Flight Regista: Robert Zemeckis Cast: Denzel Washington, Don Cheadle, Bruce Greenwood, Melissa Leo

Flight

Regista: Robert Zemeckis

Cast: Denzel Washington, Don Cheadle, Bruce Greenwood, Melissa Leo, Ellen Block, Kelly Reilly, John Goodman

Anno: 2012

Provenienza: USA

Autore Recensione: Roberto Matteucci

“Dio ha salvato l'aereo.”

Dopo i tanti supereroi americani, Robert Zemeckis in Flight ci racconta la storia del supereroe alcolizzato.

Beh ci mancava! Ma essere un eroe non è come essere santo, è una prerogativa pubblica cui tutti possono accedere, e nella storia del cinema ci sono tanti illustri esempi.

Se solitamente la scena iniziale disegna la storia, in Flight ne abbiamo una molto significativa e densa per la presenza di mille particolari.

Una camera d'albergo disordinata. Un telefono squilla un uomo – Whip – parla. Sta discutendo con la ex moglie, anzi sta litigando per l’assegno, per i soldi. Intanto una donna nuda passa di fronte alla camera; attorno tante bottiglie vuote, tante cicche di sigarette. Nella notte precedente c’è stata baldoria.

Whip è il comandante di un aereo, bisogna andare a lavorare, per riprendersi e svegliarsi tira una riga di cocaina. Il momento del consumo della droga è ripreso dalla camera in alto e inquadrando la smorfia assurda del comandante.

Salto di scena, una giovane e bella ragazza, Nicole appare in un motel di Atlanta. È alla ricerca di droga e finisce a chiederla a un regista di pellicole porno.

Altro salto temporale e spaziale. L’aereo parte e si trova di fronte a una tempesta. Il regista ci mostra il comandante come un cowboy nell’atto di domare un cavallo selvaggio. Riesce a portare l’aereo in sicurezza e poi intrattiene i passeggeri con un tono brillante mentre di nascosto si prepara un bicchiere di alcool.

Ma qualcosa non va. Il dramma sta arrivando e in una scena molto intensa, vertiginosa, eseguita e montata con maestria ci troviamo di fronte a un’emergenza. L’aereo è fuori controllo e sta precipitando su delle case. In questa situazione il pilota Whip è il contrario del depresso nella stanza di albergo. È brillante, sveglio, attento e riesce a gestire il momento drammatico con grande calma. L’aeroplano compie un prodigioso atterraggio di emergenza, salvando la quasi totalità dei passeggeri.

Altro cambio di scena repentina. Arriva in maniera scanzonata uno splendido John Goodman, ad accompagnarlo una musica allegra e un continuo chiacchiericcio. Con lui c’è uno stacco totale, trasformando il linguaggio per un momento fra la drammaticità dell’atterraggio di emergenza e il seguito. Lo rivedremo poi in una delle scene più belle verso la fine.

Il seguito della storia è un racconto delle problematiche umane e mediche di Whip. Tende perfino a essere una storia d’amore con l’incontro casuale con Nicole.

Dopo il trip e l’adrenalina dell’atterraggio, il film ‘perde quota’. È incomprensibile quale funzione voglia prendere. C’è un po’ di tutto pure un legal movie, per poi finire in una dimensione totalmente diversa.

La morale di Zemeckis è chiara e delineata.

Robert Zemeckis è cresciuto in una famiglia cattolica originaria della Lituania. Dopo un giovanile atteggiamento distaccato con la religione, in un’intervista dichiara un atteggiamento spirituale differente:

“Robert Zemeckis: I think that was bred into me, growing up. It was really a very healthy, balanced system when I look back at it. I was sent to a Catholic school when I was in grade school, and I think in those days, the 50s, that was a bit more heavy. I carry a lot of emotional scars from that, but that's all changed now. The idea of having solid values, coupled with the reality of how the world and the system works, I think is ultimately pretty healthy, because you're not walking around completely naive. ” (1)

L’uomo Whip ha raggiunto il massimo della depravazione, del decadimento morale ed etico, della solitudine, dell’abbattimento personale. Deve trovare la redenzione spirituale – perché Whip materialmente è un eroe – ma gli manca la presenza e la conoscenza di Dio.

La partecipazione di Dio è nel film totale. Tutto è eseguito con questo fine.

Oltre tanti simboli religiosi distribuiti ovunque, c’è una metafora evidente nel colpire con un’ala il campanile di una chiesa.

Inoltre sono presenti i tanti combattivi gruppi cristiani degli Stati Uniti. I presbiteriani hanno assistito all’incidente e pregano nello stesso posto. C’è lo steward battista; ci sono il copilota e la moglie devoti cristiani, i quali chiedono a Whip di pregare con loro nonostante le accuse a lui rivolte.

Ma la volontà di Dio è più forte di quella di un uomo; e in Flight si manifesta in un uomo perfino ubriaco.

La morale è raccontata da un malato di cancro, il quale incontra fortuitamente sia Whip, sia Nicole.

Parlando nevroticamente ci descrive i fatti casuali della vita come determinati da Dio, e nulla possiamo per contrastarli.

L’atterraggio di emergenza è volontà divina, un miracolo, compiuto per mano di Whip, in quel momento strumento del volere del Signore.

Lo stesso afferma il copilota il quale scagiona Whip perché tutto proviene dal Cielo compreso l’atterraggio di fortuna.

La metafora religiosa imprigiona la storia, ma il regista è consapevole del fine da raggiungere e sicuramente conosce tutte le modalità di stilistiche.

(1) http://www.achievement.org/autodoc/page/zem0int-3

Roberto Matteucci

https://www.facebook.com/roberto.matteucci.7

http://linkedin.com/in/roberto-matteucci-250a1560

“There’d he even less chance in a next life,” she smiled.
“In the old days, people woke up at dawn to cook food to give to monks. That’s why they had good meals to eat. But people these days just buy ready-to-eat food in plastic bags for the monks. As the result, we may have to eat meals from plastic bags for the next several lives.”

Letter from a Blind Old Man, Prabhassorn Sevikul (Nilubol Publishing House, 2009)

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