Saint-Narcisse Regista: Bruce La Bruce

Saint-Narcisse, Bruce La Bruce

Saint-Narcisse

Regista: Bruce La Bruce

Cast: Félix-Antoine Duval, Thomas Niles, Tania Kontoyanni, Alexandra Petrachuk, Andreas Apergis, Gabrielle Boulianne-Tremblay, Jillian Harris, Michel Eid, Jonathan Emond, Michael Czyz, Cameron Geller

Provenienza: Canada

Anno 2020

Autore recensione: Roberto Matteucci

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Tu sei proprio come San Sebastiano.”

Due topoi ricercati e sofisticati della psicologia sono il narcisismo e l'incesto. 

Il primo appartiene a una visione individuale sempre più morbosa: tutti, sexy e brutti, si specchiano nei loro selfie. È una differenza. Narciso muore infatuato di se stesso, riflettendosi nell'acqua ma, Narciso, era effettivamente bellissimo e tutti si innamoravano di lui. 

L'incesto mantiene una discrezione e repulsione rilevante. In letteratura è diffuso, spesso gli stessi autori si autocensurano narrando solitamente una sfera d'amore fra parentela acquisite.

Per Sigmund Freud l'incesto è molto più naturale, basa una intera teoria sull'amore del figlio per la madre: 

“… infanzia … una fase di fissazione intensa sulla donna (perlopiù la madre); dopo averla superata si identificano con la donna e assumono sé stessi come oggetto sessuale … partendo dal narcisismo, cercano uomini giovani e simili alla loro persona che li vogliono amare come li ha amati la loro madre … Il loro desiderio ossessivo di un uomo si rivelava condizionato dalla loro continua fuga dalla donna.” (1)

Il regista canadese Bruce La Bruce è abituato a manovrare i limiti, umani e della psiche, con azzardo e spirito rivoltoso. Oltre ad aver prodotto gustosissimi film porno, ha diretto, con avida predisposizione, dei film feature. Ad esempio, a Venezia nel 2013, nel film Gerontophilia ha esaltato l'amore, non virtuale ma libidinoso, fra un seducente giovane e un vecchio incontrato in un ospizio. Legame finito per la morte dell'anziano ma immediatamente rimpiazzato dal ragazzo.

Nel 2021, Bruce La Bruce ha presentato, alla 77° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il film Saint-Narcisse. Nel quale, unendo i topoi del narcisismo e dell'incesto ,crea una atmosfera freudiana onirica nella campagna del Canada francese degli anni settanta.

L'uso di Freud è una specificità ben conosciuta dal colto regista canadese, il quale punta l'attenzione allo “debasement of the love object, which people seem to have a big problem accepting”, così lo racconta: 

You have to take into consideration all the failed attempts to institute Marxism. There’s very basic Freudian principles that you cannot dispute. The idea of the unconscious, the idea of family romance. The one I always fixate on is the tendency toward debasement of the love object, which people seem to have a big problem accepting. There’s a lot of naïveté, even now in the woke movements, about what the nature of sexuality is, biologically. That’s a controversial thing to say, but sex is not a walk in the park. Sex is a very strong, primitive desire. This idea of the id, ego and superego and the reality principle and pleasure principle have always been essential models that I find hard to dispute.”

… 

It’s more just selfishness. Or maybe just their priorities are more about fulfilling their own desires. The third idea of narcissism is Freud’s idea of object relations. In infantile sexual development, the child can’t really distinguish between themselves and the parent, in terms of their bodies and their sexuality. That is a little more weird and conceptual – and Freudian. There’s something about that separation anxiety, the twins being ripped away from the mother at birth. They don’t have that same kind of development with the mother, which makes for a different kind of narcissistic rebellion.” (2)

Il sesso nel parco e la separazione dei gemelli hanno sviluppato il freudiano argomento della pellicola.

Saint-Narcisse, Bruce LaBruce

Saint-Narcisse è un paesino nel lussureggiante Canada, a metà strada fra Montreal e il Quebec. Gli avvenimenti sono datati negli anni settanta. Domenic è un magnifico ragazzo, orfano, cresciuto dalla nonna, impetuosa cattolica. Nonostante l'arrivo dei cellulari con delle potenti fotocamere sia ancora distante, Domenic ossessivamente si fotografa con una polaroid. Sono i primordiali selfie. La fervente religiosa nonna, mai ha svelato a Domenic la sorte della sua famiglia. Alla sua morte, Domenic troverà delle lettere spedite dalla madre e tenute nascoste. Sveleranno i risvolti peccaminosi della famiglia: la madre, Beatrice, non è morta, è lesbica e convive con una donna, Irene. Domenic ha un fratello gemello, Daniel. È un monaco. Vive in un austero convento, vittima dei turpi scabrosi desideri del sadico priore, padre Andrew. 

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Come Narciso, sia Domenic, sia Daniel sono avvenenti, oggetto di una unanime bramosia. 

Domenic parte alla ricerca della madre, guida la moto fino a Saint-Narcisse. Il suo arrivo sconvolge l'esistenza di Beatrice, della sua compagna, e di Daniel. 

I gemelli si incontreranno in un bosco e il loro sarà un reciproco specchiarsi. La voluttà della loro attrazione si trasformerà in amore ed erotismo. In realtà Domenic ottiene lo scopo della sua vita, il coito con Daniel, è un coito con se stesso, unica forma di adorazione desiderata. Incesto e narcisismo si intrecciano e realizzano un parossismo lussurioso. 

Le due tematiche basilari sono incesto e narcisismo. Le novità riportate da Bruce LaBruce riguardano concetti laterali.

Per il regista, l'incesto è romanticismo:

I try to see the romance in these fetishes that some people find disgusting or bizarre.' - Bruce LaBruce” (3)

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I due gemelli si amano, si toccano con dolcezza, i corpi raggiungono un piacere fisico esplosivo nella scena del bosco. Successivamente al loro amplesso, Domenic si offre a rimpiazzare Daniel all'interno del convento, consapevole del pericolo mortale nell'essere preda del priore.

L'incesto fra gemelli richiama il narcisismo:

Il twincesto, tra l’altro, è la più accettabile forma di incesto, perché la gente riesce a capire l’attrazione per sé stessi e il desiderio di fare l’amore con sé. Ed è molto popolare nel porno gay. Insomma… non così popolare, ma comunque un sottogenere che esiste, e trattarlo in maniera romantica e quasi religiosa forse è proprio scioccante.” (4)

Bruce La Bruce avrebbe potuto scegliere altre immagini d'incesto, ancora più provocanti, come quelle fra figli e genitori. Il suo interesse è trasfigurare l'incesto in narcisismo, potendo così includere due fetish, dimostrando l'universalità dell'amore e del sesso.

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Ma esiste un narcisismo buono e uno cattivo?

There’s a lot of talk about toxic narcissism in psychological terms, but I think narcissism is a lot more complicated than that. In the film, there’s good narcissism and bad narcissism.” (5)

Per il regista esistono entrambe le versioni, e ambedue presenti nel film. Quello buono è evidente, l'amore fra i gemelli è l'apoteosi dell'infatuazione, della passione, dell'erotismo e del feticismo. Quello cattivo è quello psicologico “the ideological white noise of the new millennium” degli iphone silenziosi nello scattare serie di selfie, da adoperare per onanismi perpetui. I narcisisti non hanno un sostituto a se stesso, non possono utilizzare youporn o una rivista per i loro autoerotismo. Non ci sono surrogati: per questo Narciso muore di fame. Per questo il Narciso moderno rischia la castrazione sessuale eterna, Bruce LaBruce dice: 

Narcissism has obviously become the default psychological state, the ideological white noise of the new millennium, evidenced by selfie culture and social media solipsism. So I thought it was high time for a more contemporary reinterpretation of the Narcissus myth.” (6)

C'è l'ovvia derisione del contesto cristiano. Il film non potrebbe sopravvivere senza i tanti simbolismi religiosi:

As a devout agnostic, I've never bought into organized religion, but I am fascinated by the lives of the saints, and how deeply perverse and sexually fetishistic they often are. Much of my later work, including my photography, is about the intersection between religious and sexual ecstasy, and how closely related they are, sometimes indistinguishable. Every sexual fetish involves a certain worship of the love object, even a strong religious devotion. Sex is religious, religion is sexual. End of story.” (7)

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Il regista riprende il feticismo religioso come la figura dei santi perversi. È il collegamento fra misticismo e sessualità. Oggetti spirituali riempiono l'inquadratura, sbucando ovunque. Lo globalizzano. Lo inghiottano. Gli provoca una indigestione. Infine lo rigettano. Il film è dominato da questi particolari, da una moltitudine di richiami. Alcuni sono scontati. Ad esempio lo sfruttatissimo San Sebastiano e la sua carnalità licenziosa; legato nudo a un albero, penetrato da una miriade di frecce. 

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Gli oggetti rigorosamente cattolici della nonna sono connessi a quelli di padre Andrew, il quale manipola la religiosità d'icone famose comportandosi come Dan Brown con l'estasi di Santa Teresa.

È il destino perfino per un artista indisciplinato come Bruce LaBruce, il quale ha una filmografia importante sulla dissacrazione religiosa, spiega l'autore:

The Misandrists was a nun-sploitation film and so this is kind of the more masculine version of that. It’s been something I’ve been exploring for a while. In 2012, I had this photo exhibit in Spain called “Obscenity”. I shot a lot of well-known Spanish celebrities and the theme of the show was the intersection of sexual and religious ecstasy. I used the ostia, the holy wafer, as a symbol of both censorship and eroticism with women wearing it as pasties or whatever. So that was when I really started exploring that theme and it stuck with me. A lot of my films have it – even Gerontophilia plays with the idea of Lake, the young boy, being a saint. I have a couple of scripts now that are based on saint characters. Even François Sagat in L.A. Zombie is like a saint because he resurrects people… by fucking them.” (8)

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Domenic e Daniel hanno la medesima indole. Cresciuti separati, in ambiti diversi, al loro incontro si fondono in un'unica persona.

Domenic si eccita guardandosi allo specchio del bagno e addirittura nello specchietto della motocicletta. Si fa i selfie e regala le sue foto.

Daniel è invece il monello del monastero, amante del corrotto padre Andrew. L'algolagnia è la base della loro perfida relazione, il priore lo vuole trafiggere come San Sebastiano.

I gemelli hanno un complesso di Edipo. Il padre è sparito ed entrambi amano, pure fisicamente, la madre. Sono epicurei, ieratici, satiri, carnali, retorici, tormentati. 

Sono profondamente innamorati, fino al martirio. La coppia dopo la loro salvezza, compirà un passo avanti nella loro vanagloria e, insieme a Beatrice, Irene, formeranno, come degli hippy del tempo, con i fiori in testa, una comune lasciva. La famiglia, insieme appassionatamente e sessualmente, si ampia. Domenic, nudo, abbraccia la madre e, scrutando Irene, domanda perplesso o forse speranzoso ”Fa che non sia mia sorella.”

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L'autostima di Domenic è nella onirica sequenza iniziale. Close-up del pacco di Domenic, la camera si alza fino al viso. È in una laundry, aspetta i vestiti ancora nella lavatrice. Il giro ipnotico dell'oblo gli causa un incubo: scopa con una ragazza, ma soprattutto, alimentando il suo ego, la gente lo sta osservando da fuori. È un sogno, ma per il regista è la manipolazione mentale di Domenic. Il temperamento di Domenic è rappresentato complessivamente in questo accoppiamento.

Ci sono le molteplici esaltazioni del suo narcisismo. L'aurea aumenta quando taglia i capelli con una musica sacra. Ovvero il prevedibile riflesso di un gemello nell'acqua del fiume. Ovvero i loro movimenti simmetrici.

Il film possiede una luce terza brillante, forzata per evidenziare il sogno, per celebrare il nostalgico Canada degli anni settanta. Gli aspetti morali ovviamente non devono esistere. Padre Andrew è il male? Domenic e Daniel sono il bene? La bigotta nonna è il male? 

Elemento religioso è una caricatura. L'autore si diverte collocando simboli artistici e grotteschi ovunque. Il risultato è infatti una accentuata parodia, ricca di stereotipi.

Il montaggio è il fattore stilistico. Un editing veloce, fondamentale per poter valorizzare personaggi doppi e dicotomici. Ruotare, accostare, unire, paragonare i vari caratteri è un incanto come l’oblo della laundry. Ma il montaggio diventa concettuale quando associa visioni, misticismi, angosce, paure.

La scenografia è dettagliata, gotica, sia per l'accompagnamento musicale, sia per i locali pieni di sfarzo. Sensazione accentuata dal confronto con l'ambientazione country del Quebec. Entrambe sono ambientazioni ideali per l'elogio della bellezza dei protagonisti e della loro orgiastica finale carnalità.

Saint-Narcisse, Bruce LaBruce

Il regista completa la sua opera lavorando sull'attore Félix-Antoine Duval, interprete contemporaneo dei due gemelli. Bruce La Bruce parla della sua dedizione per l'attore: 

Dominic has been raised in freedom so he’s more loose and unselfconscious, and Daniel is a little fidgety. We worked on his body language. He’s a smoker; he’s reluctant with his sexuality; he knows subconsciously that he’s been exploited, but at the same time, he does have genuine sexual feelings for Father Andrew.” (9)

La sua libertà, la sua irrequietezza è sfruttata, per essere complementare al montaggio, per descrivere l'agitazione, la smania, il fascino dei gemelli. 

Certamente, il film è esagerato. 

Saint-Narcisse, Bruce La Bruce

È esagerato nel soggetto, nella sceneggiatura, nella scenografia, nel montaggio, nella musica. 

È esagerato nelle personalità, nella loro finta libertà, nel voler sfidare il mondo. Ma il mondo si disinteressa di essi. Di conseguenza, il film urla più forte la sua disfida ma questa volta qualcosa non funziona. L'ampio spazio tematico consente all'autore di muoversi con la massima autonomia artistica, non nascondendo delle difficoltà inconfutabili rispetto al passato. Il momento presente ha sconnesso i provocatori. I pungenti pensieri irritanti e offensivi ora spettano al politicamente non corretto. Quindi i molestatori si trovano nella fazione opposta, con crisi di coscienza.

Saint-Narcisse, Bruce LaBruce

Bruce LaBruce come tutti gli agitatori conosce il problema, le ambiguità, i balbettii per non schierarsi con i vecchi avversari:

“Well, I think you’re right that it’s now the provenance of the right more than the left. It used to be that people on the left were labelled politically incorrect for going against certain conventions or conservatism within the left. And now the right uses it – and Trump is the master of it, obviously – as a cudgel against the left.

My films are quite often a critique of the left and leftist radicalism. But for me, it’s an affectionate critique that still supports certain leftist tendencies like sexual radicalism or anarcho-syndicalist policies or whatever. As time goes on, I find it more and more difficult to identify in any sort of object way with the left. But I’m certainly not on the right so I’ve been calling myself a radical pragmatist, whatever that means.

It’s not difficult to be politically incorrect on the left right now because you have all these prohibitions, you have all these rules, you have conduct, speech is censored, there’s policing of sexuality. There’s the phenomenon of the circular firing squad. People are cancelled for, in some cases, minor offences, even though they’re strong voices on the left that are doing a lot of good. I guess my films have always been politically incorrect because certain segments of the gay world don’t think that I present gay to them in a positive light. I’m a bad gay basically.” (10)

Saint-Narcisse, Bruce LaBruce

Nello smarrimento attuale non può esser liberal, perché sono il lato tradizionale e noioso. Non può essere conservatore, perché sono i precedenti nemici. C'è una semplice soluzione, inventare un intellettuale neologismo, quello di essere “radical pragmatist”. Naturalmente, non vuol dire nulla ma gli permette di essere di nuovo un ribelle. Il film risente dei suoi dubbi, delle sue confusioni, delle sue scelte di campo. La spinta rivoluzionaria di Saint-Narcisse si scontra con l'ovvietà, la ripetizione, la banalità, la noia, il conformismo, la superficialità. 

Che senso ha, per un regista polemico, straparlare del cattolicesimo laddove Papa Francesco sta massacrando la chiesa. 

Che senso ha mitizzare ancora i gay come vittime, quando il loro ruolo e i loro diritti sono consolidati e scontati. 

Che senso ha considerare disgustoso l'incesto mentre su internet si trovano video molto più ripugnanti. 

Che senso ha parlare di Saint-Narcisse. Sicuramente è quello di avere un regista bravo, intelligente, credibile, stilisticamente preparato. Si è spuntata la spada ironica e la cattiveria si è dissolta, dovrebbe inventare un linguaggio maggiormente polemico. 

Stat crux dum volvitur orbis. Per quanta perfidia esiste, la croce resta salda mentre il mondo gira.

  1. Sigmund Freud, Tre saggi sulla teoria sessuale, Bollati Borighieri, Torino, Prima edizione 1975, ristampa maggio 2010, pag. 27

  2. https://nowtoronto.com/movies/bruce-labruce-saint-narcisse-interview

  3. https://seventh-row.com/2020/11/06/bruce-labruce-saint-narcisse/

  4. https://www.toh-magazine.com/toh/2020/11/bruce-labruce-non-mi-piace-quando-tutto-va-bene/

  5. https://seventh-row.com/2020/11/06/bruce-labruce-saint-narcisse/

  6. https://www.forbes.com/sites/nadjasayej/2020/09/08/bruce-labruce-on-his-new-film-saint-narcisse/?sh=1cfdd7b47f70

  7. https://www.forbes.com/sites/nadjasayej/2020/09/08/bruce-labruce-on-his-new-film-saint-narcisse/?sh=1cfdd7b47f70

  8. https://intheseats.ca/taboos-were-made-to-be-broken-an-interview-with-bruce-labruce/

  9. https://seventh-row.com/2020/11/06/bruce-labruce-saint-narcisse/

  10. https://intheseats.ca/taboos-were-made-to-be-broken-an-interview-with-bruce-labruce/

Roberto Matteucci

https://www.facebook.com/roberto.matteucci.7

http://linkedin.com/in/roberto-matteucci-250a1560

“There’d he even less chance in a next life,” she smiled.
“In the old days, people woke up at dawn to cook food to give to monks. That’s why they had good meals to eat. But people these days just buy ready-to-eat food in plastic bags for the monks. As the result, we may have to eat meals from plastic bags for the next several lives.”

Letter from a Blind Old Man, Prabhassorn Sevikul (Nilubol Publishing House, 2009)

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