La cuoca del presidente - Les saveurs du Palais Regista: Christian Vincent

La cuoca del presidente - Les saveurs du Palais

Anno: 2012

Regista: Christian Vincent

Autore Recensione: Roberto Matteucci

Provenienza: Francia

“Agli uomini politici piace molto fare sesso con le belle donne.”

Si racconta che certa signora Danièle Delpeuch sia stata cuoca privata per il presidente Mitterand per un paio d’anni all’Eliseo.

Il film La cuoca del Presidente del regista Christian Vincent narra una storia simile.

Hortense Laborie gestisce un ristorante nella provincia francese ed è chiamata d’urgenza a Parigi a soccorrere le papille gustative del depresso Presidente.

L’inizio è in una sperduta isola dell’Oceano Indiano, dove la Francia ha una base di ricerca scientifica, la Alfred Faure. Il posto è lontano, fuori dal mondo, però sono fortunati perché la cuoca della mensa cucina dei piatti eleganti e pieni di sostanza. È Hortense Laboire, la quale si è rifugiata nella remota base dopo aver abbandonato l’Eliseo. Partendo dalla stazione antartica, la storia centrale è scritta come un flash back.

A Périgord nella provincia francese, quattro anni prima, Hortense gestiva un ristorante. Degli emissari del governo la incontrano. Nel viaggio verso Parisi le immagini mostrano una campagna francese bella e nostalgica. Nella capitale si cambia, la ripresa dei palazzi è riflessa sui vetri della macchina. Ora il film si tramuta in una passerella di signorili piatti di cucina francese. Al Presidente piace la “una cucina di famiglia” e Hortense cerca di accontentarlo a dispetto delle gelosie del precedente personale. Essa affronta una lotta impari con la burocrazia del palazzo presidenziale: è necessaria l'approvazione per gli orari, per il controllo della merce, per prendere un treno. Hortense è maniaca e precisa, inoltre è una donna di fascino ed elegante, indossa una varietà colorata di colonna di perle. Il carattere è energico, ambizioso, subisce il carisma dell’anziano presidente, e lo circuisce con le sue pietanze.

“Il cuoco non può essere un contabile”, è soprattutto una donna determinata e rigorosa. Parla eternamente di ricette, mentre cucina chiacchiera con le pentole, scandendo le varie fasi come una colonna sonora per scoppiettanti e colorati cibi. Riesce a coinvolgere tutti nell’appassionata ricerca di bontà: i funzionari dell’Eliseo, i poliziotti di guardia.

“Credo che in questo momento il presidente abbia altre priorità” nonostante il ruolo, il presidente trova sempre tempo per lei.

Il film è simpatico come uno dei tanti programmi di cucina, inflazionati nella televisione, bisognerebbe guardarlo con un taccuino per prendere appunti delle ricette.

I prodotti alimentari sono la parte migliore. Il cibo è esposto a sfilate virtuali, a entrate trionfali, come le erotiche vongole che si aprono con sensuali crepiti. Il regista gli dedica dei primi piano stuzzichevoli, ovvero colloqui fanatici con le pietanze.

Cibo e cinema hanno un legame profondo e storico, però ci mancava il racconto di una cuoca e di un presidente, il quale scendeva in cucina a mezzanotte per uno spuntino tradizionale, soprattutto per amoreggiare con la donna.

Roberto Matteucci

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“There’d he even less chance in a next life,” she smiled.
“In the old days, people woke up at dawn to cook food to give to monks. That’s why they had good meals to eat. But people these days just buy ready-to-eat food in plastic bags for the monks. As the result, we may have to eat meals from plastic bags for the next several lives.”

Letter from a Blind Old Man, Prabhassorn Sevikul (Nilubol Publishing House, 2009)

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