Holy Water Regista: Tom Reeve
Holy Water
Regista: Tom Reeve
Provenienza: UK
Anno: 2009
Autore Recensione: Roberto Matteucci
“Il problema dell’America? Non hanno una birra decente da bere.”
Nei piccoli paesi dell’Irlanda, la birra è da sempre consumata in quantità industriali. Nel film Holy Water del regista Tom Reeve hanno scoperto una nuova bevanda: l’acqua santa.
L’Irlanda dopo un breve boom economico, dovuto alla dominanza della speculazione finanziaria, all’utilizzo spregiudicato di fondi europei ha iniziato un decadimento economico. Le sue grandi strutture bancarie sono in crisi. I paesi sono abbandonati e le campagne si trovano a combattere contro una nuova povertà. I villaggi si sono svuotati e i giovani fuggono a Dublino o a Londra.
Nel paese dove è ambientato il film, l’economia è inesistente, il commercio quasi fallimentare. Sopravvive un pub, centro della vita di questa piccola comunità.
Si può anche vivere nella povertà, ma non si può vivere senza donne; e nel paese sono pochissime. Il prete non celebra un matrimonio da anni; solo funerali. L’unica redditizia attività funzionante nella zona è la fabbrica della Pfeifer, multinazionale farmaceutica, i cui fatturati hanno incrementi esponenziali. La Pfeifer produce il viagra: la ragione della verace e unica rivoluzione sessuale. In Irlanda realizzano milioni di pillole.
Questo è lo sfondo di un film corale. Un gruppo di disperati del paese ruberà un carico di viagra, lo nasconderanno in un pozzo, con la conseguenza di disperdere tonnellate della miracolosa pillola blu nella falda acquifera cui attinge l’acquedotto del paese. Ed ecco la grande scoperta: l’acqua ‘’santa’’, la quale risveglia l’amore, il desiderio e la passione di giovani e anziani. I litigi, i rapporti in crisi diventano d’improvviso freschi e appassionanti. E soprattutto nuovi amori nasceranno.
Un inno all’amore e alla sessualità, senza età e pregiudizi. Il film è ironico, denuncia l’attuale situazione delle campagne irlandesi, il degrado di piccole comunità senza speranza. Per risollevare il paese è necessario solo un miracolo. La storia si vivacizza per il confronto fra gli astuti campagnoli e uno sparuto gruppo di vigilantes di una sicurezza privata, pagati per rintracciare il viagra rubato. Se da una parte c’è la goffaggine nel condurre la rapina e l’ingenuità nella sua gestione, dall’altra ci sono uomini della sicurezza supertecnologici ma pieni di presunzione e incapaci di comprendere. Il sarcasmo sull’essere cittadino è molto caustico.
Essere scaltro non dipende dagli strumenti elettronici a disposizione ma dall’essere abituati a usare il cervello e avere una manualità indispensabile.
Per dare uno sfondo alla storia, il regista si serve di paesaggi brulli, cadenti catapecchie e pub in penombra.
Nel finale tutto cambia, siamo di fronte alla vittoria dell’amore sulla noia, del divertimento sfrenato contro la depressione. L’amore porta anche una rinascita economica, perché sono proprio l’amore e il sesso ad alimentare una grande fetta di economia.
Ecco il miracolo: il sesso! Solo sviluppando l’amore e la sua conseguenza fisica, l’economia potrà riprendere. Una lezione per i tanti cupi e tristi economisti.