Eye on Juliet Regista: Kim Nguyen

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Eye on Juliet

Regista: Kim Nguyen

Cast: Joe Cole, Lina El Arabi, Faycal Zeglat, Mohammed Sakhi, Hatim Seddiki, Mansour Badri, Mbarek El Mahmoudi, Amal Ayouch, Soumiya Abdelkader, Hassan El Ganouni

Anno: 2017

Provenienza: Canada, Francia, Marocco

Autore Recensione: Roberto Matteucci

“Ci servono le minacce, sono il nostro lavoro.”

I remotely piloted aircraft system (rpas), o semplicemente i droni, hanno acquisito una sempre maggiore efficacia nelle guerre ma ancora di più nello spionaggio, nei lavori sporchi, nelle eliminazioni mirate.

Negli Stati Uniti c'è stata una discussione forte per togliere il controllo dei droni dalla CIA e passarla alle dirette dipendenze dell'esercito.

Il funzionamento è semplice l'aereo senza uomini si muove indisturbato sui cieli mentre dei ragazzi con uno joystick in mano osservano un grande schermo, guidando il veicolo, osservando e colpiscono duramente.

Altro elemento è non avere piloti e di conseguenza si abbassano i costi e si eliminano eventuali perdite umane. La mancanza di uomini a bordo però non elimina la interdipendenza:

“... il drone non è in grado di svolgere mansioni in autonomia, ma di fatto è una estensione, una propaggine estesa del corpo umano controllata comunque da un operatore specializzato.” (1)

Un ragazzino è anche Gordon, il quale da Detroit lavora come osservatore di una pipeline di qualche ricca compagnia petrolifera, in qualche paese arabo.

Gordon è il protagonista del film Eye on Juliet, del regista Kim Nguyen presentato alla 74° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

Mentre Gordon si trova in un comodo ufficio, i suoi occhi nello sperduto paesaggio arabo sono quelli di uno spider robot. Nulla di sofisticato. È un piccolo androide, già visto in tanti film, si muove con abilità, silenziosamente, nascondendosi nel terreno nel deserto. Con delle telecamere inserite, le sue immagini sono ripetute sul video di Gordon.

Tutto inizia negli Stati Uniti, una coppia sta litigando fuori da una discoteca, nulla di grave: una storia d'amore sta finendo in modo rumoroso la propria relazione. Il ragazzo è Gordon, il quale avendo reagito in malo modo, è sbattuto fuori dalla disco con manieri forti.

Dall'altra parte dell'oceano Atlantico c'è una bella ragazza araba, Ayusha. Lavora in una specie di Western Union. La famiglia di Ayusha è molto tradizionale, la vorrebbero sposata con un uomo anziano. I genitori stanno combinando il matrimonio.

Ayusha è fortemente contraria, frequenta un ragazzo senza lavoro, senza arte, malvoluto dalla famiglia della ragazza, ma lo ama follemente.

Questo amore contrastato li porta ad avere degli incontri furtivi nel deserto, vicino all'oleodotto. Gordon è un'osservatore prima causale poi diventa un guardone ossessivo. Nel suo schermo inizia a interessarsi di questa sfortunata love story, come se fosse una qualsiasi soap opera.

E come una strutturata love story il seguito è straziante e commovente.

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Un film lineare, pulito nonostante la storia si svolga in due differenti continenti, un film attuale sulla futura realizzazione di una intelligenza artificiale. L'autore sull'argomento si pone in maniera parziale:

“ … da una parte ci rapportiamo con la tecnologia e dall’altra desideriamo il contatto umano. E quest’ultimo è sempre più difficile da ottenere, no?” (2)

Direi di no, la tecnologia può aiutare, è segno di modernità e ovviamente spaventa i conservatori. Il film ci insegna come può perfino salvare una ragazza a fuggire in Europa.

La filosofia del regista non appartiene né a Gordon né a Ayusha, si trova nella soggettiva dello spider robot. C'è una somiglianza nel primo piano del ragazzo, nei suoi occhi grandi, proprio come quello del robot.

Purtroppo il regista commette una banalità nel finale. Un errore commesso proprio per l'assenza del robot. Senza l'ausilio di un controllo artificiale, si affida ai sentimenti delle persone e costruisce un insulso appuntamento al buio.

(1) Roberto Alfieri, L'invasione dei droni, Il futuro è sopra di noi, Hoepli Editore, Milano, 2015

(2) http://www.anonimacinefili.it/2017/09/20/eye-juliet-regista-kim-nguyen-ci-parla-del-suo-film-amore-droni/

Roberto Matteucci

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“There’d he even less chance in a next life,” she smiled.
“In the old days, people woke up at dawn to cook food to give to monks. That’s why they had good meals to eat. But people these days just buy ready-to-eat food in plastic bags for the monks. As the result, we may have to eat meals from plastic bags for the next several lives.”

Letter from a Blind Old Man, Prabhassorn Sevikul (Nilubol Publishing House, 2009)

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