Morte in mare aperto e altre indagini del giovane Montalbano di Andrea Camilleri

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Morte in mare aperto e altre indagini del giovane Montalbano di Andrea Camilleri

Sellerio, Palermo

2014

Autore recensione: Roberto Matteucci

“Quanto mi sarebbe piaciuto farle l’autopsia!” (Pag. 60)

La produzione creativa di Andrea Camilleri è elevata, ogni anno pubblica tanti libri. Indubbiamente non soffre della sindrome della pagina bianca e ha una bella scrittura veloce. Inoltre per mantenere un ritmo da ostacolista dovrebbe avere nel cassetto tante storie, magari da completare per un futuro e rapido sviluppo.

Morte in mare aperto e altre indagini del giovane Montalbano (Sellerio, Palermo, 2014) è composto da una serie di brevi racconti tutti con protagonista l'instancabile Commissario. Siamo tornati indietro nel tempo, Montalbano è lo stesso funzionario irascibile e puntiglioso, ma di qualche anno indietro.

In alcuni racconti c’è uno specifico richiamo a qualche importante avvenimento del presente. L’attualità del racconto è ora storia: il delitto Sindona con un caffe, l’attentato al Papa.

C’è anche un incontro con il padre con il quale ha un rapporto difficile e controverso. Ci sono i consueti bizzarri simbolici sogni.

Mantiene la solita suscettibilità con i colleghi: “Sti ‘già fatto’ stavano a significari che Fazio spisso e volanteri si trovasse un passo Avanti a lui, e ‘sta cosa gli faciva smorcare un nirbùso ‘rresistibili.” (Pag. 110), e con il dottor Pasquano.

La trama dei racconti è varia: omicidi, sparizioni, colpi di pistola contro la macchina del Commissario ma perfino crimini minimi, compreso un ladro gentiluomo. Alcuni sono di diversi capitoli, altri corti.

In realtà più che dei racconti sembrano delle bozze di romanzi da sviluppare in seguito, delle idee, nulla più. Qualche foglio estratto dopo aver scartabellato dentro l’ampio cassetto dello studio dello scrittore.

È un peccato perché il soggetto esiste ed è solido, poi c’è una fretta per apparecchiarlo per la casa editrice.



Roberto Matteucci

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“There’d he even less chance in a next life,” she smiled.
“In the old days, people woke up at dawn to cook food to give to monks. That’s why they had good meals to eat. But people these days just buy ready-to-eat food in plastic bags for the monks. As the result, we may have to eat meals from plastic bags for the next several lives.”

Letter from a Blind Old Man, Prabhassorn Sevikul (Nilubol Publishing House, 2009)

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