Magic Mike Regista: Steven Soderbergh Cast: Matthew McConaughey, Cody Horn, Alex Pettyfer

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Magic Mike

Regista: Steven Soderbergh

Cast: Matthew McConaughey, Cody Horn, Alex Pettyfer, Channing Tatum, Matt Bomer, Joe Manganiello

Anno: 2012

Provenienza: USA

Autore Recensione: Roberto Matteucci

“Gli unici eccitapassere di Tampa”.

Mike si sveglia una mattina nella sua stupefacente casa sulla spiaggia della Florida. È nudo, mostra i suoi poderosi muscoli. Sta parlando con una ragazza anch'essa nuda. Dal dialogo apprendiamo una conoscenza solo per un passatempo notturno. Poi si girano, c’è un’altra ragazza discinta sul letto. “Come si chiama?” si chiedono. Nessuno dei due conosce il nome della terza presenza. Mike si veste, prega la ragazza di chiudere la casa - stupendola perché si fida degli sconosciuti - esce e va a lavorare. Mike è un muratore.

È la partenza micidiale e simbolica di Magic Mike di Steven Soderbergh. Il film è un’ubriacatura di nudi maschili, un’orgia di muscoli, i pettorali svettano come i monti dell’Himalaya, gli ormoni a migliaia vagano liberamente. Il pubblico del cinema è totalmente femminile. I pochi uomini si nascondo vergognosi. Ed è un peccato, perché il film è bello, emozionante e ben girato.

Il mestiere diurno di Mike lo conosciamo ma quando giunge la notte, Mike riappare di nuovo. È ora di iniziare il suo secondo lavoro: lo spogliarellista per donne eccitate e vogliose. Lavora in un locale per sole donne di Dallas. Lui è il suo pezzo pregiato. Insieme a un gruppo di muscolosi virili ragazzi, tutte le sere volteggia sul palco per mostrare il voluttuoso pacco e il suo posteriore possente.

Nel suo lavoro diurno ha incontrato il giovane e atletico Adam. Casualmente lo introdurrà nel sistema dello striptease. Diventeranno amici. La loro amicizia sarà il detonatore. La loro relazione provocherà l’esplosione del fantastico ed effimero mondo del nudo maschile, bello in apparenza ma vuoto all’interno.

I ruoli fra i due si capovolgeranno. Il maturo e volitivo Mike acquisirà una serie di debolezze e incertezze. Mentre Adam lo sostituirà perché è un ragazzino voglioso di divertirsi. La storia non è solo una sfilata di corpi per soddisfare l’occhio di donne arrapate. Le scene dei balletti, degli spogliarelli, delle simulazioni di giochi erotici, di finti coiti racchiude gran parte della pellicola, ma è strutturale al racconto dell’amicizia fra i due ragazzi. I due opposti prima si attraggono e poi si separano.

Nel momento della sua capitolazione Mike dichiara la sua innocenza “io non sono il mio lavoro”: cerca sul suo iphone il numero di una ragazza da chiamare. Sfoglia la rubrica incerto, è la metafora della grande solitudine vissuta. Non vorrebbe una semplice scopata, vorrebbe qualcuna con cui avere un feeling. Chiama una ragazza. Quando la raggiunge a casa lei è attonita perché Mike sta cercando un dialogo con lei. Il suo rimprovero è significativo: “Tu non devi parlare.” Mike ha solo un altro scopo. Il mondo della donna oggetto è capovolto. Le femmine si sono emancipate, hanno acquisito diritti e libertà di scelta. Perciò scelgono gli uomini come soggetti di mero piacere. Per concentrarsi sul rapporto donne libere e uomini oggetti di desiderio, il regista cerca in tutti i modi di allontanare ogni tentazione di attirare gli omosessuali: “non è un passatempo da froci”. I gay sono esclusi, il loro ingresso nella storia è vietato. Anche se poi gli stessi attori interpreteranno una canzone country in voga negli ambienti gay americani, il cui titolo è indicativo: Save A Horse Ride a Cowboy.

Il regista concede il suo meglio nelle ambientazioni nel locale notturno. Riesce magistralmente a esaltare i vari personaggi, utilizzando l’elemento fisico e carnale come una frusta, con delle inquadrature totalizzanti e particolari. Ogni elemento corporeo non è escluso. Lo vediamo in tanti modi, a volte il personaggio è anche circondato da cerchi di luce artificiale come a incorniciarlo.

Quando poi subentra la droga la visione sarà meno libera, qualcosa si è rotto. Si sta rompendo l’amicizia. Mike sente la necessità di assomigliare alle “persone che vivono alla luce del giorno” vuole ritornare ad amare, a sentirsi libero mentalmente, vuole innamorarsi. La sua libertà fisica lo ha stancato, è ora di lasciare il posto ad altri.

Non mancano sarcasmi spietati soprattutto sulle donne. Le donne ridono incessantemente, nel film sono tratteggiate come isteriche, nevrotiche sempre a bocca aperta per il gran ridere durante le manifestazioni dei ragazzi. Il regista le deride, riprendendole nei modi più assurdi, deformate, istupidite da tanti ormoni. Il regista è duro con i ragazzi e il loro mestiere, ma è altrettanto severo le donne. Perché hanno tanto combattuto per ottenere potere e libertà? Per vedere un uomo nudo?

Quando Adam entra la prima volta nello spogliatoio dei ragazzi vede sottocchio uno dei ballerini usare la vacuum pump per ingrandire il suo pene. Lo guarda stupito, intimidito quasi spaventato, mentre Mike troneggia nel suo habitat. La chiusura morale è sempre nello stesso posto. Mike è immobile, sta riflettendo, sta pensando. Guarda fuori campo, il montaggio stacca alternativamente su Dallas - mentre sta svolgendo il suo show fra gli applausi delle ragazze - e su Adam, il quale ride e scherza a suo agio nei camerini, lui è già il nuovo re. È il passaggio di consegna fra i due.

Roberto Matteucci

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“There’d he even less chance in a next life,” she smiled.
“In the old days, people woke up at dawn to cook food to give to monks. That’s why they had good meals to eat. But people these days just buy ready-to-eat food in plastic bags for the monks. As the result, we may have to eat meals from plastic bags for the next several lives.”

Letter from a Blind Old Man, Prabhassorn Sevikul (Nilubol Publishing House, 2009)

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