La papessa - Die Päpstin Regista: Sönke Wortmann
La papessa - Die Päpstin
Regista: Sönke Wortmann
Provenienza: Germania; UK; Italia; Spagna
Anno: 2009
Autore Recensione: Roberto Matteucci
Dopo il fattaccio di una donna travestita da uomo diventata Papa, la leggenda narra si fosse presa l’abitudine di verificare di persona l’attendibilità sessuale del nuovo eletto. Dopo l’elezione del pontefice, un prelato aveva l’ingrato compito di tastare con mano la virilità del nuovo Papa e di urlare per la felicità del popolo: "Habet duos testiculos et bene pendentes".
E’ interessante capire come nasce la leggenda ma soprattutto capire perché si diffonderà immediatamente tanto da diventare, per lungo periodo veritiero. Sicuramente appare con le feste dei folli; dove i ruoli si ribaltano e la trasgressione diventa regola. Cosa c’era di più provocatorio di un Papa donna? Come tutte le leggende metropolitane sicuramente un bel e credibile travestimento di una donna Papessa è diventata realtà. La voce si espande, i tanti nemici della Chiesa del medioevo ne fanno propria: vogliono condannare il malcostume della Chiesa di Roma anche con accuse inesistenti. Ed ecco la Papessa, la cui immagine appare anche nei tarocchi alimentando il mito. Se fosse vera, una leggenda del genere sarebbe stata affascinante. E poi chi li conosce tutti gli accadimenti dei corridoi del Vaticano ?
Il regista tedesco Sönke Wortmann con La papessa - Die Päpstin fa un bel film. Non è importante se una storia è vera o falsa, importante che ci sia una storia. Ecco la vicenda di Giovanna una piccola bambina curiosa, dalle campagne della Germania arriva ad abortire durante la processione di Pasqua. Giovanna incarna il desiderio da parte delle donne ad acquisire un ruolo, un valore anche all’interno della Chiesa. Giovanna è la quintessenza del femminismo: sempre cercando di contrapporsi all’universo maschile e alla sua concezione di non vedere la figura femminile come utile alla società.
Lo storico Alain Boureau nel suo testo La Papessa Giovanna (Einaudi, Torino, 1991) scrive: “La storia di Giovanna, al di là del significato che essa assunse nel contesto ecclesiologico, esprime anche l'aspirazione femminile a un ruolo centrale nell'universo cristiano.” Questa donna e la sua rappresentazione del femmineo sono raccontate da Sönke Wortmann. Cerca di essere il più possibile crudo e realista.
Tratteggia ad esempio la personalità del padre con la violenza e la raffigurazione della religiosità del tempo. Una rappresentazione religiosa originale, di un Dio potente e castigatore dei peccati e dei peccatori.
A volte il regista eccede nel realismo e perde di concretezza, smarrendo il filo della storia. Astutamente riporta tutto nei giusti limiti grazie alla scelta nei panni di Papa Sergio di John Goodman. Con il suo faccione, e il suo sorriso sarcastico crederlo un autorevole Papa è impossibile: assomiglia sempre a Fred Flintstone. Infatti, il film potrebbe sembrare un grande cartone animato.
Mi sono immesso in questo discorso quando mi sono ricordato: Sönke Wortmann è il regista di Tutti lo vogliono un divertente film tedesco tratto dai fumetti di Ralf König. Così anche questa volta ho quadrato il cerchio. La Papessa Giovanna non è altro Wilma Flinstone o uno dei tanti travestiti di Ralf König. Inconsciamente Sönke Wortmann non vuole diventare Papa ma aspira fortemente a diventare la prima Papessa.