The Journey Regista: Nick Hamm
The Journey
Anno: 2016
Regista: Nick Hamm
Provenienza: UK
Autore: Roberto Matteucci
73. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia
“Ai vecchi interessa lasciare il segno.”
La rivolta irlandese contro la dominazione della Gran Bretagna cominciò alla fine dell’ottocento. Eventi tragici scandiscono i tempi per l’Irlanda. Nel giorno di Pasqua del 1918 fu dichiarata l’indipendenza, repressa in modo violento. I sedici firmatari della proclamazione furono fucilati. L’Irlanda ebbe la propria indipendenza nel 1949 eccetto l’Ulster, di maggioranza protestate e molto più ricco soprattutto grazie ai porti.
Nell’Irlanda del Nord iniziarono una serie di feroci violenze, come la strage del Bloody Sunday, quando soldati inglesi spararono su una marcia di cattolici. Ai soprusi cui erano sottoposti, i cattolici dell’IRA risposero con una serie di attentati, portando la guerra fino a Londra.
La pace fu ottenuta nel 2007 quando un compromesso storico fra unionisti protestanti di Ian Paisley e il Sinn Féin cattolico guidato da Martin McGuiness fu concluso. L’accordo prevedette un governo congiunto fra i due partiti, con primo ministro Ian Paisley e McGuiness vice primo ministero.
Ancora oggi l’accordo di pace regge.
Ian Pasley e Martin McGuinness si odiavano, si erano reciprocamente offesi e maledetti e gli eserciti, da essi guidati, avevano compiuto violenze senza fine. Il rancore dei due leader corrispondeva un eguale astio fra la popolazione. Che cosa accadde nel 2007? Che cosa spinse i nemici inavvicinabili ad accettare un accordo di pace, addirittura finendo a governare insieme?
Forse il mondo era cambiato, forse erano tutti stanchi, forse le violenze non avevano ottenuto un grande effetto. Il regista Nick Hamm suggerisce una motivazione epatica nel film The Journey presentato alla 73. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia
La storia è inventata ma riprende un annedoto: “The film was based off an anecdote heard that the two very different leaders met each other on a plane before the peace talks began, striking up an unlikely friendship between a very controversial politician and former IRA member, but imagines their conversation taking place in a car ride through the countryside to the airport.” i
Il risultato immaginario lascia esterrefatti, positivi, sognatori e come per le belle favole diventiamo creduloni. Vogliamo credere che il motivo sia proprio quello raccontato, da ora dinanzi non daremmo credito a nessuno altra ipotesi.
Siamo in Scozia nell’ottobre 2006. Il primo ministro Tony Blair è deciso di porre fine a una guerra senza pietà. In un castello scozzese racchiude i membri del partito unionista protestante e il Sinn Féin cattolico.
Le riunioni erano per gruppi di lavoro e i due capi non si erano mai incontrati.
Ian Paisley doveva raggiungere l’Irlanda subito, per celebrare il suo anniversario di matrimonio. Le condizioni del tempo non consentivano un viaggio aereo. Perciò poteva partire in macchina fino a raggiungere un aeroporto tranquillo ma doveva essere accompagnato da McGuinness.
I due leoni si trovarono in una gabbia rappresentata dall’abitacolo di un’autovettura. Nello spazio ristretto di due sedili anteriori i due furono costretti a parlare. In questo fantasioso viaggio i nemici abbandoneranno la diffidenza e accettarono un accordo.
Il regista ci ricorda:
“You’re right, the movie is a balance between a drama and a comedy and we wanted to, if you like, navigate that because it seems important. The Irish have a great sense of humour above everything else and we wanted to try and import that into the movie in some way. “ ii
Il momento storico era drammatico, si parla di quasi 3.000 morti, ma il regista punta sull’ironia per abbandonare le violenze. Il valore del film sta nei dialoghi, essendo lo spazio centrato tutto sull’interno di un’auto. I due sono vicini, sono di fronte ma non possono allontanarsi uno dall’altro. Ci ha pensato Tony Blair ad ammaestrarli mettendo alla guida un uomo di fiducia, un autista giovane, ciarliero e finto ingenuo. Esso getta alcune provocazioni per costringerli ad aprirsi. È un gioco psicologico forte obbligarli a dialogare.
I due personaggi sono totalmente diversi.
Ian Paisley è scorbutico, duro, un credente infervorato, eppure è una persona ironica. Saranno le sue battute micidiali a spaventare un povero commesso di un distributore che non accettava la carta di credito: “Lei è il diavolo”. È una persona casalinga, ama la moglie e assolutamente non vuole perdere l’anniversario. Solo per la moglie accettò la compagnia del nemico.
Martin McGuinness è scaltro, politico, provoca il rivale per avere una reazione. Non è un compito facile perché le differenze sono abissali. McGuinness manifesta l’ansia cambiando spesso posto, mentre Paisley rimane inamovibile: “La politica è un gioco lungo.”
È un film di basso budget. La dimostrazione, che con dialoghi brillanti, e due attori penetranti - Colm Meaney e Timothy Spall -, è possibile avere un notevole piacevole. La drammaticità della realtà dell’Irlanda del Nord è edulcorata da un tono di commedia brillante:
“He finds the humour in situations and it was also inherent in Colm and Tim’s performance. Bluntly, they’re very good comedians as well, they’ve got great sense of comedic timing and they both know how to do that. I think if you have actors like that who.” iii
i http://www.flickeringmyth.com/2016/09/tiff-2016-interview-nick-hamm-and-colm-meaney-on-the-journey/
ii http://www.flickeringmyth.com/2016/09/tiff-2016-interview-nick-hamm-and-colm-meaney-on-the-journey/
iii http://www.flickeringmyth.com/2016/09/tiff-2016-interview-nick-hamm-and-colm-meaney-on-the-journey/