Amabili resti Regista: Peter Jackson con Saoirse Ronan e Stanley Tucci
Amabili resti - The Lovely Bones
Regista: Peter Jackson
Provenienza: USA; UK; Nuova Zelanda
Anno: 2009
Autore Recensione: Roberto Matteucci
L’inizio del film Amabili resti del regista Peter Jackson è ambientato in una normale tranquilla cittadina americana nel 1973.
Una bella famiglia felice: genitori, una nonna mezza pazza e tre figli. Il solito vicino - appartato, scostante, strano, vive solo in una graziosa casa - è un pericoloso serial killer. Una figlia di questa gioiosa famiglia scompare, uccisa dal confinante il quale ne occulta il corpo.
Qui inizia la storia. La bambina morta, incatenata in questa sparizione, non se ne va in paradiso, o all’inferno, ma si ferma in attesa di qualcosa d’intermedio, in una specie di purgatorio, nel fantomatico ‘’luogo di mezzo”. È uno spazio né carne né pesce, un po’ ambiguo, incerto, molto new age anche per il colore bianco sparato a piena immagine.
Gli sceneggiatori ci provano con la fantasia a dargli una dimensione pseudo logica, ideando una natura deformata a secondo le vicende della realtà. È in questo luogo di mezzo fatto di dimensione spazio tempo nel quale rimaniamo incastrati con la bambina.
E’ la sua voce da morta a narrare le varie fasi della sua ricerca. Ci parla anche dell’angoscia di liberarsi dalla terra di mezzo.
Saoirse Ronan, la piccola Susie Salmon, è bravissima a muoversi e a giocare con alberi che crescono improvvisamente, con l’acqua che appare repentinamente. Vorrebbe inviarci la parola della morte, invece ci frena nella comprensione del dolore della famiglia, di come di fronte a una violenza inaudita un gruppo di persone può reagire.
La morte parla, ci segue, non se ne va, non procede in paradiso neppure all’inferno. Invece si ferma, ci guarda e aspetta. Aspetta l’elaborazione del lutto della sofferenza. Attende la scoperta della verità e della conseguente liberazione.
Forse i morti ci aiutano osservandoci nei nostri gesti quotidiani?
O forse le nostre azioni servono ad aiutare i defunti nel loro viaggio verso un finale sconosciuto?
Oppure attendono la punizione del peccatore e del colpevole?
O almeno la sua identificazione?
Anche in Changelling di Clint Eastwood un bambino scompare vittima di una violenza, eppure il lirismo del dolore è molto diverso. Peter Jackson, memore del Signore degli Anelli, usa molto il computer, si diverte creando ambienti irreali e onirici. Gioca con gli attori, ed è forse l’unico a trovarsi bene nel luogo di mezzo. Gestisce gli attori e ottiene il meglio. Gli attori hanno centrato tutti il loro ruolo. Soprattutto il cattivo Stanley Tucci, vero in ogni gesto, in ogni sua maniaca azione, nella lucida crudeltà.