffuso, provocando una cospicua immigrazione verso l'America.

Il risultato fu la prima guerra mondiale, una disfatta tremenda e la fine dell'Impero.

Quando fu firmato l'armistizio il 3 novembre 1918: “... la guerra, che aveva visto, l'Ungheria mobilitare quasi 4 milioni di uomini e contare 660.000 caduti, era finita.” (1)

Comprendere la storia dell'Ungheria prima della Grande Guerra è il punto di partenza del film Napszállta – Sunset - Tramonto del regista ungherese László Nemes presentato al 75° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

Siamo nel 1910. Una serie di foto d'epoca della capitale ungherese mostrano sia nostalgia, sia il momento cruciale vissuto: “Tramonto è un film che parla della civiltà giunta a un bivio.” (2)

Una donna con veletta è a Budapest, è bellissima. Entra in un atelier di cappelli di alta classe e costosi. Inizia a provarli con grande seduzione. Non è lì per comperarli, desidera essere assunta nel negozio dal nome Leiter.

Il nome della ragazza è Leiter: “ … sono la figlia.”

Èla figlia dei precedenti proprietari i quali, non sappiamo il perché, hanno abbandonato l'attività e la città.

Írisz Leiter è la protagonista unica e solitaria della storia:

“ … mi sono sentito attratto da una protagonista in parte circondata dal mistero e le cui azioni gli spettatori devono continuamente valutare e rivalutare, diventando persino, a un certo punto, una figura di dimensioni inaspettate, come una strana Giovanna d’Arco dell’Europa centrale.” (2)

Il seguito è un susseguirsi di avvenimenti, ricerche del fratello, misteri, personaggi enigmatici, eventi inspiegabili. Soprattutto c'è il ritorno di un passato pesante ma sconosciuto. Il regista non lo mostra, non lo racconta, non ne sappiamo nulla, salvo qualche particolare, il quale arriva a complicare ancora di più.

Budapest nasconde qualcosa, forse a causa di quei movimenti nazionalistici e politici della storia del momento? László Nemesnon ha interesse ad aiutarci a capire, anzi si pone il fine contrario: “lo spettatore viene invitato a partecipare a questo viaggio per trovare, accanto alla protagonista, una strada possibile in questo labirinto di facciate e di strati. Sin dal principio, ho immaginato questo film come uno strumento per immergere lo spettatore in un personale labirinto di ostacoli e di informazioni poco chiare ...” (2)

Le caratteristiche del linguaggio sono decisive.

Eleganti chiaroscuri accompagnano Leiter, una donna energica, testarda: “So badare a me stessa.”

Quando esce tutto si riempie di luce perché Leiter è il centro del film, la camera è sempre su essa:

“Di fatto, la cinepresa segue Irisz in tutti i suoi movimenti, come già faceva con il protagonista di Il figlio di Saul. Vi sono somiglianze tecniche tra i due film, in quanto entrambi rimangono con il personaggio principale tutto il tempo. Siamo in un labirinto e il mondo ci viene rivelato partendo dalla loro prospettiva. In Tramonto, ci si interroga sul fratello: chi è? Cosa è successo a questa famiglia? E chi sono io? È la domanda sull’"io" che mi interessa, così come il motivo per cui rimaniamo con lei durante tutto il film.” (3)

L'altro modo di analizzare la ragazza è attraverso la soggettiva dei mille sguardi, la osservano costantemente. Non vediamo le persone ma ne capiamo l'esistenza fondamentale e misteriosa: “László Nemes: Mi interessa molto l'esperienza soggettiva, le nostre esperienze soggettive possono essere molto interessanti, eppure è curioso notare quanto poco il cinema dia loro spazio. I film sono sempre più orientati verso la ricerca di una prospettiva oggettiva, e la cinepresa può essere ovunque. Ci stiamo allontanando dal punto di vista singolare.” (3)

Il seguito testo contiene spoiler per la trama di Tramonto - Napszállta - Sunset

C'è un legame profondo fra Budapest e la Leiter. Si scopre nei tanti inviti di andarsene, di abbandonare la capitale. È un segno dopo la precedente fuga con i genitori. La nuova unione fra Leiter e Budapest potrebbe capovolgere il destino. E questo avviene con il raccordo finale del film. Una rivolta, un palazzo assaltato, l'incendio e il raccordo del montaggio ci porta in una trincea della folle e nefasta prima guerra mondiale.

I linguaggi dell'autore hanno stile metafisico, surrealismo del soggetto, una contiguità inesistente e principalmente una logica imbarazzante. Il segreto e il mistero alleggiano nell' “ondata di caldo a Budapest” e la tanta confusione nella città. Allegoria di Budapest è la cappelleria. All'interno di essa accade un rito strano, inverosimile un culto atavico, una cerimonia sacrificale umana. Che succede alla ragazza prescelta? La risposta è nelle parole del regista: “Il film è molto frustrante da guardare, in alcuni momenti. È un film sulla frustrazione. Devo dichiararmi colpevole perché la frustrazione è parte del processo qui, specialmente in un mondo in cui non vuoi sentirti in quel modo e vuoi una gratificazione immediata. Sono totalmente contrario a questa tendenza.” (3)



(1) Adriano Papo, Gizella Nemeth Papo, Storia e cultura dell'Ungheria, Rubbettino Editore, 2000

(2) PressBook del film

(3) https://cineuropa.org/it/interview/359789/