Armance di Stendhal
Armance di Stendhal
BUR Rizzoli, Milano
Marzo 2010, prima edizione
Autore recensione: Roberto Matteucci
“… la pendola di un salotto, battendo la mezzanotte, rimanda a casa la maggior parte dei noiosi, gente assai regolata; perciò riceveva da mezzanotte alle due.” (Pag. 88)
Sigmund Freud sapeva bene il motivo per cui lo psicanalista riesce a guadagnare bene. La ragione principale è la cura dell’impotenza: “Se chi pratica la psicanalisi si domanda per quale male si ricorra al suo aiuto con maggiore frequenza, deve rispondere che … ciò avviene “per impotenza psichica”. (Sigmund Freud, Psicologia della vita amorosa, Bollati Boringhieri, Torino, I edizione, 1976, pag. 32). Tuttavia non ricordo tanti libri o film sull’argomento, ora mi viene in mente solo Il bell’Antonio di Vitaliano Brancati.
Il classico sull’argomento è un romanzo del secolo scorso Armance di Stendhal (BUR Rizzoli, Milano, I edizione, marzo 2010). Stendhal era uomo di mondo, combatté nell’esercito di Napoleone nella campagna in Russia, viaggiò a lungo, frequentò salotti e conobbe molte donne. Armance è il suo primo romanzo, a dimostrazione di una conoscenza della vita fin da giovane. La virilità maschile non è un comportamento da nascondere con una menzogna. Di fronte alla necessità di compiere il gesto amoroso non ci sono bugie, inganni, finzioni, valide da raccontare. La realtà di quando si rimane solo con il partner è spietata.
Octave ha vent’anni, è di una famiglia aristocratica parigina caduta in disgrazia per le perdite durante la rivoluzione. È un giovane bello, affascinante: “Molto intelligente, alto di statura, di nobili modi, con grandi occhi neri bellissimi.” (Pag. 11) Se fisicamente è perfetto, nei suoi “grandi occhi neri bellissimi” si legge qualcosa d’incomprensibile.
Il temperamento era incerto, con cambi repentini di umore. Tornato a casa, dopo la scuola, ritrova il grande amore per la madre, la quale stravede per il figlio. Tuttavia, ha un dolore di vivere: “Un’immaginazione appassionata lo induceva a esagerarsi la felicità di cui non poteva godere.” (Pag. 35)
Octave frequenta i salotti bene di Parigi. In una festa incontra Armance, diciotto anni, molto bella. Con la morte dei genitori, la ragazza rimase sola e povera, e fu presa in casa da una parente nobile. Armance è un gioiello di dolcezza sensibilità gentilezza. Fra i due ragazzi nasce un rapporto conflittuale, ricco d’incomprensioni.
Si tratta di un amore difficile perché qualcosa sconvolgeva Octave, ha paura di essere incapace di manifestare il suo amore.
Stendhal parla spesso diretto al lettore, con un tono amichevole. Utilizzando questa forma scopriamo i bei salotti parigini, pieni di pettegolezzi, finzione, presunzione. Quando la famiglia di Octave ebbe il ricco risarcimento - stabilito dalla legge Villèle nel 1825 per la concessione di un’indennità ai nobili espropriati dalla rivoluzione - fu circondato da mille rivoli d’invidia: “… aspettava di esser preso di mira dall’invidia … è giusto che l’indennità mi procuri anche quel piacere.” (Pag. 49)
E in quei salotti si percepisce l’epoca post rivoluzionaria francese. Siamo nel passaggio di due mondi. La nobilita è stata distrutta e una nuova classe sociale stava prendendo sopravento. I nuovi ricchi, la borghesia stava nascendo in Francia. L’autore ci rivela il sentimento di sconfitta nell’aristocrazia decadente.
Un esempio di come Stendhal rappresenta il cambiamento del mondo: “Da quando la macchina a vapore è la regina del mondo, un titolo è assurdo.” (Pag. 105)
La metafora della decadenza della nobiltà è nella sofferenza di Octave. Il ragazzo è impotente. Stendhal non lo scrive mai esplicitamente nel libro. È troppo esagerato da mostrare e da descrivere. Il dolore umano appare tramite un paratesto: “…cioè un testo che non c’entra con il testo che abbiamo sotto gli occhi ma che interferisce con esso, vi si intromette, diventandone un tassello indispensabile.” (Pag. VIII nella prefazione di Francesco Spandri)
Si parla d’impotenza nella lettera scritta da Stendhal a un amico, nella quale afferma di come sia una malattia diffusa, dilungandosi però sulle alternative di piaceri che possono concedere a una donna.
Il momento storico è denso di turbolenze; Octave è impotente come tutta una decrepita e finita aristocrazia.
Per Freud l’impotenza, come le nevrosi, nasce durante la fase evolutiva della libido, nel confronto fra la corrente della tenerezza e quella sessuale: “Dove amano non provano desiderio, e dove lo provano non possono amare.” (ibid, Pag. 38) In questo concetto i due mondi, quello nascente della borghesia e quello calante della nobiltà, rappresentano le correnti per le quali non c’è speranza di riunificazione.
È il primo libro di Stendhal, la scrittura è perfetta, ricca di concetti, affermazioni, una descrizione di personaggi psicologica. C’è ironia, sentimento di amore e di morte. L’autore utilizza molte forme linguistiche, dal parlare con tono formale al pubblico, alla scelta di frasi a effetto (“… lo avevano spinto a frequentare la cattiva compagnia spesso meno noiosa di quella buona.” Pag. 83), all’utilizzo delle lettere come forma di spiegazione, ai monologhi di Octave, ai tre asterischi per nascondere i nomi.