No.7 Cherry Lane Regista: Yonfan
No.7 Cherry Lane
Regista: Yonfan
Provenienza: Hong Kong, Cina
Anno 2019
Autore recensione: Roberto Matteucci
Click Here for English Version
“Siamo davvero in tempi inquieti.”
Il 2019 è stato l'anno delle ribellioni di Hong Kong. Tutti i giorni, principalmente i weekend e la pausa pranzo, la polizia si è scontrata con giovani e studenti in rivolta per la libertà, per i diritti civili. La Cina deve tenere separate la legislazione di Hong Kong dalla propria fino al 2045. Dopo questa data, Hong Kong, come è conosciuta, sparirà. Il tempo passa veloce, i ragazzi di venti anni saranno uomini nel 2045. Perciò sono spaventati, hanno paura: i loro benefici e vantaggi economici potrebbero svanire.
Per Hong Kong, le contestazioni giovanili non sono una novità. Nel 1967 furono ancora più violente. Lo ricorda un articolo del New York Times intitolato In 1967, Hong Kong’s Protesters Were Communist Sympathizers. (1)
Le sommosse hanno delle similitudini:
“But the differences between then and now may be more striking. One is that the demonstrators of 1967 were railing not against China, but against the British. And the Chinese Communist Party, which denounces the current unrest, was then quietly supporting it.” (1)
I giovani del 2019 protestano con la bandiera inglese e americana, ma negli anni sessanta:
”Demonstrators waved Mao Zedong’s “little red book” outside the residence of Hong Kong’s colonial governor”. (1)
Nel 1967 le influenze esterne erano palesi:
“Those sympathizers were deeply influenced by Mao Zedong’s Cultural Revolution, the decade of upheaval on the Chinese mainland that began in 1966 and had dramatic, often violent effects across the country.” (1)
Anche oggi le simpatie e le interferenze sono ampiamente chiare.
In comune i dimostranti hanno l'età e le mani occupate con simboli, anche se diversi. Stesse sono le illusioni, le speranze, le utopie:
“Of course I supported the rebellion against the British colonial government and colonialism itself,” said Ms. So, who at the time worked for a mainland Chinese company. “I was very idealistic and passionate, and I believed wholeheartedly in Communist propaganda.” (1)
Con il tempo i rivoluzionari si sposano, hanno famiglia e figli, un lavoro, pertanto gli idealismi e le passioni giovanili si trasformano in nostalgia.
Fra i giovani protestanti nel 1967 c'era il regista Yonfan. La malinconia dell'epoca e narrata nel film No.7 Cherry Lanepresentato alla 76° Mostra Internazionale d'arte cinematografica di Venezia vincendo il leone d'oro per la migliore sceneggiatura.
L'autore racconta una conturbante ed erotica storia d'amore, durante le proteste di Hong Kong filo comuniste. Un affascinante studente universitario di origine taiwanese, Ziming, è assunto come insegnante a casa della Signora Yu. È una donna bellissima, incantevole, matura, colta. Ziming è il professore privato della figlia, l'altrettanto bella Meiling. È un triangolo di amori, d'innamoramenti, in un momento tempestoso. Ziming deve scegliere.
Sono numerosi i temi, alcuni molto cerebrali.
Il primo è l'amore per Hong Kong. Una città prestigiosa, caposaldo dell'occidente in Cina, cresciuta economicamente e indipendente. Luogo d'intrighi e intrecci politici.
Yonfun la racconta con rimpianto. Il suo pensiero è politicamente scorretto:
“I came back to Hong Kong in 1964 and I could smell the air of freedom. Even the sea has freedom. I love Hong Kong.
So in 1967 I was twenty years old, not a naive teenager and this riot happened. Because there was a force coming from the North, and they came to Hong Kong and you could see Chairman Mao photos at the rallies. It became a really radical thing — a continuation of the Cultural Revolution. And then six month later, it just disappeared. It was said and never proven that the British and China came to a deal that Hong Kong would stay free. So all of a sudden this power disappeared. I was 20 years old and educated under the British system. At the time I didn’t know about human rights and was never taught about democracy. All those things were totally new to us — we never heard of them.
Ironically, 52 years later, in the name of human rights and democracy, there was another strong power from somewhere unknown which has come to Hong Kong, and started these riots. It has become so violent in all that was happening. We have lost the freedom to walk on the street and take public transport. When I was flying here on the flight, I looked at the NY Times and there was a full page article on the Hong Kong riot. And half a page taken up by a demonstration photo. The headline was “When united forces struggle for freedom!” Struggle for freedom? I was shocked because I thought, I never knew that in Hong Kong I had to struggle for freedom!
But after two months of demonstrations, now we’ve lost the freedom to walk on the street. I was saddened and very shocked that Western people see us struggling for freedom. Freedom has been there all the time. That’s what I mean about unknown force, and this unknown force has opened a Pandora’s box. And all the evil came out and there was no law.
Before Hong Kong was famous for its freedom and law abidance. Now, you see what it is. ” (2)
Negli anni sessanta Hong Kong era libera e intraprendente. Nella Hong Kong di oggi la libertà rischia di sparire ma non per colpa della Cina. Le persone in strada rivendicano i diritti con furia. I diritti civili non sono cancellati dalla violenza? I diritti civili possono convivere con gli assalti alle stazioni della metropolitana o alle scuole?
Le preferenze di Yonfan sono per i giovani del 1967, l'epoca in cui ragazzi preferivano sventolare il Libretto Rosso di Mao Tse-tung. Ziming è ammaliante, fascinoso, oggetto e soggetto di desideri erotici. Il suo mondo è un sogno, una crescita umana fra una splendida signora matura e una eccitante adolescente. Chi è in realtà Ziming? Forse il regista Yonfan?
L'elemento intimistico si inserisce preponderante, l'amore di un ragazzo per una femmina più grande. Un sentimento ricambiato. Sempre Yonfan:
“Questo film non riguarda solo gli impulsi sessuali e cose del genere, tratta anche la riconciliazione tra diverse generazioni. Si parla di ieri, di oggi e del domani. La madre rappresenta ieri, con gli ideali e ancora alla ricerca di liberazione dal suo desiderio di qualcosa. La figlia è il domani mentre il ragazzo è oggi. Poi verso la fine c’è la riconciliazione” (3)
Hong Kong è l'incontro e scontro fra generazioni. La vita di Ziming, della Signora Yu, di Meiling sono la metafora della stupenda città. I giovani contro gli adulti. Yonfan parla di riconciliazione e così avviene, perché Ziming sceglie il desiderio più facile e quello più conformista.
Ziming è superbo nella sua bellezza accattivante, sia per le donne, sia per gli uomini. Ha una convinta superiorità, è consapevole della sua avvenenza e sa di poter sedurre tutti.
La Signora Yu si atteggia, è altezzosa, possiede una eleganza preziosa. Ha una lussuria irrefrenabile, ha carnalità, una concupiscenza sfrenata.
Meiling è simile alla madre, ma è ancora una adolescente. Ha le stesse pulsioni ma non perfettamente raffinate, però il suo successo è ineguagliabile.
I tre protagonisti sono il simbolo del fascino, della sapienza, dell'intelletto.
No. 7 Cherry Lane è una pellicola di animazione particolare. Il Yonfan lo descrive:
“Yonfan: Non mi piace la parola “animazione”, preferisco parlare di immagini in movimento, questo sono i film, perché le immagini sono in movimento e qui si tratta di dipinti in movimento. In questo film ci sono dipinti che spaziano da quelli classici conosciuti a quelli cinesi, poi ci sono gli impressionisti con Henri Rousseau all’inizio con quella vegetazione voluminosa; e poi c’è anche la Pop Art come quella di Roy Lichtenstein. È tutto messo insieme ed è così che ho creato No.7 Cherry Lane, sono tutte immagini che ho sempre amato e apprezzato. Inoltre, dato che ne stiamo parlando, in questo film ci sono anche tutti i generi musicali: la musica classica, con gli strumenti a corda, la musica jazz e addirittura l’opera cinese; poi ci sono anche i tamburi come quelli usati nella musica latina e c’è anche lo street rap. Tutto è fuso insieme.” (3)
Infatti, ogni inquadratura è un dipinto, con innumerevoli richiami pittorici e suggestioni artistiche. Sono i colori a dominare le scene. Scelte estetiche importanti, come la rappresentazione di Hong Kong. Meiling cammina in una metropoli deserta, dividendo l'immagine. Hong Kong è la Città Ideale. Meiling assomiglia spiccatamente a Valentina di Guido Crepax. Ma la città non è vuota. Con una ripresa aerial-shot si inizia a intravedere la via opposta, nella quale sta arrivando una manifestazione con i cartelli “Down British Imperialist”, o la foto di Mao, o con il Libretto Rosso.
Poi c'è il colore giallo. Il regista menziona Rosseau ma c'è anzitutto Van Gogh con il giallo vivo, acceso, sfavillante capace di riempire le scene. Giallo è il sole al tramonto nella baia di Hong Kong, Gialla è la sciarpa raccolta dal ragazzo su un albero. Giallo infiammato è la bomba esplosa nel corteo. Giallo è il cielo quando i ragazzi si baciano. Giallo è l'appartamento della Signora Yu.
Poi ci sono i baci. Numerosi, ripresi in close-up, con parecchi dettagli. Sono dei baci voluttuosi. Anche due serpenti lo fanno.
La sensualità è persino omosessualità. Un nerd sbircia Ziming nella doccia della palestra. È ossessionato, raccoglie la pallina da tennis e gli chiede: “possiamo essere amici.”
Il film è intellettuale pertanto i particolari sono fondamentali. Yofan:
“Durante il processo di fare il film devi concentrarti e meditare sui dettagli per renderlo il più perfetto possibile. È come Wong Kar-wai realizza i suoi film: gli ci vogliono anni per farne uno, butta via tantissime cose e gira le scene più e più volte; è molto costoso e poco rispettoso dell’ambiente. Io però penso che invece l’animazione da questo punto di vista abbia meno spreco. Sicuramente l’animazione dà molta libertà.” (3)
I riferimenti culturali sono fortemente celebrali: Marcel Proust con Alla ricerca del tempo perduto, Charlotte Brontëcon Jane Eyre e le citazioni di pellicole come La nave dei folli di di Stanley Kramer, Les Amours célèbres di Michel Boisrond e ovviamente Il Laureato di Mike Nichols:
“Importanti le innumerevoli citazioni cinematografiche, come quella de Il laureato in un film che ancora tratta di un triangolo di un uomo con una donna e sua figlia. Ma tutto è pervaso da un sapore proustiano.” (3)
D'altronde il film è sulla nostalgia. Per Yonfan la nostalgia è raffinata e carnale lentezza: “la lentezza era eleganza”. Tutto è flemmatico, tutto ha una dimensione pacata, quasi pigra. Solo i colori si muovono veloci, sono esuberanti, nitidi, hanno una propria vitalità. C'è parimenti il bianco e nero ma è quello nostalgico di un cinema importante e famoso, come Il laureato.
Poi ci sono le sigarette, il fumo, la leggiadria, la ricercatezza fashion della Signora Yu, la quale fuma da vera aristocratica.
In aggiunta al lato sociale e storico esiste quello onirico nella percezione dei protagonisti. Le personalità non corrispondono alla esistenza reale. Appaiono come un sogno, quello di vivere in un film o in un romanzo. Questa è la poetica di No. 7 Cherry Lane. Non c'è logica, c'è esclusivamente sublimazione. Una sublimazione seducente e provocatoria.
Come la zoofilia. Nel film gli animali sono antropomorfi, perciò hannp una attività sessuale simile agli uomini: i serpenti pomiciano e i gatti leccano libidinosamente i capezzoli. Nel 1967 Hong Kong è più moderna di quella attuale per gli occhi di Yonfan.
In 1967, Hong Kong’s Protesters Were Communist Sympathizers By Mike Ives and Elsie Chen The New York Times, Sept. 16, 2019, 9/09/16/world/asia/hong-kong-1967-riots.html