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LE SIÈGE DE CORINTHE Tragédie lyrique in tre atti di LUIGI BALOCCHI e ALEXANDRE SOUMET

LE SIÈGE DE CORINTHE

Tragédie lyrique in tre atti di LUIGI BALOCCHI e ALEXANDRE SOUMET

Musica di GIOACHINO ROSSINI

Edizione critica della Fondazione Rossini, in collaborazione con la Casa Ricordi, a cura di DAMIEN COLAS

Direttore ROBERTO ABBADO

Regia e Scene CARLUS PADRISSA

CORO DEL TEATRO VENTIDIO BASSO

Maestro del Coro GIOVANNI FARINA

ORCHESTRA SINFONICA NAZIONALE DELLA RAI

Nuova produzione 2017

La caduta di Costantinopoli nel 1453 ebbe delle conseguenze nefaste sull’Europa. A patirne maggiormente le conseguenze fu la Grecia conquistata dall'Impero ottomano.

La dominazione durò oltre tre secoli, fu contrastata dai greci con il loro solito orgoglio, ma la reazione dei dominatori fu sempre spietata.

Bisognerà aspettare il 1821 perché la rivolta dei greci possa condurre all'indipendenza. La ribellione ellenica fu lunga, iniziò nel 1921 e terminò nel 1832, e soprattutto non fu semplice provocando la morte di tantissime persone,

La vittoria del popolo ellenico dipese da diversi fattori.

Il più importante la debolezza, in quel periodo dell'impero ottomano.

Poi la consapevolezza religiosa e la conseguente guida della ribellione da parte vescovi ortodossi e la partecipazione di molti monaci del monte Athos.

La terza fu la disponibilità dell'Europa, per la prima volta determinata ad aiutare la Grecia sia politicamente, sia militarmente.

Uno degli aiuti culturalmente più importanti giunse dalla Francia. Molti personaggi dell'epoca si schierarono con i greci. Fra essi ci furono il librettista Luigi Balocchi e il compositore pesarese Gioachino Rossini, arrivato definitivamente a Parigi nel 1824. (1)

Entrambi manifestarono il loro impegno alla causa con la prima opera del Rossini francese: Le siège de Corinthe, rappresentata a Parigi nell'autunno del 1826. Si tratta quindi di un’opera di stretta attualità perché la guerra greca era ancora in corso. L’opera seguiva e alimentava il filo ellenismo dell'epoca, il quale poteva: “... conciliare gli spiriti liberali e quelli conservatori.” (2)

Le siège de Corinthe era attuale nel 1826, e si può dire attuale anche nel 2017 rappresentata durante il Rossini Opera Festival con il maestro Roberto Abbado alla guida dell’orchestra sinfonica della RAI e interpretata dai cantanti

Mahomet II Luca Pisaroni,

Cléomène John Irvin,

Pamyra Nino Machaidze,

Néoclès Sergey Romanovsky,

Hiéros Carlo Cigni,

Adraste Xabier Anduaga,

Omar Iurii Samoilov,

Ismène Cecilia Molinari.

La regia dello spagnolo Carlus Padrissa si è diretta principalmente su una rappresentazione colorata specialmente di rosso, e una interpretazione vivace, ginnica, simbolica di tutti i pergonaggi.

Lo spazio alle spalle dei cantanti è stato riempito di boccioni di acqua. Il regista parla di guerre attuali compiute per la conquista dell’acqua: “Sì, si combatte per l’acqua come per l’oro e per il petrolio. E’ un tema di grande attualità che coinvolge l’Europa del Nord ma non solo. Mi sono ispirato ad un viaggio in Argentina, nella regione di San Juan, una zona desertica dove l’acqua salata ristagna e non fa crescere nulla” (3) quindi una distrazione rispetto le motivazioni della guerra di liberazione greca.

Possiamo anche leggerlo molto più semplicemente; l’acqua è il bene più prezioso durante un assedio, perciò le grandi bottiglie sono una tranquillità fino a quando rimangono in piedi.

Padrissa ha poi utilizzato tanti stendardi, grandi immagini, scritte per definire certi momenti della drammaticità della storia e ovviamente frasi del poeta inglese Lord George Gordon Byron morto a Missolungi, dove era accorso per soccorrere la Grecia.

Le siège de Corinthe è un melodramma terribile, con molti elementi dolorosi. D’altronde la colonizzazione della Grecia fu crudele.

All'interno c'è una storia d'amore impossibile. Entrano i tanti personaggi scandendo i loro momenti con grande partecipazione. Indossano dei costumi colorati, con degli arabeschi, degli schizzi, delle forme geometriche, simbolo della confusione dei ruoli e della assenza di speranza per il sentimento più bello, quello dell’amore irrealizzabile. Mahomet II, il conquistatore della Grecia, il massimo nemico del popolo, è innamorato di Pamyra, conosciuta ad Atene in modo anonimo, qualche tempo prima. Pamyra corrisponde al suo amore ma ignorava chi fosse. Durante l'assedio s’incontrano di nuovo, ancora si amano, ma Pamyra è la figlia di Cléomène, governatore di Corinto. Pamyra è di fronte a un dilemma, deve scegliere: l'amore o il padre? Ovviamente il melodramma richiede la massima dedizione alla storia, non ammette cali di tensioni e tanto meno happy end. A decidere sarà il dovere, il dovere di difendere la città, la Grecia e l’onore. (4)

I cantanti si posizionano avanti a tutti, sostenendo spesso il canto prima dell'orchestra o perfino fra il pubblico. Ma il tono patriotico, irredentista, risorgimentale è dato prevalentemente dai cori. Tanti, belli, importanti, esaltanti, come devono essere quelli patriottici. Sono cori di entrambe le parti, quindi pure tristi come quelli dei greci, i quali sono malinconici ma infervorati perché sanno di combattere una guerra giusta.

Il regista ama esaltare la fisicità soprattutto dei coristi, i quali si muovono velocemente, fisicamente, muscolarmente, finanche dissimulando il balletto del secondo atto con gesti estremamente atletici, vigorosi. Appaiono alle nostre spalle, cauti oppure energici come nella bellissima scena di Hiéros, quando i cantanti accompagnano drasticamente addirittura ignari spettatori a partecipare alle urla collettive perfino agitando le mani.

Se i cori sono la parte inebriante ed eccitante dell'opera, la grandiosità de Le siège de Corinthe sta nella musica di Rossini, come la sinfonia di apertura; è la musica, a determinare l'esito romantico della tragedia. Nel finale la caduta di Corinzio è seguita da un suicidio di massa degli sconfitti greci, una perdita militare, ma l’onore e l’orgoglio rimangono trionfanti, come rappresentato dal coro il quale richiama i miti di una Grecia storica come la battaglia di Maratona, delle Termopili e dell’eroe Leonida. (5)

La prima di Parigi è un grande successo e utilizzata per lungo tempo anche per altri movimenti politici: “... l'opera fu eseguita regolarmente fino al 1844, per un totale di oltre centodieci rappresentazioni ...” (6)

Le siège è un’opera perfetta per esaltare il risveglio nazionalistico perciò durante l'assedio di Parigi da parte delle truppe tedesche, nella guerra franco prussiana del 1870, fu utilizzata per richiamare la partecipazione dei francesi.

Le siège de Corinthe è una grande opera, una musica esaltante e dei cori perentori: Si tratta della seconda volta al Rossini Opera Festival di Pesaro, con una rivisitazione nuova e importante.

La musica è grandiosa, esaltante, determinata grazie al maestro Roberto Abbado, il quale ha diretto con impeto nonostante una ferita a una spalla che gli impediva il movimento completo del braccio destro.

(1) “Rossini e il suo librettista Luigi Balocchi si erano già pronunciati in favore di un intervento militare in Grecia ...” (Libretto Le siège de Corinthe Rossini Opera Festival agosto 2017, pag. 36 testo di Damien Colas)

(2) Libretto Le siège de Corinthe Rossini Opera Festival agosto 2017, pag. 13 testo di Giovanni Carli Ballola

(3) http://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cosa%20fare/pesaro-la-fura-dels-baus-con-la-regia-di-carlus-padrissa-debutta-al-rof-1.3324645

(4) “... sarà il richiamo dell'Amor di patria, aggravato dall'esecrazione paterna ...” (Libretto Le siège de Corinthe Rossini Opera Festival agosto 2017, pag. 15 testo di Giovanni Carli Ballola)

(5) “... incombente sulla Grecia ormai condannata a servitu secolare, le invocazioni a Maratona, alle Termopili e a Leonida ...” (Libretto Le siège de Corinthe Rossini Opera Festival agosto 2017, pag. 21 testo di Giovanni Carli Ballola)

(6) Libretto Le siège de Corinthe Rossini Opera Festival agosto 2017, pag. 33 testo di Damien Colas