Demonios tus ojos - Sister of Mine Regista: Pedro Aguilera

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Demonios tus ojos - Sister of Mine

Regista: Pedro Aguilera

Cast: Ivana Baquero, Julio Perillán, Nicolás Coronado, Lucía Guerrero, Elisabet Gelabert, Juan Pablo Shuk

Anno: 2017

Provenienza: Spagna, Colombia

Autore Recensione: Roberto Matteucci

“Mi fai arrapare con quel vestito.”

“[…] la barriera contro l’incesto, accettando quelle prescrizioni morali che escludono espressamente dalla scelta oggettuale le persone amate nell’infanzia, in quanto consanguinee. Il rispetto di questa barriera è prima di tutto un’esigenza civile della società, che deve difendersi contro il pericolo che gli interessi di cui ha bisogno per instaurare superiori unità sociali vengano assorbiti dalla famiglia, e perciò agisce con tutti i mezzi onde allentare in ogni individuo, specialmente nell’adolescenza, il legame familiare che nell’infanzia era il solo decisivo.” (1)

Rientra nella prescrizioni morali, di cui parla Freud, il rapporto sessuale fra un fratello e una sorella con il padre in comune, che hanno vissuto distanti da molti anni e hanno avuto pochissimi rapporti?

Oliver e Aurora hanno il padre in comune e sono i protagonisti del film di Pedro Aguilera nel film Demonios tus ojosSister of Mine presentato alla 53a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro.

Oliver è un regista famoso, vive a Los Angeles da tantissimi anni. Convive con molte perversioni, è un consumatore instancabile di film porno. Il suo voyeurismo lo porterà a incrociarsi con un'altra immoralità ancora peggiore - sempre come dice Freud – per l'esigenza civile della società. Mentre si sta trastullando navigando nei siti hard, un giorno incappa un video porno nel quale riconosce come attrice la sorellastra Aurora. Un click scatta nella sua mente, un pensiero libidinoso inarrestabile, vuole rivederla.

Il film inizia con suo viaggio in treno per tornarsene a casa. Nel treno apprendiamo le prime caratteristiche del suo carattere. Sta viaggiando con una donna, Karen, mentre è riconosciuto da un critico cinematografico il quale gli chiede una intervista. Inizia un dialogo fra i due, la camera però è sempre sul regista, del critico sentiamo la voce ma non il volto. L'intervista è ridicola, senza significato salvo quella di mostrare l'ego smisurato e arrogante di Oliver. “Sei uno stronzo” l'intervista è interrotta dal litigio fra Oliver e Karen.

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L'incontro con Aurora è caloroso, anche per la libido del regista la quale la corteggerà in modo pesante. Ma la sua voluttà è talmente forte da spingerlo a usare la sua esperienza da cineautore per collocargli una webcam in camera per spiarla.

La presenza ingombrante del fratello la spingerà a litigare furiosamente, a una festa, con il fidanzato. Successivamente vorrà vendicarsi del fratello quando scopre di essere spiata con la cam. Perciò invita il fidanzato a scoparla nella sua camera, posizionandosi al centro esatto della visuale consapevole di essere vista da Oliver.

L'incrocio fra voyeurismo e l'eccitazione del proibito spinge i due fratellastri nelle rispettive braccia. È un rapporto consenziente, anzi voluto forse più da Aurora, come infatti ci spiega anche il regista:

"Ella no es una víctima, es quien sube la apuesta. Para mi esto es feminismo -apunta-; ella tiene los cojones de hacer algo que una niñita bien nunca haría. No le corta las alas al hermano, le permite actuar y sólo asume el rol de víctima del sistema, no de él". (2)

È importante osservare come la ricerca del piacere, della voluttuosità avviene attraverso la perversione dell'incesto. Non è solo l'uomo a volerlo, come dice il regista, ma soprattutto è una forma di femminismo, di libertà, di scelta della sorellastra Aurora.

Il rapporto fra i due diventa esagerato, Oliver arriva perfino a dirigere la sorella durante i rapporti con il fidanzato.

Gli avvenimenti successivi cominciano a guastarsi.

In precedenza avevamo appresso della loro provenienza da una famiglia ricca e che c'erano stati dei problemi a spingere Oliver a trasferirsi a Los Angeles.

Non sappiamo invece se c'è un legame tra il suo comportamento attuale e gli avvenimenti passati.

Scopriamo la cocaina, i giochi erotici sado maso con Karen, anch'essa vittima della sua lussuria. Il comportamento di Oliver è sempre più decadente porco e senza regole: va a letto con l'amica di Aurora e aumenta l'uso della droga. Ma la perversione è reciproca come quando Aurora gli spedisce, provocatoriamente, i peli della propria vagina.

Arriverà la ovvia scoperta del segreto, il quale provocherà la reazione violenta del fidanzato contro Oliver e soprattutto la rabbia della madre: “Tu sei abituato a ingannare la gente”.

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Che cosa è la perversione? Esiste? Abbiamo dei limiti da testare giornalmente?

Il regista si dimostra equo distante, come per la presentazione del carattere forte di Aurora da contraltare con il perfido Oliver.

L'autore si concentra a raccontare i personaggi circondandoli di citazioni, come il romanziere norvegese Knut Amsut, il cui romanzo è utilizzato per tirare cocaina, o la maschera rossa con il libro Il profeta nell'arredamento della casa.

Il regista è compiacente della citazione finale, nella quale mostra una scena del film Cannibal Holocaust del regista Ruggero Deodato: le selvagge tribù antropofaghe assomigliano ai selvaggi occidentali delle grandi città.

Il barbaro Oliver porta inquietudine e trepidazione nella moderna Spagna.

In comune c'è anche il finto documentario, il cinema nel cinema, come avviene della visione circolare e falsa della vivace sorella nel computer di Oliver.

Un modo di oculare, anatomico, fisiologico della visione della perversione.

Oltre il montaggio certo e vivace, le inquadrature sono doverose come la bella scena della tromba delle scale durante la festa. Si vede un mondo aperto e nello stesso tempo complicato.

  1. Sigmund Freud, Tre saggi sulla teoria sessuale, Bollati Borighieri, Torino, Prima edizione 1975, ristampa maggio 2010

  2. https://242peliculasdespues.com/2017/05/21/entrevista-a-pedro-aguilera/

Roberto Matteucci

https://www.facebook.com/roberto.matteucci.7

http://linkedin.com/in/roberto-matteucci-250a1560

“There’d he even less chance in a next life,” she smiled.
“In the old days, people woke up at dawn to cook food to give to monks. That’s why they had good meals to eat. But people these days just buy ready-to-eat food in plastic bags for the monks. As the result, we may have to eat meals from plastic bags for the next several lives.”

Letter from a Blind Old Man, Prabhassorn Sevikul (Nilubol Publishing House, 2009)

https://www.popcinema.org
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