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Un segreto di famiglia - La quietud - The Quietude Regista: Pablo Trapero

Un segreto di famiglia - La quietud - The Quietude

Regista: Pablo Trapero

Cast: Martina Gusman, Bérénice Bejo, Edgar Ramírez,Joaquín Furriel, Isidoro Tolcachir

Anno: 2018

Provenienza: Argentina

Autore recensione: Roberto Matteucci

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Hanno le rughe, gli cadono i capelli, ma stanno sempre bene.”

In Argentina, alla fine della seconda guerra mondiale nasce il fenomeno politico del peronismo. Prende il nome dal presidente Juan Domingo Perón. Il peronismo ebbe una concezione sincretistica e raccolse seguaci, idee fra varie ideologie.

La popolarità del peronismo fu altalenante e instabile.

Nel 1974 Isabel Peròn fu nominata presidente dell'Argentina, era la terza moglie di Juan Perón.

Con Isabel il paese soffrì di un duro conflitto fra le due anime del peronismo: la destra e la sinistra. Sindacalisti, intellettuali e politici progressisti subirono una forte repressione.

Il problema più grave fu la situazione economica tremenda:

... non furono tuttavia in grado di controllare il rapido deterioramento dell'economia argentina. L'inflazione nel febbraio 1976 salì al 566% gettando il paese nel baratro.” (1)

Il delirio sociale ed economico si concluse con l'arresto di Isabel, nel 1976. L'ordine arrivò dall'esercito guidato dal generale Rafael Videla.

La giunta applico sistematicamente una:

“... repressione di tutti i presunti oppositori del nuovo regime, applicando il metodo terroristico della tortura e dell'eliminazione fisica degli avversari tramite rapimenti perpetrati dalla polizia segreta. Il fenomeno dei "desaparecidos" montò esponenzialmente durante il regime. Non si hanno dati certi sulle sparizioni ma si stima una forbice dalle 9.000 alle 30.000 vittime. Il nucleo organizzativo dei rapimenti fu l'ESMA, la scuola di applicazione dell'esercito di Buenos Aires, che fu anche uno dei più tristemente noti centri di detenzione degli oppositori.“ (1)

Culturalmente in Argentina l'elaborazione della tirannia militare non è finita, nonostante cadde nel 1983. Similmente a quanto accaduto in Cile, gli artisti argentini non riescono a liberarsi da quel tragico momento, limitando la loro abilità intellettuale.

Il regista argentino Pablo Trapero presentò nel 2015 alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia il film El clan.

È ritornato nel 2018 alla Mostra con Un segreto di famiglia - La quietud.

La quietud inizia in una macchina guidata da una signora. Ascolta la canzone francese Le rempart di Vanessa Paradis. Una musica non causale, c'è un legame simbolico con la storia: la traduzione di rempart dal francese è fortezza, o bastione.

Un sole caloroso illumina la scena, l'autovettura costeggia parallela a un fiume. Si ferma, una donna bellissima scende, primo piano e poi soggettiva da dietro. Si vede la stupefacente fazenda nella quale sono ambientate le vicende. Siamo di fronte a una affascinante dimora chiamata La quietud.

È immersa nel verde, davanti ha un lussureggiante e curatissimo giardino. La villa è su un piano, lunga, con due strutture simmetriche, dipinta di color naturale. Le pareti sono piene di ampie vetrate.

La donna si chiama Mia, nella fazenda abitano i genitori. La sorella Eugenia vive invece a Parigi, da anni non torna a casa.

Il padre è un anziano avvocato. Ha un attacco di cuore nel corso di un colloquio con degli investigatori. È trasferito in rianimazione.

La disavventura paterna spinge Eugenia a tornare subito in Argentina.

Le sorelle e i rispettivi mariti/fidanzati formeranno un ferale nucleo familiare. Essi innescheranno una bomba piena d'infamia, esibendo la pochezza del gruppo.

Tanto è stupendo il maniero, tanto è perfido e disgustoso il nucleo familiare.

Le due immagini: la villa e famiglia sono utilizzate come messaggio umano e sociale. Perché La quietud non è un oggetto estraneo ma addirittura la causa di questa tragedia calunniosa.

I temi sono due.

Il primo è quello personale e introspettivo, come deve essere la dimensione domestica costruita su un dramma.

Il secondo è elemento politico e impone una visione sociale della narrazione.

La metafora è evidente, la famiglia è la società argentina della dittatura militare:

I nostri personaggi fingono che il passato non esista, ma una storia apparentemente intima diviene la storia dolorosa di un intero paese." (2)

L'autore utilizza gli stessi contenuti de El clan, con alcune differenze sostanziali.

Trapero lo racconta:

"Il Clan era un film patriarcale, stavolta ho ribaltato il punto di vista, il film è dominato da un matriarcato. Come per Il Clan, anche la famiglia di La quietud è piena di segreti e misteri da nascondere e anche in questo caso il film è pieno di violenza, anche se stavolta è silenziosa. Sono due film complementari". (2)

Nel El clan, Arquímedes Puccio è il patriarca di una famiglia dedita ai sequestri e attività illecite, fino alla violenza estrema. Detta le regole e i ruoli, dal quale nessuno può fuggire anzitutto le donne, le quali sono emarginate.

La quietud ha un personaggio simile, matriarcale ovviamente: Esmeralda. Essa è una vecchia signora elegante. È ripresa in primo piano mentre fuma con stile una sigaretta con un bocchino.

La anziana madre guida con tono autoritario e materno le due figlie. Stabilisce gli argomenti di conversazione e narra di un passato ingombrante come un macigno capace di schiacciare l'autorità morale dei parenti.

“Muere hijo de puta” ed Esmeralda stacca la spina con rabbia e rancore al marito in rianimazione mentre una armonia melodrammatica la accompagna quando esce dalla stanza.

La sequenza più significativa ha una intonazione esagerata ma è risolutiva nella caratterizzazione dei personaggi.

È la descrizione in maniera erotica dell'incontro, dopo molti anni, fra Mia ed Eugenia. Le due ragazze sono a letto e giocano. Forse non giocano. Si scambiano abbracci, baci, carezze, masturbazioni; si slanciano in libidinosi ed eccitanti movimenti. L'incesto non è sottinteso - e forse non è la prima volta - è reale, parte integrante di tutte le miserie della famiglia.

Inoltre le due ragazze, singolarmente, hanno altri spiacevoli intrecci sessuali.

I grovigli umani sconvolgono eccessivamente la storia. Le pesantezze del soggetto non aiutano lo sviluppare la trama anche perché c'è un segreto da scoprire.

La linearità è frammentata da uno strano incidente, dalla esagerazione delle trame amorose, da un funerale eccessivo. Mia si presenta ubriaca con un bicchiere di whisky in mano, arrabbiata con tutto e con tutti. Durante il funerale le sorelle incontrano i loro uomini; è l'acme della torbida e falsa esistenza. Non c'è un limite in questa fase: la famiglia matriarcale mostra i maschi come degli idioti.

L'infamante segreto è la storia di una fazenda contagiata dalla crudeltà manifestata dagli argentini durante il regime. Ci sono stati morti e scomparse. I fiancheggiatori hanno tratto profitto economico: la fazenda è uno di quei frutti.

Ma al peggio non c’è mai fine. La famiglia, come l’Argentina attuale, nasconde milioni di segreti indicibili, provenienti dalle turbe mentali più oscene.

Al confronto il clan di Arquímedes Puccio aveva una sua normalità, poiché, per quanto subdole erano le loro azioni, all’interno si manteneva una unità.

Il film ha una dignità. Trapero è regista esperto. Ci sono alcune stanchezze nel soggetto, una psicologia dei personaggi a volte sopra le righe. La madre Esmeralda è più dettagliata rispetto alle due sorelle. Esse hanno dei reconditi inesprimibili e per questo risultano sovradimensionate.

Il regista ama la bellezza della fazenda fino a trasformarla nella protagonista principale, le sue inquadrature sfoggiano ricchezza e benessere, come nelle abbondanti colazioni.

La appariscente prosperità assume una caratteristica peggiorativa durante i litigi familiari.

Mentre il padre è in ospedale, le tre donne fanno una bella festa.

Ugualmente nella casa scoppiano dei zuffe memorabili, scenate di gelosia, invenzioni puerili, discorsi di sesso patetici, ovvero reali incontri di libidine incontrollata come l'appuntamento fra Mia e Vincent – marito di Eugenia – al suo arrivo all’aeroporto.

Due riprese hanno un significato poiché richiamano i momenti storici e quelli familiari.

La prima è la scena di Mia mentre sullo sfondo c'è il filmino sui tempi passati, sognati dalla ragazza come idilliaci. Forse l'autore vuole indicarci qualcosa: c'è nostalgia dei generali fra gli argentini?

La seconda è la presenza costante della madre e delle figlie, inquadrate alternativamente, nei loro ragionamenti indiretti sulle loro vite. La madre è dominante, la sua presenza fisica è vittoriosa, aristocratica perfino nella sua sconfitta umana, storica e politica. Anch'essa ha nostalgia?

(1) https://www.panorama.it/cultura/argentina-40-anni-fa-la-dittatura-militare/

(2) https://movieplayer.it/articoli/la-quietud-berenice-bejo-pablo-trapero-intervista-venezia-75_19468/