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La piramide di fango di Andrea Camilleri

La piramide di fango di Andrea Camilleri

Sellerio, Palermo

4° edizione, maggio 2014

Autore recensione: Roberto Matteucci

“’N Sicilia si muori sulo di corna …” (Pag. 151)

Piove, anzi diluvia a Vigàta. Le piogge stanno causando danni imponenti nella nostra povera Italia. Il commissario Montalbano s’indigna contro la mancanza di cura di un paese bellissimo.

Andrea Camilleri nel La piramide di fango (Sellerio, Palermo, 4° edizione, maggio 2014) parte come Georges Simenon, con una descrizione metereologica da tregenda e sotto la pioggia apocalittica appare un morto assassinato.

Inizia un’indagine complicata. La mafia entra apertamente nella questione, delle persone sono scomparse e non c’è molta fortuna.

Come a un detective cinese, al commissario arriva in aiuto il solito sogno con le sue interpretazioni complicate e pertinenti.

Come sta il commissario?

Forse si è ripreso. Sicuramente continua quest’angoscia della vecchiaia: “… oltri che a non farlo vidiri cchiù lo stavano facenno addivintari surdoliddro.” (Pag. 38)

Ma il suo presunto decadimento fisico, per l’incipiente senilità, non riduce il suo senso di piacere. Uomo virile e potente, Montalbano è sensibile alla bellezza delle donne. E le accompagna con la voluttà del cibo. Mangiare è un rito religioso, da rispettare in qualsiasi situazione, da celebrare in rigoroso silenzio come una messa.

La sua sacerdotessa è la fedele domestica Adelina, i suoi piatti lo stordiscono al punto di rendere la sua ragione incorporea. Appena rientra a casa, la scoperta dal frigorifero o dal forno lo rende felice come un bambino: “Adelina gli aviva priparato ‘na doppia porzioni di sartù e, finalmenti!, ‘na ginirosa frittura di calamari e gammari.” (Pag. 81)

Questi elementi – vecchiaia, donne, Livia, cibo, mafia – sono le peculiarità umana su cui lo scrittore punta per delineare il personaggio. Le tante storie a volte si assottigliano nella trama, perciò Camilleri – capace di scritture ampie e faconde – ci consente di leggere l’uomo direttamente, nelle caratteristiche umane a noi più comuni.