Muscat, Oman

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La Lonely Planet sull'Oman (1) riporta la notizia di multe della polizia ai possessori di autovetture sporche. Se vivessi in Oman sarei costretto a lavorare per pagare le contravvenzioni visto le condizioni della mia macchina. L'indicazione della famosa guida, oltre un tono divertente, rappresenta una immagine perfetta di Muscat e dell'Oman.

Tutte le automobili, rigorosamente di grossa cilindrata e costose, sono immacolate, meticolosamente limpide e lucide, ma non per paura delle sanzioni ma per volontà e stile di vita degli omaniti, amanti della perfezione e della pulizia.

Nonostante Muscat sia costruita sulla sabbia del deserto essi non tollerano neppure un minuscolo granello sulle auto.

Questo aspetto, apparentemente di poco significato e spiritoso, serve a comprendere e a individuare il carattere, la forza e la bellezza di un paese arabo capace di tenere unita tradizione e attualità.

La limpidezza e pulizia sono caratteristiche dell’Oman.

I vicini Emirati, Qatar, Kuwait hanno innalzato una modernità esasperata, cancellando quasi indelebilmente una memoria storica importante, emarginandola in una riserva. Avviene ad esempio a Dubai, dove gli antichi edifici di Deira sono impeccabili, irreprensibili nel restauro ma tanta perfezione, quasi da set cinematografico, dimostra, la finzione del tutto.

Muscat si espande lunga la costa del golfo di Oman per chilometri. Il deserto, la roccia, la mancanza totale di vegetazione sono le costanti della città. L'architettura ha l’attributo di essere orizzontale. Non sono dominati dall'altezza come a Dubai, gli edifici hanno un andamento lineare parallelo come le tradizionali costruzioni inflessibilmente bianche, squadrate.

Lo stesso stile è mantenuto perfino per le grandi opere come il Royal Opera House edificato vicino alla Qurum Beach.

Nato come desiderio del Sultano Sayyid Qaboos bin Said Al Said per soddisfare la sua passione per l'opera, il teatro è un piacevole regalo concesso a Muscat. Sorge bellissimo di marmo bianco mentre l'interno prevale il color rosso.

Il sole si abbatte di giorno sulla sabbia, le strade della città; il caldo è infuocato, bruciante, cocente. Muoversi in pieno giorno è difficile, gli omaniti si spostano lentamente e solo se devono, sfruttando gli scarsi alberi, gli insufficienti ripari. In giro c'è poca gente, la maggior parte aspetta l'imbrunire e la notte per uscire, per avere un refrigerio. Il bianco domina, fino a trasformarsi abbagliante sotto sole incandescente.

Il bianco è il colore ideale per descrivere l'ordine della città insieme la sicurezza, la quale è percepita anche camminando di notte. Tante donne passeggiano, a qualsiasi ora, tranquille perfino solitarie senza nessun problema.

Alcune eccentriche incertezze ci sono. Come la difficoltà di attraversare a piedi le strade, soprattutto, le lunghe linee che tagliano la città. I marciapiedi a volte finiscono in posti strani richiedendo una particolare capacità d'improvvisazione.

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Old Muscat è caratterizzata da un grande silenzio. Sebbene sia la capitale politica, amministrativa dell'Oman, la città vecchia esalta il sentimento di quiete e calma, attributo positivo degli abitanti omaniti. Tranquillità e serenità si ritrovano camminando di sera sulla spiaggia di Qurum. La riva è circondata da un alone di romanticismo, con tanti gruppi di amici e tante coppiette appartate in momenti d'intimità. L’illuminazione arriva da una unica fonte di luce: la luna.

Il paese non è isolato anzi possiede l'abilità di apprendere, principalmente fra i tanti giovani.

Tantissimi gironzolano, si può incontrare di tutto, anche un ragazzo con la chitarra mentre suona per gli amici il flamenco, non la tipica musica locale, ma una tradizionale musica spagnola segno d'integrazione e conoscenza di culture lontane.

Al Khuwair è il nuovo centro di Muscat anche per la presenza del più vasto centro commerciale della città l’Oman Mall.

Difforme, distante è il quartiere di Matrah dove si trova il suq più grande di Muscat. Al suo interno si aggirano pochi turisti e tanti omaniti alla ricerca di un shopping inconsueto. Matrah è vivace addirittura durante il caldo giorno. Gli sbrigativi turisti arrivano sulle navi da crociera, si fermano frettolosamente nel porto di Matrah, vagano stanchi e sperduti nel suq.

Matrah è ancora un centro arabo classico e tradizionale. Alla fine del mercato c'è una piccola moschea, un arco, una piazzola con delle panchine. Su queste il tardo pomeriggio arrivano uomini, anziani, giovani, in gruppo o solitario per sedersi e rilassarsi all'ombra. È caldissimo e perciò mantengono una calma accentuata. I gesti sono minimi, flemmatici. Ogni tanto parlano con il vicino. Pongono una domanda, con una risposta che arriva sempre in ritardo. Rimangono seduti. Poi si alzano salutano e se ne vanno lasciando il posto a un nuovo ospite. Possono rimanere ore calmi impassibili, è la soluzione degli omani al caldo, è la loro esperienza secolare di vita vissuta nel deserto. Ma il popolato suq, fra i tanti negozi, compratori, venditori nasconde alcuni segreti. Sono difficili da scoprire ma, se si ha la mente aperta, saranno i segreti a trovare a noi.

Le differenze con gli altri paesi del Golfo sono lampanti nei flussi immigratori. Non sono evidenti come a Dubai e Abu Dhabi, mantengono una presenza più limitata e meno appariscente. Le direttive seguono questo orientamento. Per esempio la licenza dei taxi è rilasciata unicamente agli omaniti. Il settore è protetto da una politica di prezzi della benzina bassi anche se di recente c'è stato un aumento. In considerazione della vastità della città, i taxisti godono di un buon benessere. Queste scelte incidono per concedere con una prosperità diffusa alla popolazione locale.

Alcuni aspetti tradizionali, più vistosi sono facilmente riconoscibili anche fra i giovani. Uno di questi è lo stile nel vestire.

Il Kumma è il cappello simbolo e soprattutto molto elegante. Gli omaniti comperano gli Kumma lavorati a mano, sono molto costosi e bellissimi, pieni di arabeschi e disegni. Osservati con attenzione gli Kumma sono tutti diversi, ognuno con il proprio tratteggio. Sono solitamente regalati dalla famiglia ai figli come passaggio generazionale.

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Con la stessa raffinatezza si porta il pugnale tradizionale, il Khanjar. Il Khanjar è qualcosa di superiore, è l’emblema, il segno della nazione, è infatti presente nella bandiera omanita, intrecciata con due spade.

Personificazione di una nazione, il Khanjar è un obbligo dispendioso perché sono lavorati a mano e realizzati anche con materiali preziosi. È il simbolo del mito guerriero, quello indomita, quello che non si arrende, pronta ad armarsi di nuovo per difendere il deserto tanto amato.

Poi c'è il Wizar. Il Wizar bisogna scoprirlo da soli. Lo indossano gli uomini, è comodo, pratico, essenziale e di facile uso in caso di necessità urgente e impellenti.

Se nessuno vi ha mostrato il Wizar vuol dire che non siete mai stati in Oman o, se ci siete stati, avete dormito tutto il tempo. :-)

(1) Lonely Planet Oman, Yemen, Emirati Arabi, 4° edizione Italiana, febbraio 2011

Roberto Matteucci

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“There’d he even less chance in a next life,” she smiled.
“In the old days, people woke up at dawn to cook food to give to monks. That’s why they had good meals to eat. But people these days just buy ready-to-eat food in plastic bags for the monks. As the result, we may have to eat meals from plastic bags for the next several lives.”

Letter from a Blind Old Man, Prabhassorn Sevikul (Nilubol Publishing House, 2009)

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