Il corpo sa tutto di Banana Yoshimoto
Il corpo sa tutto di Banana Yoshimoto
Feltrinelli, Milano
Giugno 2004, prima edizione
Autore recensione: Roberto Matteucci
“La Sicilia è piena di ladri! Portate i vestiti peggiori che avete, non portate con voi borse, mettete tutto nei sacchetti tipo quelli del supermarket, ma anche così è probabile che sarete derubati lo stesso…” (Pag. 90)
Nel Giappone di oggi, nonostante le gigantesche e a volte bislacche modernità, è possibile vivere anche un mondo antico, pieno di tradizioni congenite.
La tradizione è la base della vita. Sono le fondamenta. Su di esse si può costruire un palazzo, senza di esse non si finirà mai di costruirlo.
Banana Yoshimoto è una scrittrice colta, ha viaggiato, conosce il mondo, è pratica dell’Italia.
Nei suoi racconti di Corpo sa tutto (Feltrinelli, Milano, giugno 2004, prima edizione) c’è tutto quello che potremmo vivere nel Giappone. raccontato al femminile, in un mondo ricco di donne, ragazze ingegnose, perspicaci.
A volte appaiono come vittime, la parte più debole, ma le donne giapponesi hanno il loro modo di gestire la vita.
La geisha ha pieno possesso dell’uomo e lo vediamo nel racconto della Mummia, ricco di sesso e perversioni di tutti i generi. La donna sembra essere oppressa, ma è essa a decidere i gesti e le azioni dell’uomo e sa bene quando smettere. E’ una finta mummia, forse la mummia è il ragazzo, stupratore e serial killer, solo nella mente della donna.
In Equilibrio manca proprio la via di mezzo, la protagonista si trova fra una pomiciata con un ragazzino e un pesante corteggiamento di un anziano.
Ma questo è il Giappone, quello di una scuola impegnativa, con punizioni corporali e selezione incredibile.
Il lavoro è impegnativo e il tempo libero da dedicare a una relazione diventa oneroso.
Esistono anche gli spiriti. Come lo spirito della nonna nel Pollice verde, perché senza di essi non si può andare avanti. Ci raccontano le loro esperienze e ci danno l’indicazione della strada migliore. Noi non siamo in grado di decidere anzi siamo un piccolo granello senza una metà ma gli spiriti ci avvolgono. Sono gli spiriti dei nostri antenati.
«Non vorrei fare una morte vergognosa … ma non mi interessa nemmeno fare una morte onorevole» (Pag. 135)
Il samurai, sempre nell’Equilibrio, è il vecchio combattuto dal desiderio di correre dietro ad una giovane, ma si lascia una via aperta, vuole fare una morte normale, ma un trapasso normale, nel proprio letto in Giappone è una morte vergognosa o onorevole?