Ali, the Goat and Ibrahim – Ali Mizah wa Ibrahim Regista: Sherif El Bendary

Ali, the Goat and Ibrahim – Ali Mizah wa Ibrahim, Sherif El Bendary

Ali, the Goat and Ibrahim – Ali Mizah wa Ibrahim 

Regista: Sherif El Bendary

Cast: Ali Subhi, Ahmed Magdy, Salwa Mohamed Ali, Nahed El Sebaï

Provenienza: Egitto, Francia, UAE, Qatar

Anno: 2016

Autore Recensione: Roberto Matteucci

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Potrebbe diventare la tua migliore amica.”

L’Egitto ha passato momenti difficili, sia politicamente, sia economicamente. L'esempio è fantomatica primavera araba egiziana. Alla fine delle manifestazioni popolari, delle ribellioni, c'è stato un esito ambiguo: il prima e il dopo rivoluzione si sono congiunti, solo con persone diverse.

È l’Egitto nella sua interezza il luogo del film Ali, the Goat and Ibrahim - Ali Mizah wa Ibrahim del regista Sherif El Bendary. È un road movie attraverso i cosiddetti tre mari del paese: Alessandria con il Mediterraneo, il Sinai con il Mar Rosso e Cairo con il Nilo. Quest’ultimo non esattamente un mare ma tale è considerato dagli egiziani.

Realizzato con il contributo della Biennale Cinema di Venezia, fu presentato alla Mostra Internazionale d'arte cinematografica di Venezia nel 2015 unicamente per Industry. Ha avuto un passaggio ufficiale al 13° Dubai International Film Festival.

Ali, the Goat and Ibrahim – Ali Mizah wa Ibrahim, Sherif El Bendary

La protagonista è Nada, una graziosissima e pacifica capra. Il regista racconta l'eccentrico casting:

I saw more than 2000 goats to find Nada.” (1) Ed è stata una scelta azzeccatissima.

Il film inizia con un primo piano di un grande teddy bear rosa. È trasportato sulle spalle da Ali, un giovane bizzarro e allegro. Ali, insieme agli amici e all'orsacchiotto, sale su una macchina sgangherata e colorata.

Sono fermati dalla polizia per un controllo meticoloso alla ricerca della droga. Un malfidente agente sta scuoiando con un pugnale il povero orsetto, sospettava la presenza di stupefacenti al suo interno. La perfidia contro il pupazzo lascia tutti allibiti: “Perché i teddy bear sono stati vietati dopo la rivoluzione?”

Ali, the Goat and Ibrahim – Ali Mizah wa Ibrahim, Sherif El Bendary

Il simpatico teddy bear era innocente, era semplicemente il regalo di Ali per la sua fidanzata Nada. Un dono gentile per il compleanno dell’amata. C’è tuttavia un non trascurabile particolare, Nada è una capra.

Ali ama una capra! La tiene in casa, la coccola, ci dorme, gli parla, la vezzeggia, forse ci fa altro, ma non si sa. Quest’amore crea derisioni, sbeffeggiamenti, litigi con la madre per la bislacca mania. I bambini del vicolo lo canzonano, gli amici beffardi lo scherniscono ma Ali non cambia idea: la sua fidanzata è Nada la capra.

Ali, the Goat and Ibrahim – Ali Mizah wa Ibrahim, Sherif El Bendary

Nella stessa via abita Ibrahim. È un tecnico del suono, anch'esso ha una difficoltà privata e fortemente limitante. Ha un’ipersensibilità alla ricezione dei rumori, i quali gli provocano reazioni di malessere doloroso, crolla sconvolto, in panico, in trance, quando li percepisce. Vive con il nonno sordomuto e comunicano con il linguaggio dei segni.

I due ragazzi, casualmente, si conoscono da una specie di veggente, il quale prescrive a entrambi la medesima cura. Gli consegna tre sassolini da gettare nei tre mari dell’Egitto.

Inizia il road movie, Ali e Ibrahim partono, e con essi la capra.

Durante il tragitto hanno tante traversie drammatiche e divertenti, come la lettera lasciata da Ibrahim con la volontà di suicidarsi. Rinuncia all’ultimo minuto, e quando Ali, agitato, lo vede vivo e vegeto mentre mangia tranquillo, si scatena negli insulti.

Diffidano della profezia della maga ma Ibrahim richiama Ali nella giusta dimensione: “Come puoi chiamare assurda la storia dei sassi se dici che sei fidanzato con una capra?” e i ragazzi lanceranno i tre sassi.

Ali, the Goat and Ibrahim – Ali Mizah wa Ibrahim, Sherif El Bendary

Il finale è surreale, ma con un messaggio certo e sicuro: “We are all animals.”

I ragazzi hanno avuto dei brutti episodi di lutto: la madre di Ibrahim suicida, l’innamorata di Ali morta in una caduta. La leggera ironia dei caratteri ha in realtà un retrogusto amaro.

Ali ama la capra perché l’incontrata il giorno della morte della fidanzata, infatti, ha l’identico nome.

Ali, the Goat and Ibrahim – Ali Mizah wa Ibrahim, Sherif El Bendary

Il viaggio nell’Egitto è bellissimo. La fotografia è limpida e chiara come i due solari protagonisti. La luce è elemento fondamentale delle inquadrature, le quali sono immagini lunghe riempite da poche presenze umane o cose. Nella scena appaiono delle linee disegnate, interrotte dai ragazzi in posa spesso scomposte e dall’onnipresente dolcissima capra.

Attendono di ripartire e sono sotto una montagna, un albero alla loro sinistra. Sul bordo della strada c’è Ibrahim, Ali e in mezzo l’angelico animale. Le luci sono forti, gli oggetti e le persone tendono a esaltare i tratti dei loro contorni.

Ali, the Goat and Ibrahim – Ali Mizah wa Ibrahim, Sherif El Bendary

Il Sherif El Bendary ha mano lieve nel narrare una storia con un fondo triste. Si ride, si sorride, il sarcasmo è certo. Come può un ragazzo normale bello giovane amare una capra? Ma perché non credergli? E ugualmente, come possiamo dubitare di Ibrahim – specializzato in raccogliere suoni – della sua solitaria percezione di sonorità particolari? Come possiamo negarlo?

Perciò, il regista accentra l’attenzione sull’animale, lo strumento diversivo per infondere allegria e, contemporaneamente, tristezza.

L’autore la segue quando gira libera. Allorquando sembra persa, incontra di nuovo i due amici. La capra – il destino – li aiuta salvandoli da un terribile incidente, dandogli la forza di ritornare a casa: “Nada is in our hearts.”

I due attori sono creativi nei loro personaggi.

Ali, the Goat and Ibrahim – Ali Mizah wa Ibrahim, Sherif El Bendary

Ahmed Magdy è sintetico e oscuro nel ruolo di recepire voci lontane. Bravissimo anche nel film Mawlana – The Prechervisto sempre al DIFF.

Ali Sobhy è Ali, fantasioso nel mostrare l'affetto per capra Nada. Una parte difficile, perciò selezionato fra gli artisti di strada. È un vero saltimbanco nei gesti, nelle smorfie, nei battibecchi, nell’essere minacciato, picchiato, ma soprattutto delicato e vero nel rapporto con l’animale. È geloso, Ibrahim non deve spogliarsi di fronte alla capra.

Ali, the Goat and Ibrahim – Ali Mizah wa Ibrahim, Sherif El Bendary

È spiritosa la motivazione per cui il regista ha scelto Ali Sobhy:

I was looking for someone who looks like a goat. With his narrow face and goatee, Sobhy fits the bill.” (1)

Ali Sobhy assomiglia a una capra? Sì.

  1. http://variety.com/2016/film/festivals/egyptian-director-sherif-el-bendary-on-his-ali-the-goat-and-ibrahim-1201939218/

Roberto Matteucci

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“There’d he even less chance in a next life,” she smiled.
“In the old days, people woke up at dawn to cook food to give to monks. That’s why they had good meals to eat. But people these days just buy ready-to-eat food in plastic bags for the monks. As the result, we may have to eat meals from plastic bags for the next several lives.”

Letter from a Blind Old Man, Prabhassorn Sevikul (Nilubol Publishing House, 2009)

https://www.popcinema.org
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