San Pietroburgo, Pietrogrado, Leningrado e di nuovo San Pietroburgo
San Pietroburgo, Pietrogrado, Leningrado e di nuovo San Pietroburgo.
San Pietroburgo, la città dell'arte, della musica, della letteratura.
Click Here For English Version
Fëdor Dostoevskij la descrive come il centro del mondo. A San Pietroburgo non si partecipa alla storia, qui la storia si fa: ... le riforme, le idee, tutto ciò è arrivato anche fino a noi, in provincia; ma per vedere più chiaramente, e per vedere tutto, occorre essere a Pietroburgo.” (1)
L'incrociatore Aurora è ora ancorato nella parte bassa dell'isola di Petrogradskij.
Le cannonate sparate dall'Aurora, nell'ottobre del 1917, diedero inizio ai giorni che sconvolsero il mondo. Qualche mese prima nella stazione di Finlandia (Finlyandskiy Railway Station)arrivò Lenin a guidarla. Un gruppo minoritario di rivoluzionari comunisti sarà capaci di conquistare il potere in Russia e d'influenzare l'intera umanità per un secolo.
San Pietroburgo è anche storia dell'arte mondiale. Qui si è formata la colossale collezione di capolavori. È stato possibile grazie all'amore per l'arte degli zar, dei nobili russi e in seguito di funzionari gestori delle ricche gallerie.
Il risultato è un contenitore elegante, sfarzoso, sontuoso: il museo dell'Ermitage. Il palazzo d'inverno degli zar e gli edifici barocchi intorno alla piazza del palazzo sono lo scrigno di una beltà divina.
All'interno c'è tutto, come una enciclopedia di pittura, scultura.
A San Pietroburgo è presente un nucleo importante d'arte contemporanea russa, il museo Erarta nel nord dell'isola di Vasil'evskij.
L'antica capitale russa ha una struttura moderna, costruita agli inizi del millesettecento. È tagliata dal Nevsky Prospect, strada lunghissima e signorile, baricentro della vita della popolazione sia nelle caldi estate, sia nei gelidi inverni. Ma la via di comunicazione principale è senza dubbio il fiume Neva, vasto, navigabile, luogo d'incontro nei mesi caldi e di gioco quando il freddo lo gela.
San Pietroburgo è uno dei fulcri fondamentale della cristianità. Ci sono moschee, sinagoghe ma la bellezza della città di Pietro il Grande sono le chiese.
La cattedrale di Sant'Isacco, con i devoti in fila per baciare l'icona della Madonna.
La chiesa del Salvatore sul Sangue Versato, con l'altare nel posto esatto dell'assassinio dello zar Alessandro II nel 1881.
La cattedrale di San Nicola dei Marinai con i suoi colori bianchi e azzurri.
Non ci sono solo chiese ortodosse ma pure armene, cattoliche lungo la Nevsky Prospect.
La città ha mutato nome molte volte: San Pietroburgo, Pietrogrado, Leningrado e di nuovo San Pietroburgo. Tante per essere nata del settecento ma simbolico di una veloce attività mentale e culturale. Nonostante i cambiamenti spesso drammatici e categorici, il passato rimane come base di un futuro che ritorna. Avviene per museo dell'Ermitage o per il ritorno vintage dei simboli dell'URSS, Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche o CCCP in russo.
Sicuramente non sono mutate le stupende notti, quelle bianche di Dostoevskij. Illuminano l'oscurità ma pure il divertimento. I weekend sono vivaci come non mai, con locali pieni di musica, di gente allegra, di passioni. Stanchi dei bar escono a fumare e bere birra lungo i canali di Ulitsa Lomonosova, chiacchierando, organizzando nuove amicizie o nuovi amori. Sembra di vivere la stessa atmosfera vissuta anni prima a Sennaya Square, situata vicino all'abitazione di Dostoevskij. Attraversando la piazza si raggiunge la presunta casa dell'idealista Raskolnikov. Non si può entrare nel fabbricato. Il divieto non impedisce di immaginare il sottotetto dove si rifugiò dopo l'omicidio di Ivànovna e della sorella.
Fuori c'è la statua dello scrittore in atteggiamento triste, anziano e malandato.
Fedor Dostoevskij, Delitto e castigo, Mondadori, Milano, I edizione Oscar Classici, gennaio 2012