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The Furnace Regista: Roderick MacKay

The Furnace

Regista: Roderick MacKay

Cast: David Wenham, Jay Ryan, Mahesh Jadu, Erik Thomson, Baykali Ganambarr, Ahmed Malek, Trevor Jamieson, Goran D. Kleut, Gary Young, Samson Coulter, Osamah Sami, Mansoor Noor, Kaushik Das, Amanda Ma, Evan Williams, Xin Ocean, Quentin Yung, Sean Choolburra, Wakarra Gondarra, Matthew Parkin, Agnes Choi, Steve McCall, Daniel Motearefi

Provenienza: Australia

Anno: 2020

Autore recensione: Roberto Matteucci

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È l’oro, non ti serve mica un motivo.”

I cammelli hanno una forza fisica straordinaria, capaci di trasportare enormi quantità di merci nel deserto senza bisogno di abbeverarsi per lunghi periodi. Sono degli animali perfetti per le spedizioni, per lo spostamento nelle zone più aride e desertiche del mondo. Nel 1867, il professore Francesco Lanza nel libro Elementi di zoologia così li descrive:

Questi animali si rendono della più grande importanza per alcuni luoghi, offrendo i soli mezzi di trasporto a traverso gli aridi e vasti deserti dell'Africa dell' Asia; e ciò per la speciale proprietà ch'essi hanno di potere sopportare per più giorni la sete, accontentandosi anche di scarso e cattivo foraggio, e potendo portare nello stesso tempo carichi di peso considerevoli, percorrendo con questi sino 50 miglia italiane al giorno; per cui a ragione gli Arabi chiamano il cammello la nave dei deserti.” (1) 

Conosciuto dall'antichità, gli arabi ne avevano una illimitata confidenza, fino a chiamarli la nave dei deserti.

Il cammello è presente sessantacinque volte nella Bibbia (2) come mezzo di viaggio, di scambio. Diverso è il significato del cammello nel Corano. Nella sura 80: 17-21, c’è un abbandono del suo significato materiale per avere una sua esaltazione poetica:

Ma non guardano dunque gli uomini il cammello, come fu creato – e il cielo, come fu innalzato, - e i monti come furon piantati, - e la terra come fu spianata?”

Il cammello è unito al cielo, ai monti, alla terra. Gli uomini non si rendono conto delle sue virtù, non attribuendogli la giusta valorizzazione. La sura coranica è la testimonianza di una di potenza mistica. Infatti, i musulmani lo hanno glorificato come compagno di tanti giorni nei solitari spostamenti. 

Mai avrebbero immaginato di ritrovarsi in un deserto dell'Australia.

Nei primi anni del diciannovesimo secoli, centinaia di islamici con i loro cammelli, fecero migliaia di chilometri con destinazione una regione ignota e dalla quale pochi sarebbero potuti tornare a casa.

L'Australia fu colonizzata dagli inglesi alla fine del 1700. Di fronte avevano immensi deserti secchi. I cavalli e i buoi non erano in grado di sopravviverci. Gli inglesi, con la loro esperienza nelle colonie asiatiche, ebbero l'idea di adoperare i cammelli. Molti cammellieri arrivarono in Australia:

Tra il 1870 e il 1920, ben 20.000 cammelli furono importati in Australia dalla penisola arabica, dall'India e dall'Afghanistan, insieme ad almeno 2.000 addestratori, o cammellieri, dalle stesse regioni. Gli animali erano principalmente dromedari: ungulati di mezza tonnellata con una sola gobba. Erano ideali per il clima dell'entroterra australiano: potevano passare settimane senza acqua, e avevano la resistenza e la forza per trasportare i loro carichi e cavalieri attraverso quelli che erano spesso paesaggi estremamente esposti e estremamente caldi.” (3)

I cammellieri provenivano soprattutto dall'Afghanistan, pertanto erano chiamati dai locali “afgani”. In realtà giungevano anche da altri paesi. Si formò un gruppo di varie etnie, con lingue diverse; gli elementi in comune erano la religione islamica, e l’essere tutti maschi giovani e forti:

"I cammellieri erano conosciuti come "afghani ". Mentre alcuni erano originari dell'Afghanistan, altri provenivano da paesi come Baluchistan, Kashmir, Sind, Rajastan, Egitto, Persia, Turchia e Punjab, quindi parlavano una varietà di lingue, il loro legame comune era la loro religione islamica e il fatto che fossero quasi esclusivamente uomini giovani o di mezza età. Quasi tutti i cammellieri che sono venuti in Australia durante questo periodo hanno dovuto affrontare enormi difficoltà. Sebbene fossero necessari e apprezzati, sono state in gran parte evitate dalle comunità europee". (4)

Come per gli aborigeni, le difficoltà sostenute dai cammellieri, ovviamente, furono notevoli, sia umane, sia sociali, sia razziali:

"Nonostante le loro competenze fossero necessarie e per lo più apprezzate, sono state in gran parte emarginate dalle comunità europee. In effetti, il razzismo e la rabbia verso di loro erano diffusi.” (5)

La diffusione di un sentimento di colpa sulla formazione degli stati, sui vincitori, si è diffusa pure nel cinema australiano.

Il primo esempio, il più popolare, è il film Australia, diretto da Baz Luhrmann e interpretato da Nicole Kidman, i quali sono due australiani talmente famosi da sembrare americani. Il film assomiglia a loro; è un film australiano ma sembra un film americano.

Più sensibile è il film Sweet Country del regista Warwick Thornton. Sweet Country è un western con una struttura semplice, con la classica dicotomia del bianco-cattivo contro l'aborigeno-buono.

Il regista australiano Roderick MacKay raddoppia la psicologia vittimistica con il film The Furnace presentato alla 77° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

La storia degli abili cammellieri musulmani nel deserto australiano è scarsamente conosciuta, pure nella stessa Australia. Nel 2014, il giovane regista Roderick MacKay scopre la loro esistenza. Rimase entusiasta di questi ragazzi, i quali contribuirono allo sviluppo dell'Australia fino all'arrivo delle prime macchine:

Nel 2014, mentre cercavo un progetto diverso, mi sono imbattuto in quella che sembrava la più improbabile delle immagini: uomini afgani, indiani e persiani che indossavano abiti tradizionali, in piedi accanto a una carovana di cammelli, ma nel familiare entroterra dell'Australia occidentale. Avendo vissuto in Australia per tutta la mia vita, sono rimasto sbalordito nell'apprendere che questi uomini islamici, sikh e indù erano arrivati in Australia già dagli anni '60 dell'Ottocento come cammellieri.” (6)

Roderick MacKay conosce il meccanismo: schierarsi con la vittima, vera o presunta, e la soluzione più facile e conformistica, perciò, furbescamente, riprende il simbolo degli aborigeni buoni, pacifisti, ecologici, altruisti e ci aggiunge la figura di un altro emarginato, quello dell'afgano impaurito e devoto ad Allah. Ora le vittime sono due.

La storia è ambientata nel 1897. Nel deserto australiano dei cammellieri incontrano dei bianchi figli di puttana. Una banale disputa finisce con l'assassinio di un cammelliere Sikh mentre l'afgano Hanif è salvato da un aborigeno.

È l’epoca della frenetica e folle corsa all'oro. Hanif si imbatte in Mal, un ladro ferito in una sparatoria. Ha rubato due lingotti d'oro della corona e deve rintracciare una fonderia clandestina gestita da dei cinesi. Hanif acconsente di aiutarlo, però vuole una quota del bottino per poter rimpatriare.

Hanif e Mal, nel tentativo di raggiungere la fonderia, devono evitare dei soldati – guidati dal sergente Shaw – alla ricerca dei lingotti. Hanif e Mal hanno un destino segnato, la loro fuga è impossibile. Per Hanif, la possibilità di ritornare in Afghanistan, svanisce. La sua l'unica scelta è un'altra fusione: quella con l'umanità degli aborigeni, con i quali deciderà di unirsi per dissolversi nel deserto.

Le tematiche della pellicola partono sempre dall'Australia. Un posto bellissimo, affascinante, naturalistico, vastissimo. Per il regista, l'Australia è qualcosa di più, ha un potere magico, quasi sovrannaturale:

Era irreale e faticoso per tutti. Ma rifarei tutto di nuovo. C'è un potere incredibile in quella terra. Ti lascia in soggezione e consapevole della sua indifferenza nei tuoi confronti - che potresti essere inghiottito intero e svanire senza lasciare traccia. È molto radicale." (7)

Questa specie di animismo, di sciamanesimo, ha effetto perfino su Hanif, fino a svanire “... potresti essere inghiottito intero e svanire senza lasciare traccia. È molto radicale.”

Gli “afgani” possono svanire all'interno del deserto perché hanno svolto un ruolo fondamentale per nascita dell’Australia, secondo l'autore:

"... ha svolto un ruolo fondamentale nella formazione non solo dell'Australia occidentale, ma anche della nazione". (8)

Gli albori dell'Australia sono caratterizzati da una corsa all'oro feroce. L'oro è oggetto di brama dei cattivi europei mentre gli aborigeni la considerano una roccia disdicevole: “You're insane bringing a white man here. They kill. All for this rock.”

I protagonisti sono molteplici, alcuni normali e non determinanti, come i caratteri degli aborigeni. Invece profonda è la personalità di Hanif, interpretato dal bravissimo attore egiziano Ahmed Malek.

Hanif è un musulmano pio, fa le abluzioni e prega nel deserto però, la sua fede avrà un momento di incertezza, uno smarrimento. Hanif ama il suo cammello, raggiungendo il senso più vero della sura del Corano.

Hanif è un ottimo lavoratore, di carattere paziente e malinconico. È coraggioso, puro, giusto. É consapevole di stare commettendo un peccato più che un reato nell'aiutare Mal. Per questo perde temporaneamente la sua religiosità anche se rimane un timorato di Dio.

Il suo carattere è retorico perché il regista, intorno a esso, costruisce un alone di mistero. Sconosciuto è il suo passato in un paese lontano, sconosciuto è il motivo per il quale si trova in Australia. Nel finale gli sopraggiunge una pace interiore, Questa pace non è quella desiderata da Hanif. Restare con gli aborigeni non è il suo sogno. La sua speranza era tornare nella sua patria, nel suo deserto.

Hanif smarrisce la sua moralità irreprensibile mischiandosi con Mal. Mal ha bisogno dell'oppio per affrontare la vita, è totalmente assuefatto. Addirittura, l'oppio è più importante dell'oro rubato. La dipendenza lo porta è essere cinico, autodistruttivo, diffidente fino a uccidere. Eppure, Mal ha una sensibilità particolare. Il loro rapporto è nato per un reciproco vantaggio: Mal vuole procurarsi l'oppio, e Hanif vuole avere parte dell'oro per pagare il viaggio in Afghanistan. Nonostante i motivi egoistici iniziali diventano amici, una amicizia triste. Mal è un criminale spietato, prepotente ma la familiarità con l'infelice Hanif lo rende umano, perfino simpatico.

Il vero cattivo è il sergente Shaw. Un vero colonizzatore, privo di scrupoli, esegue il compito fedelmente. L'ira si trasforma in pazzia quando il dolore si trasforma in tormento perpetuo.

Forse c'è qualcuno più cattivo. Una figura di donna ieratica, sacerdotale. Vestita di nero appare solenne fugacemente. Non si sa chi sia, ma tutti ne parlano. È un enigma. È un arcano non svelato dal regista. Per quale ragione? È una dimenticanza? È il risultato del montaggio? È un pensiero non sbocciato del soggetto? È un cortocircuito della sceneggiatura?

Il regista usa il deserto dell'Australia come sfondo del dramma umano e sociale. Di giorno la fotografia è high-key lighting, di notte la luce proviene da un cielo pieno di stelle. Il deserto è straripante di dettagli, non sono nascosti i segni di una vita difficile come quelli della sporcizia. Utilizza il campo lungo e lunghissimo per condividere la sua terra con lo spettatore.

È chiaramente un film al maschile, la donna dovrebbe arrivare, si sente la sua presenza ma mai comparirà. L'amicizia virile, come in un western è tecnicamente rappresentata da una camera molto vicina, addosso agli attori.

Quale linguaggio dare al film? Quale genere scegliere? Il cinema australiano ha un genere proprio per le sue avventure?

Il regista racconta il passato della filmografia australiana, un cinema urbano o della periferia:

Immagino che le tendenze culturali siano cicliche e sembra che ci sia stato un lungo periodo in cui il cinema australiano era concentrato sulle aree urbane e suburbane, guardando all'interno delle nostre città. Ma ora si è riaperto di nuovo, a questa nostra vasta terra, proprio come negli anni settanta ... " (9)

Ma il nuovo cinema australiano, concentrato sulle sue origini, non ha ancora una sua chiave di lettura.

Il film parte dal genere più classico nel narrare la frontiera: dal western:

"… ciò che mi aveva davvero allettato nel genere non era tanto l'estetica visiva del western, ma soprattutto il modo in cui costruisce il significato e naviga nella moralità, e come ho potuto provare a sfruttarlo per raccontare una storia avvincente di un giovane musulmano nell'entroterra, per un vasto pubblico. Per me, avendo ora finito il film, questo non è tanto un western, ma un tentativo di un nuovo tipo di mitologia di frontiera dell'outback". (10)

Il western è il solo espediente possibile. I nativi, le vaste terre disabitate, le sparatorie, la corsa all'oro, le cavalcate, l'amore per gli animali e una giustizia approssimativa, delineano The Furnace come un virtuoso western australiano.

Il western è una qualità ma può diventare un difetto. Roderick MacKay è consapevole di questo tranello:

"Poiché il film rappresenta un capitolo in gran parte sconosciuto nella storia dell'Australia, non abbiamo potuto lasciare che i tropi del genere cannibalizzasse quell'intento fondamentale - dovevano mantenere un senso molto specifico di luogo e autenticità - e questo è stato un delicato atto di bilanciamento. Inoltre, amo la mitologia e le parabole e il western spesso condivide questo sentimento di narrazione.” (11)

L'autore ha ceduto al western ma nello stesso tempo avrebbe voluto, giustamente, liberarsene. Il regista ne è rimasto prigioniero, anche per la sicurezza nell'usare uno stile consolidato. Il desiderio di liberarsene è stato vano. Inseguimenti, scontri, topos western permangono fino al termine.

Hanif in Australia è senza radici, non ha una famiglia, degli amici. Nel finale trova una parvenza di casa. Si arrende, ha perso, non ritornerà mai in Afghanistan. Accetta la casa di un altro, quella degli aborigeni. Per riuscirci, ha avuto l'aiuto, l'amicizia, di un bianco, di un sanguinario cacciatore, conosciuto per aver ucciso parecchi indigeni.

L'epica australiana di The Furnace ha un eroe autentico, non è Hanif, tantomeno Mal, tanto meno gli aborigeni. L'eroe è il cammello, snobbato dagli uomini, sia bianchi, sia afgani, sia nativi, nessuno di essi guarda “come fu creato”, “Ma non guardano dunque gli uomini il cammello, come fu creato 88, 17 20. Gli uomini si disinteressano dell'animale. Eppure, è elegante, passeggia con disinvoltura sotto il sole, non ha quelle debolezze umane come bere acqua. Pure il cammello non è a casa, è stato costretto a lasciare il suo deserto ma perfino su quello straniero aleggia avvenente.

Il cammello ha un contraltare, un animale altrettanto famoso, potente, veloce, ma fortemente fastidioso. Durante le riprese il cast combatte contro le micidiali mosche, noiose, sporche, rumorose. Sono milioni di mosche: “The flies are beyond relentless.” (12) dichiara il regista martoriato, filmandole anche nel film.

Il film ha una atmosfera brillante, con argomenti etici chiari, decisi. Il film è logico, formale. Però lascia aperto un dubbio, ha creato un'altra vittima. Per evidenziare gli aborigeni e gli afgani, il regista è brutale con i cinesi. Con essi, Roderick MacKay è frettoloso. Assomigliano ai membri di una setta satanica, con un rito dei defunti atroce. Come tutti i lapsus freudiani anche i cinesi di The Furnace non sono causali.



  1. https://books.google.it/books?id=S5DoEpnmUqcC&pg=PA36&dq=cammello+zoologia&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiOyJPNyMTvAhUF8hQKHYu9DFUQ6AEwAHoECAIQAg#v=onepage&q=cammello%20zoologia&f=false

  2. http://www.vatican.va/archive/ITA0001/_FA4.HTM

  3. Between 1870 and 1920, as many as 20,000 camels were imported into Australia from the Arabian Peninsula, India and Afghanistan, together with at least 2,000 handlers, or cameleers, from the same regions. The animals were mainly dromedaries: half-ton ungulates with a single hump. They were ideally suited to the climate of the Australian interior: they could go weeks without water, and they had the stamina and strength to carry their loads and riders across what were often highly exposed, fiercely hot landscapes.” Tradotto dall'autore. Ben Lerwill, 11 aprile 2018, http://www.bbc.com/travel/story/20180410-the-strange-story-of-australias-wild-camelTradotta dall’autore

  4. “The cameleers known as 'Afghan’ cameleers. While some were originally from Afghanistan, others came from countries such as Baluchistan, Kashmir, Sind, Rajastan, Egypt, Persia, Turkey and Punjab, so spoke a variety of languages, Their common bond was their Islamic religion and the fact that they were almost exclusively young or middle-aged men. Almost all of the cameleers who came to Australia during this period faced enormous hardship. While their skills were needed and mostly appreciated, they were largely shunned by the European communities.“ Tradotto dall'autore. Robert Grieve Black, The Story of Australia, 2012

  5. “While their skills were needed and mostly appreciated, they were largely shunned by the European communities. Indeed, racism and anger towards them was rife.” Tradotto dall'autore. Robert Grieve Black, The Story of Australia, 2012 Tradotta dall’autore

  6. In 2014, while researching a different project, I stumbled upon what seemed like the most unlikely of images – Afghan, Indian and Persian men wearing traditional garb, standing alongside a train of camels, but in the familiar Western Australian outback. Having lived in Australia my entire life, I was stunned to learn that these Islamic, Sikh and Hindu men had come to Australia from as early as the 1860s as cameleers. Tradotto dall'autore. https://www.perthfestival.com.au/news/the-furnace-q-a-with-roderick-mackay/

  7. It was unreal and hugely taxing on everyone. But I’d do it all again. There’s an incredible power to that land. It leaves you in awe and aware of its indifference to you - that you could be swallowed whole and vanish without a trace. It’s very grounding.” Tradotto dall'autore.https://www.perthfestival.com.au/news/the-furnace-q-a-with-roderick-mackay/

  8. “… played a critical role in the formation of not just Western Australia but also the Nation.” Tradotto dall'autore. https://www.perthfestival.com.au/news/the-furnace-q-a-with-roderick-mackay/

  9. I guess cultural trends are cyclic and it feels like there has been a long period where Australian cinema was very urban and suburban focused, looking inwards to our cities. But now it’s opened back up again, to this big wide land of ours, much like in the 70s ...” Tradotto dall'autore.https://www.perthfestival.com.au/news/the-furnace-q-a-with-roderick-mackay/

  10. That was what really enticed me about the genre - not so much the visual aesthetic of the western, but more so the way it constructs meaning and navigates morality, and how I could try harness that to tell a compelling story of a young Muslim man in the outback, for a wide audience. For me, having now finished the film, this isn’t so much a western but an attempt at a new kind of outback frontier mythology.”Tradotto dall'autore. https://www.perthfestival.com.au/news/the-furnace-q-a-with-roderick-mackay/

  11. Because the film is representing a largely unknown chapter in Australia’s history, we could not let the genre's tropes cannibalise that core intent - they had to service it so it retained a very specific sense of place and authenticity - and this was a delicate balancing act. More so, I love mythology and parables and the western genre often shares this sentiment of storytelling.” Tradotto dall'autore.https://www.perthfestival.com.au/news/the-furnace-q-a-with-roderick-mackay

  12. https://www.perthfestival.com.au/news/the-furnace-q-a-with-roderick-mackay//