Swallows and Amazons Regista: Philippa Lowthorpe

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Swallows and Amazons

Anno 2016

Regista: Philippa Lowthorpe

Autore Recensione: Roberto Matteucci

Provenienza: USA

“Captain John introduces your crew.”

Le avventure di bande di ragazzi sono un classico della letteratura. I bambini quando giocano cercano di costruire dei gruppi simulando, copiando ma anche peggiorando il mondo degli adulti. Esempio è Il Signore delle Mosche, il mondo degli adolescenti è organizzato con regole e modelli degli adulti con un risultato nefasto.

Il fine della compagnia è sempre la smania di aver maggiore esperienza, di diventare grandi, vigorosi e soprattutto velocemente ma per farlo bisogna essere forti e il gruppo aiuta a possedere questa sensazione.

È il meccanismo del film Swallows and Amazons di Philippa Lowthorpe presentato al 13° Dubai International Film Festival.

Estate del 1935 un ragazzino gioca con delle barche in una vasca da bagno. È il collegamento alla storia. Una barca, tanta acqua, e i sogni di un bambino. Il bambino è Roger. Vive con la madre e altri tre fratelli mentre il padre sta lavorando a Hong Kong. Una mancanza sentita dai figli.

La madre porta i ragazzi in vacanza nel Lake District, un parco nazionale nel nord ovest dell’Inghilterra.

Il desiderio di esplorare il grande lago è d’obbligo per dei giovani esuberanti, e riescono ad avere il permesso della madre di utilizzare una piccola barca chiamata Swallow per girare all’interno del lago. Al comando della spedizione dei ragazzi ci sarà il fratello maggiore John.

Come tutte le esplorazioni, anche quelle sotto casa, il mondo ignoto appare deformato e fantastico. Come l’incontro con due vecchi sull’isola. Gli insegnano come accendere un fuoco senza fiammiferi, ma poi li prendono in giro regalandogli un accendino: ”If it doesnt work, try this.”

Lo stesso accade quando nel posto sconosciuto incontrano degli estranei, sembrano dei nemici. Ma sono solo delle tende abitate da due ragazze, due concorrenti da affrontare.

Ma ovviamente ci sono i cattivi, quelli veri, quelli nascosti nella nebbia, quelli che confabulano in lingue straniere, quelli che appaiono e scompaiono repentinamente. Sono essi gli esatti nemici da affrontare.

Tratto da una serie scritta negli anni trenta del secolo passato da Arthur Ransome, il senso di avventura dei ragazzi è cambiato molto. Alla presentazione le domande riguardavano proprio come conciliare avventura e iphone.

Può una storia romantica, girata con uno stile classico elegante colpire la fantasia della generazione millennium?

La regista realizza il film con stili diversi.

Esalta il rischio, la voglia di conoscere, il mistero inquadrando la barca in mezzo allo stupendo lago girando intorno a essa, per poi concedendosi un’inquadratura campo lungo per mostrare la natura. La regista spinge su quest’argomento, narrandoci un naturalismo romantico, ricco di bellezza.

La musica è concentrata alle scene, segna il tempo e la fantasia dei ragazzi. Quando Roger cade pericolosamente in acqua, la musica diventa potente e forte.

Tende al cupo il tema dei cattivi: essi non dipendono dalla natura ma arrivano da lontano, da paesi distanti.

L’unione arriva con un duello con un idrovolante a segnare la fine della storia.

“Pirates”, i pirati non esistono in un lago ma solo in luoghi non visibili.

Roberto Matteucci

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“There’d he even less chance in a next life,” she smiled.
“In the old days, people woke up at dawn to cook food to give to monks. That’s why they had good meals to eat. But people these days just buy ready-to-eat food in plastic bags for the monks. As the result, we may have to eat meals from plastic bags for the next several lives.”

Letter from a Blind Old Man, Prabhassorn Sevikul (Nilubol Publishing House, 2009)

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