Tanna Regista: Martin Butler, Bentley Dean Cast: Marie Wawa, Mungau Dain

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Tanna

Regista: Martin Butler, Bentley Dean

Cast: Marie Wawa, Mungau Dain

Anno: 2015

Provenienza: Australia, Vanuatu

Autore Recensione: Roberto Matteucci

“Proprio lì attraccò il capitano Cook.”

Nel 1774 il capitano Cook, nel secondo viaggio in Oceania, sbarcò a Vanuatu.

L’arcipelago delle Vanuatu è composto di un’ottantina d’isole, in alcune vivono ancora gruppi d’indigeni isolati dalla popolazione più occidentalizzata.

Uno spaccato intrigante di Vanuatu è raccontato nel film Tanna, dei registi australiani Martin Butler e Bentley Dean presentato alla Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia del 2015.

Tanna è il nome di un’isola nella quale ci sono dei villaggi di nativi. Vivono in capanne, girano nudi, si coprono con gonnelline di paglia, appaiono felici.

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Il posto è fantastico, fanno il bagno in una cascata, cantano, si dipingono il volto, si corteggiano allegri: “Sei diventata grande come una bellissima farfalla.”

Questa condizione naturalista non gli evita di avere gli stessi nostri problemi.

Nella stessa isola ci sono diverse tribù, profondamente rivali e, in caso di sconfinamento non esitano a uccidere.

L’usanza, per evitare la guerra, è quello dei matrimoni combinati. Si sposano fra tribù differenti. Wawa una bella ragazza, è innamorata, corrisposta, di Dain, il nipote del capo tribù. Ma è stata promessa al figlio del clan rivale. È un Romeo e Giulietta formato Vanuatu.

Un mondo complesso, diverso, unico, un ambiente al limite della sopravvivenza, si sintetizza, negli occhi dei due australiani, con una visione occidentale. È il limite del film, a lungo caratterizzato come una cartolina, come un documentario turistico. Questo è il peccato originale, poi ci sono le qualità, come la volontà di creare, di mostrare, di far conoscere. In un momento della fuga dei due amanti arrivano in un’isola, dove gli abitati si sono convertiti al cristianesimo. La reazione di Dain è: “Questa gente mi spaventa.” Probabilmente la stessa reazione avuta dai locali alla vista dei due volenterosi australiani.

Roberto Matteucci

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“There’d he even less chance in a next life,” she smiled.
“In the old days, people woke up at dawn to cook food to give to monks. That’s why they had good meals to eat. But people these days just buy ready-to-eat food in plastic bags for the monks. As the result, we may have to eat meals from plastic bags for the next several lives.”

Letter from a Blind Old Man, Prabhassorn Sevikul (Nilubol Publishing House, 2009)

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