Panama Papers - The Laundromat Regista: Steven Soderbergh
Panama Papers - The Laundromat
Regista: Steven Soderbergh
Cast: Gary Oldman, Antonio Banderas, Meryl Streep, James Cromwell, Jeff Michalski, Jane Morris, Robert Patrick, Chris McLaughlin, Jay Paulson, Melissa Rauch, Juliet Donenfeld, Brock Brenner, Larry Clarke, David Schwimmer, Marsha Stephanie Blake, Jeffrey Wright, Sharon Stone, Alexander Stasko, Myron Parker Wright, Miriam A. Hyman, Veronica Osorio, Brenda Zamora, Frank Gallegos, Nonso Anozie, Miracle Washington, Jessica Allain, Jonah Gould, Larry Wilmore, Nikki Amuka-Bird, Matthias Schoenaerts, Rosalind Chao, Kunjue Li, Ming Lo, Jesse Wang
Provenienza: USA
Anno 2019
Autore recensione: Roberto Matteucci
Click Here for English Version
“The secret life of money.”
Nel 2016 scoppia un enorme scandalo finanziario.
Il consorzio Icij e oltre cento giornali di tanti paesi, pubblicano i risultati di una inchiesta su delle società off-shore a Panama.
Un whistle-blower carpì i dati e nomi dei conti correnti cifrati dall'interno dello studio legale Mossack Fonseca a Panama. Le informazioni giunsero al quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung.
Lo studio legale creava società, per clienti di tutto il mondo, in nazioni con il segreto bancario impenetrabile. Erano clienti particolari, desideravano la massima privacy, sia sui nomi, sia sulla provenienza dei fondi.
I file trafugati erano immensi: 11,5 milioni di documenti, 2,6 terabyte di dati, contenevano le indicazioni di 214.000 società e 14.000 clienti. (1)
L'analisi dei dettagli riportò personalità illustri nascosti fra i soci di società di comodo: tantissimi politici e familiari, presidenti, re, calciatori, finanzieri, imprenditori.
La ricerca fu intrigante, i redattori avevano un tono sostenuto, convinti, forse in buona fede, di aver scoperto i misteri del mondo, ma qualcosa di strano c'è. Avere un conto all'estero non è reato, la maggioranza dei paesi del mondo lo consente. Mancò l'indagine investigativa, i giornalisti erano concentrati sui nomi eclatanti, e così saltò la conoscenza sulla provenienza dei fondi accumulati. Questo sarebbe stato il nucleo fondamentale, questa sarebbe stata la notizia bomba, altrimenti, come poi è avvenuto, lo scandalo si sarebbe sgonfiato nell'indifferenza degli iscritti nella lista.
Però, questi dettagli non interessano gli scrittori del film Panama Papers - The Laundromat del regista Steven Soderbergh, presentato alla 76° Mostra Internazionale d'arte cinematografica di Venezia.
Ellen Martin è una donna matura, sposata con un uomo amatissimo. Hanno un incidente durante una gita su una barca sul George Lake: l'imbarcazione affonda, il marito muore. Ellen spera di avere il risarcimento dell'assicurazione per comperarsi una casa a Las Vegas. Ne vuole proprio una specifica perché dalla finestra può vedere l'angolo della strada del primo incontro con il marito. Questo romantico desiderio si dissolve a causa delle assicurazioni e contro-assicurazioni.
L'assicurazione della gestione del lago ha avuto una sfilza di spostamenti di societari e di rischio, fino ad arrivare a proprietà fittizie.
Ellen, orgogliosa, vuole scoprire gli attuali veri detentore. Perciò, va a Nevis, sulla bellissima isola di Saint Kitts e Nevis nei Caraibi, una città dai colori vivaci. E poi a Panama (“come il cappello” ).
Il film è corale con dei personaggi finti, delle caricature.
Ellen è dolce, amorevole con la famiglia, malinconica dopo la morte del marito, dignitosa e caparbia. È anch'essa finta, è una messinscena ma non un inganno.
Gli altri protagonisti, con delle differenze, si possono definire egoisti, irascibili, violenti, irosi, meschini e soprattutto spilorci. Nel livello superiore ci sono gli assassini, i mafiosi, i narcotrafficanti, i terroristi.
Soderbergh è un esperto professionista, ha realizzato pellicole di vario genere, lavorando sempre con attori di spessore artistico elevato.
The Laundromat ha però principi diversi. Anzitutto, l'argomento trattato è ostico, difficile, complicato, perfino noioso. Si tratta di milioni di documenti intricati, macchinosi e quindi non popolari. Il regista ci narra come è riuscito a trasformare un titolo di cronaca in un film spiritoso di un'ora e mezzo:
“Beh, penso che la sfida, come stavi dicendo, è come - come trasformare una storia che era fondamentalmente un titolo di giornale che riguardava attività che penso che molte persone non conoscessero in una storia che in qualche modo collega alla tua esperienza nel mondo reale. Questo è stato il trucco, è come convincere la gente che, anche se non hai molti soldi, sei influenzato da questo comportamento. E abbiamo studiato le storie dietro i Panama Papers. In questo incidente in barca sul Lago George, 21 persone sono morte. E a quanto pare, non c'era assicurazione. L'assicurazione che la compagnia di crociera pensava fosse esistita all'interno di un'altra compagnia all'interno di un'altra compagnia. Nessuno di loro era reale. E tutte quelle persone sono state fregate.” (2)
Il regista doveva carpire delle chiavi di lettura. Due sono evidenti. La prima è ordinaria e banale: aprioristicamente i ricchi sono avidi, avari e i soldi guadagnati sono rubati.
Il secondo è linguistico: convertire una storia triste in una commedia divertente. Di nuovo l'autore spiega come ha trasfigurato i personaggi, addirittura i feroci, in una specie di cartoni animati:
“L'intenzione era di farti divertire mentre ci occupiamo di questi problemi. [Sceneggiatore] Scott Burns mi ha contattato e mi ha detto: "Dimmi se sei interessato". Il libro di Jake è una rivisitazione avvincente e magnificamente scritta di come la storia sia scoppiata dalla parte del giornalista. Ho detto: "Jake sarà davvero importante per il film, ma non voglio fare un film sui giornalisti che scoprono una storia. È stato fatto più volte e molto bene ". Scott e io avevamo visto ciascuno [il film argentino di Damián Szifron] "Wild Tales", una serie di storie che saltano in giro per il mondo e Scott ha suggerito qualcosa di simile. Ho detto: "Sembra divertente", che non è una parola solitamente associata a un simile argomento. È stato divertente leggere alcune storie sul film; la gente presume che sia "Tutti gli uomini del presidente". Penso sempre: "Ragazzo, sono sorpresi." (3)
C'è un altro protagonista importante nel racconto fasullo di Soderbergh. È una donna anonima, vestita modestamente, goffa, timida, imbranata. Il suo lavoro è firmare carte. Tante carte, migliaia di carte. È una ex segretaria e ora è amministratrice di società ricchissime. Dalla categoria delle segretarie sono state scelte anche le antecedenti procuratori legali, l'unica qualità richiesta è non comprende minimamente i fogli siglati. In precedenza, il ruolo era svolto da un'assistente latina, la quale muore rocambolescamente scatenando il panico nello studio legale. Era delegata di venticinque mila società e ora servono venticinque mila moduli per cambiare la firma societaria.
Il regista descrive gli avvocati Mossack e Fonseca usando luci, lustrini, frac, colori esagerati, sale giochi. Vuole esibire il lusso sfrenato.
Alcune scene sono emblematiche. Esempio è l'episodio di Charles. Charles ha un business sconosciuto, ma chiaramente pericoloso e fuorilegge, ma gli procura elevatissimi introiti. Ha una villa stupenda a Los Angeles ma un comportamento familiare dubbioso. Diventa l'amante della compagna di stanza della cicciotella figlia adolescente. Quando moglie e figlia smascherano la truce relazione, Charles ha una risposta standard “Quanto vuoi?” “how much?”
Vive in un sontuosità esagerata, come gli auricolari d'oro: “L'oro non è impermeabile?” “Is gold waterproof?”
Ma Charles è un bastardo. Tacita le due donne regalandogli venti milioni di dollari. Ma da buon farabutto, con una serie di transazioni finanziarie, tramuta i venti milioni in trentasette dollari provocando la loro l'ira quando cercano d'incassare.
L'artificiale realtà è narrata quando Ellen è a Nives. Nives è un paradiso fiscale dove hanno sede migliaia di aziende. Ellen si aspetta di trovare i loro uffici in giganteschi grattacieli. Ha una sgradita sorpresa. Campo lungo su una città caraibica, rumore della strada. La camera gira su sé stessa, inquadrando il fondo della via. Campo lungo, Ellen sta arrivando, avanza verso la camera, si guarda intorno, ha un biglietto con un indirizzo della assicurazione in mano, passa di fronte a una vecchia Fiat 500. La camera statica ruota attorno a Ellen. Cut, ha trovato il posto ma davanti ha solo delle cassette postali sul muro di un umile edificio. Dei P.O. Box sono il domicilio delle potenti società. La camera si muove indietro ed Ellen casualmente incrocia il colpevole.
L'analisi sociale è palese, come quella etica, il male è facilmente individuabile. Panama è un microcosmo di qualcosa più complesso.
Ci sono molte graphic scene, i disegni delle banconote di tutto il mondo svolazzano nel film.
L'elemento basilare è la finzione. Gli sfondi sono volutamente falsi, la camera, incessantemente vicina, permette ai personaggi di parlargli direttamente.
Una banca è completamente chiara, asettica; una grande scrivania situata al centro di un vasto locale e la camera si muove in giro.
Come totalmente finta, ma probabilmente neppure tanto, è la prigione nella quale sono rinchiusi Mossack e Fonseca.
È una incantevole prigione. Campo lungo. Scena divisa in due parti verticalmente. Sopra un passatoio, una guardia ci sta camminando. Sotto quattro celle. In quella centrale ci sono solo i due avvocati, le altre sono piene di detenuti, tutti appoggiati alle sbarre. La luce è rossa, finta, con dei neon ampi e una intensa illuminazione bianca.
L'autore è attento alle inquadrature, al taglio delle immagini, ai focus, ai continui cambi di posizione.
Ma è veramente un'invenzione? La narrazione finisce con Merly Streep mostrare la realtà in un magazzino contenente le scenografie del film. È lo stile della pellicola, giocare sull'ironia, sui tanti troppi e lunghi dialoghi
Il film ha troppi nomi, troppe società, troppi caratteri, forse troppe volte troppo.
Nell'elenco dei Panama Papers ci sono pure tanti artisti. Lo sceneggiatore gioca su questo elemento. Per ottenere vantaggi sulle tasse molte società hanno sede nel Delawere e gli avvocati ironicamente dichiarano: “anche il regista di questo film ne ha cinque” “The director of this movie has five”; “perfino il nostro sceneggiatore ne ha una” “Even our writer has one.”
Alla 76° edizione della Mostra d'arte cinematografica di Venezia, il Leone d'oro alla carriera è stato assegnato al bravissimo Pedro Almodóvar, presente a Venezia. Il regista spagnolo e il fratello, produttore dei suoi film, avevano delle società a Panama. (3)
Se si fossero incontrati, Steven Soderbergh avrebbe potuto chiedergli di collaborare alla sceneggiatura, chissà quante curiosità aggiuntive.
“Well, I think the challenge, as you were saying, is how to - how do you turn a story that was basically a newspaper headline that involved activity that I think a lot of people were not familiar with into a story that somehow connects to your real-world experience. That was the trick, is, how do we convince people that, even if you don't have a lot of money, you're affected by this behavior.
And we researched the stories behind the Panama Papers. This Lake George boat accident, 21 people died. And as it turns out, there was no insurance. The insurance that the cruise company thought they had existed within another company within another company. None of them were real. And all those people got screwed.” https://www.npr.org/2019/09/28/765322841/steven-soderbergh-on-the-laundromat?t=1607032765088 tradotto dall’autore
“The intention was to keep you entertained while we get into these issues. [Screenwriter] Scott Burns reached out to me and said, “Tell me if you’re interested.” Jake’s book is a compelling, beautifully written retelling of how the story broke from the journalist’s side. I said, “Jake is going to be really important to the film, but I don’t want to make a movie about journalists uncovering a story. That’s been done multiple times, and done very well.” Scott and I had each seen [Argentine Damián Szifron’s film] “Wild Tales,” a series of stories jumping around the globe, and Scott suggested something similar. I said, “That sounds like fun,” which is not a word usually associated with such a topic. It’s been funny to read some stories about the movie; people assume it’s “All the President’s Men.” I always think, “Boy, are they in for a surprise.” https://www.npr.org/2019/09/28/765322841/steven-soderbergh-on-the-laundromat?t=1607032765088 tradotto dall’autore