Dragged Across Concrete Regista: S. Craig Zahler
Dragged Across Concrete
Regista: S. Craig Zahler
Cast: Jennifer Carpenter, Mel Gibson, Vince Vaughn, Laurie Holden, Don Johnson, Michael Jai White, Udo Kier, Thomas Kretschmann, Tory Kittles, Justine Warrington, Fred Melamed
Anno: 2018
Provenienza: Canada
Autore Recensione: Roberto Matteucci
Click Here for English Version
“È pessima come le lasagne in scatola.”
Nel 2017, il regista S. Craig Zahler presentò, alla Mostra del cinema di Venezia, Brawl in Cell Block 99 - Cell Block 99: Nessuno può fermarmi. Aveva la caratteristica di essere un film abbondante, sovradimensionato per la violenza. Una allegoria, un test della vita nelle prigioni. Le carceri di tutto il mondo non sono dei paradisi, con una musica soave suonata dai cherubini musicanti, per trasmettere serenità. Sono degli ambienti sovrabbondanti di prevaricazione, brutalità, aggressività, maltrattamenti.
Per la 75ª edizione della Mostra internazionale d'arte cinematografica S. Craig Zahler porta a Venezia il film Dragged Across Concrete. È una cop story con protagonisti una coppia di agenti esperti: Mel Gibson e Vince Vaughn.
Una pellicola di genere deve avere una struttura classica. I due poliziotti stanno eseguendo un appostamento in un appartamento di un caseggiato situato in un quartiere malfamato. Dentro c'è uno spacciatore di droga, si sta divertendo con una ragazza. Il coito fra i due è la prima sequenza. La scena è in chiaroscuro.
L'arresto del pusher è complicato, difficile, pieno di azione; il bene per vincere ha bisogno di una spinta altrimenti il male avrebbe una nuova affermazione.
Ma un vicino – chiaramente fan del male - li riprende con un cellulare; un video chiaro, i maltrattamenti dei detective sono mostrati al telegiornale.
Ovviamente la buonafede dei poliziotti deve essere punita.
Il seguito e la struttura del film sono raccontati, attentamente, dal regista durante la conferenza stampa di Venezia. L'intervista a S. Craig Zahler è intelligente, perché ha delle idee chiare, e per la determinazione:
“... mi piace fare dei film dove la storia funziona però il mondo della storia è più grande di quello che è rappresentato … “
...
“ … mi piace creare un mondo intorno non creare personaggi che servono soltanto per una storia ...” (1)
Dopo l'inizio scoppiettante la struttura si dipana in tante storie concise, personaggi brevi, situazioni minime. I caratteri non devono avere come fine esclusivamente la trama poliziesca, sono valorizzati per la propria storia.
Anthony – Vince – ha una ragazza, forse troppo altolocata, ma la ama e vorrebbe chiederla in sposa. Ma la sospensione dal lavoro e del salario non gli consentono di comperargli un anello.
Brett – Mel Gibson – ha una moglie con una grave malattia con una paralisi avanzata e una figlia adolescente, colpita di bullismo dai ragazzi del quartiere. Abitano in un sobborgo malfamato, vogliono andarsene, vogliono vivere in una zona tranquilla ma senza stipendio è impossibile.
L'altra faccia della storia. C'è Ethan, un ragazzo, appena uscito dal carcere. Arrivato a casa trova madre, tossica, che si sta prostituendo. Il fratello è su una sedia a rotelle. Vorrebbe trovare una nuova sistemazione per la famiglia ma non ha soldi e possibilità di lavoro.
Poi c'è la mini storia di Kelly: Jennifer Carpenter. Ha appena avuto un bambino e vorrebbe rimanere ad accudirlo ma il dolce marito la obbliga a tornare al lavoro di dirigente di banca.
In seguito le diverse storie si incrociano fino alla catartica e sconvolgente conclusione.
Il regista utilizza un linguaggio cinematografico veloce, scattante.
La scena finale caratterizza le storie e le persone. L'azione è preponderante fino a scatenarsi in scene profondamente pulp, come la disgustosa ricerca di una chiave in uno stomaco.
Per sottolineare la vicinanza dei due poliziotti, l'autore, usa una ripresa in campo medio con entrambi nell'inquadratura.
Ma Vince e Mel sono definiti soprattutto in una attenta sceneggiatura – anch'essa scritta da S. Craig Zahler. I dialoghi sono diretti, veri, quotidiani, non sono artificiali e nascosti dietro a un politicamente corretto inutile:
“Essere etichettati razzisti oggi e come essere considerati comunisti negli anni cinquanta”. (1)
Sempre l'autore:
“I write to my taste. In terms of the reactions that people may have, I’m not really considering it whilst I’m doing it. I think there’s an integrity to the characters and it makes sense in what they say. There are obviously remarks that are provocations and throwaway jokes that may not be politically correct and they can read as such.” (2)
Mel riempie il rapporto fra i due, inquadrati insieme e con storie simili, con battutine ironiche e matematiche, parla con percentuali perfino quando di deve rispondere sì o no.
Dragged Across Concrete non è semplicemente un film di genere, ha un sottofondo sociale e politico. Certo Mel Gibson non è l'idealista l'ispettore Callaghan mai disposto al compromesso anche a rischio di sacrificare la famiglia. Mel Gibson al contrario è pronto a tutto e accende un infernale finale, come un video gioco pulp pur di essere scatenante e reale.