Aman Iman – Water is Life Regista: Mustapha Benghernaout
Aman Iman – Water is Life
Regista: Mustapha Benghernaout
Provenienza: Algeria
Anno: 2020
Autore recensione: Roberto Matteucci
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Nella nascita del mondo, l'acqua è l'elemento divino. Dall'acqua inizia la vita.
Nella Bibbia, la Genesi 1:1, conferma la scelta, Dio sceglie di aleggiare sulle acque:
“In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.”
Nel Corano, la sura 2:164, Allah concede la vita alla terra morta con l'acqua:
“In verità, nella creazione dei cieli e della terra, nell’alternarsi della notte e del giorno e nelle navi che solcano il mare cariche di cose utili agli uomini, nell’acqua che Dio fa scender dal cielo, vivificandone la terra morta, nella quale Egli dissemina ogni sorta di bestie, nel cangiare de' venti e nelle nubi soggiogate fra il cielo e la terra, vi son Segni per gente dotata di intelletto.”
L'acqua ha una composizione fisica, ha una sua procedura, un ciclo vitale lungo e complesso: evaporazione, condensazione, precipitazione, infiltrazione, scorrimento. L’osservazione è macchinosa ma è la maniera più intelligente per avvicinarsi al mistero dell'infinito.
Il giovane regista algerino Mustapha Benghernaout ha espresso lo stesso sentimento, lo stesso desiderio di entrare psicologicamente nella natura dell'acqua, nel cortometraggio Aman Iman – Water is Life.
Il lockdown – a causa del virus – è iniziato in tutto il pianeta. Il lockdown è duro, implacabile, la gente muore, gli ospedali sono pieni, la libertà è sospesa. L'idea dell’autore scaturisce in questo periodo. C'è bisogno di ritornare alla vita, di ridare vita alle “terre morte”. La speranza è che l'acqua possa bagnare il mondo. È necessario di tanta pioggia, abbondante.
Mustapha Benghernaout vive a Mostaganem. Un posto di mare, affascinante, l'orizzonte si riempie con la vasta distesa del Mar Mediterraneo. Conosce il suo valore. L’ispirazione sopraggiunge dal mare, dalla riflessione sulla validità del suo ciclo.
Il cielo è coperto dai cirri di forma irregolare. La visione è totale. Le nuvole sono alte. Il suono è un effetto acustico, una vibrazione, un battito incensante, inesorabile, è un “heartbeats”, una pulsazione del cuore. E il cuore non batte sempre uguale. La pulsazione varia a seconda dell'emozione, dell'attività, dell'amore provato.
Questa ripresa, è alternata con un recipiente con sfondo marrone, marcato da alcune striature. All'interno l'acqua ha vitalità. Assume una forma, compie un movimento orizzontale. Il cielo ricompare, le nubi sono più scure. Una intermittenza elettrica. Dissolvenza nero.
Di nuovo il contenitore. Questa volta è tagliato da una linea verticale. È la pioggia. Finalmente sta scendendo. Le dimensioni sono maggiori, tiene il ritmo, assomiglia a una partitura musicale; racconta il regista: “I used musical notes synchronized with the raindrops to give a feeling of hope.” Il sincrono è perfetto. Ora è un intenso acquazzone, è un rovescio.
Dal contenitore si intuisce la funzione purificatrice. Nell'acqua cominciano a formarsi numerose bolle, grandi e piccole. Lo schermo si riempie di cerchi come un dipinto di Wassily Kandinsky con i suoi Circle.
Il livello del recipiente si è alzato, è vicino al bordo. Le gocce sono pesanti, quasi violente, lasciano un segno intenso.
Il cielo diventa nero, gli uccelli volano basso perché il temporale è giunto.
Nel finale la linea si è ingrandita. Filamenti marroni si compongono come se fossero degli spermatozoi, essi narrano del concepimento della vita.
Le caratteristiche dell'acqua sono rappresentate in tutte le sue sfaccettature. È forza, perché compare con grandezze diverse. Ma chi decide la sua grandezza? La presenza di Dio è concreta.
Il cortometraggio descrive concetti etici precisi. L'acqua è il bene e le immagini di Mustapha Benghernaout sono oniriche, surrealistiche, religiose. L'acqua non casualmente proviene dal cielo, dal paradiso.
La struttura è simbolica, fondata su tratti retti, diagonali, verticali e circolari. L’inquadratura e il suono sono la peculiarità principale, espressione delle capacità visive e artistiche del regista. Quando i mezzi a disposizione sono pochi, la differenza passa esclusivamente dalla percezione e dalla proiezione dell’autore. L’analisi di Mustapha Benghernaout è capace di favoleggiare su un universo di vita e di sogno. Se tutti gli elementi si muovono all'unisono, si riuscirà a procreare la vita. E l'acqua è il seme indispensabile.
Biografia
Mustapha Benghernaout è un cineasta autodidatta nato a Mostaganem in Algeria. Ha partecipato a molti festival a livello locale e internazionale. Vincitore dell'SDG in action film festival nel 2018, come miglior cortometraggio amatoriale allo Chefchaouen international environment film festival 2019 e come miglior cortometraggio al Tanjazoom international social short films festival 2019
Sinossi
Proprio come l'aria, l'acqua è un elemento essenziale nella vita, ma oggi conosciamo lo stato e il valore di questa benedizione?
Dichiarazione dell'artista
Dopo la cessazione di ogni attività artistica durante l'attuale periodo del Covid 19, stavo pensando di realizzare un video d'arte con i mezzi a mia disposizione a casa. Ero limitato nello scenario che non doveva essere complicato e facile da realizzare, senza l'ausilio di tecnici o attori.
Ho scelto l'acqua come soggetto e attore principale nel mio cortometraggio.
Volevo mostrare lo stato di questa componente vitale dall'interno, come se fossimo al posto dell'acqua e vedessimo i cambiamenti che subisce.
Ho anche usato i suoni per trasmettere il mio messaggio. Come il suono dei battiti del cuore che simboleggia la vita e che cambia ritmo al mutare dello stato dell'acqua (rarità, inquinamento ...).
Ho usato note musicali sincronizzate con le gocce di pioggia per dare una sensazione di speranza e anche note che danno un’impressione di preoccupazione con le immagini di inquinamento.