Lisbona, la città di Fernando Pessoa e di Sant'Antonio
Lisbona, la città di Fernando Pessoa e di Sant'Antonio
Fernando Martins de Bulhões nacque a Lisbona e morì il 13 giugno 1231 a Padova. Fernando Martins de Bulhões è popolare nel mondo come Sant'Antonio da Padova. A Lisbona, sua città natale, è invece indiscutibilmente e inconfutabilmente, António de Lisboa.
Sempre il 13 giugno ma del 1888, nacque a Lisbona Fernando António Nogueira Pessoa, conosciuto come Fernando Pessoa, anche se nella sua vita di nomi letterari ne ebbe tantissimi. In Pessoa c'è un chiaro riferimento al Santo: Fernando e Antonio. È il marchio della sua futura dedizione cattolica e di una presunta discendenza genealogica con il Santo.
Lisbona deve dividere Sant'Antonio con altre città laddove Fernando Pessoa appartiene indubbiamente a Lisbona nonostante abbia passato l'infanzia e gli studi a Durban in Sudafrica.
Lisbona è per antonomasia la città di Pessoa. Dovunque ci sono ricordi, evocazioni, statue, emblemi, scritti, a rievocare la sua presenza fino alla morte nel 1935.
Perché Lisbona spetta a Pessoa come a nessun altro?
Pessoa è irrequieto, colto, poeta, tradizionalista, progressista, nobile, conquistatore come la sua città.
Ha molteplici personalità, tutte valide e capaci di esprimere un senso compiuto della sua arte. Le sue opere le ha firmate, si dice, con centotrentasei (1) eteronimi diversi, ognuno dei quali ha uno splendido carattere letterario.
Perfino il suo amore per Lisbona ha delle pluralità di affetti, la sua è “città triste e lieta”. L'acme della poesia per Lisbona è Lisboa Revisited - Lisbona Rivisitata: (2) (3)
Pessoa narra la gioia nel rivedere la città dopo la paura della partenza e la dolente permanenza a Durban: “città della mia infanzia paurosamente perduta”. Manifesta la sua irrequietezza - “Dormo irrequieto, e vivo in un sognare irrequieto” (2) - replicando “tornato”. Con la sua inquietudine intelligente e dubbiosa, dichiara di sentirsi “straniero” ovunque ma dovendo vivere in un posto, la sua casa, il suo “castello maledetto” può essere solo Lisbona “città triste e lieta”.
La devozione al “castello” Lisbona lo proclama scrivendo l'erudito libro Lisboa, Quello che il turista deve vedere (Fernando Pessoa, Lisboa, Quello che il turista deve vedere, Edizioni Biblioteca del Vascello, 1993, ristampa del 1997). Il libro è la più deliziosa, precisa, dettagliata guida turistica, mescolata con amore, passione, tristezza e letizia per la sua città.
Lo scrittore espone i luoghi suggestivi della capitale portoghese.
https://www.sololibri.net/Fernando-Pessoa-vita-eteronimi-opere.htmlhttps://trevinoyume.wordpress.com/2013/05/05/lisbon-revisited-1926/
Fernando Pessoa, Lisboa, Quello che il turista deve vedere, Edizioni Biblioteca del Vascello, 1993, ristampa del 1997 translated http://lisbon.pessoa.free.fr/Pessoa-Lisbon.pdf
José Hermano Saraiva, Storia del Portogallo, Bruno Mondadori, 2004 translated by author
Altra bibliografia:
Richard Zenith, Pessoa An Experimental Life, Penguin Books Limited https://www.google.it/books/edition/Pessoa/wn8WEAAAQBAJ?hl=it&gbpv=1&dq=Fernando+Pessoa+Saint+Antonio&pg=PT25&printsec=frontcover
Autore Roberto Matteucci
Click Here for English version
Credit photo: popcinema.org
https://www.facebook.com/roberto.matteucci.7
http://linkedin.com/in/roberto-matteucci-250a1560
“There’d he even less chance in a next life,” she smiled.
“In the old days, people woke up at dawn to cook food to give to monks. That’s why they had good meals to eat. But people these days just buy ready-to-eat food in plastic bags for the monks. As the result, we may have to eat meals from plastic bags for the next several lives.”
Letter from a Blind Old Man, Prabhassorn Sevikul (Nilubol Publishing House, 2009)