Zelmira Musica di Gioachino Rossini Regia di Calixto Bieito
ZELMIRA
Dramma per musica in due atti di ANDREA LEONE TOTTOLA
Musica di GIOACHINO ROSSINI
Edizione critica della Fondazione Rossini di Pesaro, in collaborazione con Casa Ricordi di Milano, a cura di HELEN M. GREENWALD e KATHLEEN KUZMICK HANSELL
Direttore GIACOMO SAGRIPANTI
Regia CALIXTO BIEITO
Scene CALIXTO BIEITO, BARBORA HORÁKOVÁ
Costumi INGO KRÜGLER
Luci MICHAEL BAUER
Interpreti:
Polidoro MARKO MIMICA
Zelmira ANASTASIA BARTOLI
Ilo LAWRENCE BROWNLEE
Antenore ENEA SCALA
Emma MARINA VIOTTI
Leucippo GIANLUCA MARGHERI
Eacide PAOLO NEVI
Gran Sacerdote SHI ZONG
CORO DEL TEATRO VENTIDIO BASSO
Maestro del Coro PASQUALE VELENO
ORCHESTRA DEL TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA
Nuova produzione 2025
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“Sì... trema o mostro! a fulminarti è armato
Vindice braccio... sì... respira ancora
Per tuo estremo cordoglio
Il Re di Lesbo, e tornerà sul soglio.”
(Tottola, Andrea Leone. Zelmira. Atto II, Scena 3. Personaggio: Zelmira)
Nell'isola di Lesbo regna il re Polidoro. La figlia Zelmira è sposata con il principe troiano Ilo. Quest'ultimo sta guidando una spedizione militare e non è in patria. Approfittando della sua assenza, Azorre, signore di Mitilene, invade Lesbo. Zelmira nasconde il padre. Successivamente, perfino Azorre è ucciso da Antenore, il quale incolpa Zelmira della sua morte insieme a quella di Polidoro. Quando Ilo ritorna, cade in un tranello di Leucippo, il quale cerca di pugnalarlo. Anche questo delitto è attribuito a Zelmira, provocando odio fra i due coniugi. Ilo scopre la verità esclusivamente quando Polidoro gli appare. Nel finale, Ilo attacca i nemici e libera Polidoro, ripristinando il regno e la felicità nella famiglia.
Ritorna al Rossini Opera Festival 2025, Zelmira, opera del felice periodo napoletano di Rossini.
La prima fu il 16 Febbraio 1822. Rossini era già il compositore più famoso e prodotto in Europa. Zelmira è la conferma di una musica virtuosa e di un'orchestra idonea a creare atmosfere perfette.
Il libretto di Andrea Leone Tottola è un dramma con un’ambientazione storica vaga. L'intreccio è arzigogolato. L'acme del plot è il coraggio di Zelmira, una donna determinata e perseverante. Ama i suoi due uomini: padre e marito. Per essi affronta pericoli e rischi.
La sua personalità coniuga femminilità e intensa vitalità: difende il padre, salva la vita di Ilo e cura il figlio.
Auditorium Scavolini Rossini Opera Festival 2025
Zelmira è il carattere decisivo e centrale, interpretata dall'eccellente Anastasia Bartoli, dotata di grande agilità vocale. Anastasia Bartoli è cresciuta con Rossini e con il Rossini Opera Festival. Ha trentadue anni ed è una delle speranze più vivide del belcanto.
La volitività di Zelmira è descritta dalla stessa Anastasia Bartoli in una intervista all'ANSA:
"Sarà una Zelmira con una grande forza d'animo, combattiva e resiliente, molto più degli uomini coprotagonisti. A partire da Polidoro che, benché re, non fa niente per salvarsi e dipende totalmente dalla figlia anche per nutrirsi, fino al marito, che crede a tutti tranne che alla moglie, e ai nemici di quest'ultima, pronti a colpire vigliaccamente nell'ombra. In questo senso si può parlare di un'opera femminista, perché ad emergere per coraggio e determinazione sono soprattutto le donne …" (1)
Una Zelmira femminista. Potrebbe essere la regina di Lesbo, per le sue capacità e volontà intriganti. Sarebbe una degna donna politica.
Il regista Calixto Bieito recepisce il significato dell'isola come sconvolta da macchinazioni politiche e militari abiette. Nonostante il tono del libretto, Bieito la rappresenta come un sogno:
“In Zelmira le emozioni restano sospese nel tempo e si ripetono all’infinito come in un sogno, come in un pensiero fugace, le voci e la musica orbitano nello spazio.” (2)
Il sogno del regista è il grande palco posto al centro dell'Auditorium Scavolini. Una scacchiera con molti riquadri, un’illuminazione intermittente, luminosa, colorata, oscurata. Dentro questa enorme griglia è posta con eleganza l'orchestra del teatro comunale di Bologna. Intorno, i protagonisti, sono impegnati in fughe, corse, attenti a non cadere nelle numerose trappole poste dal regista. Trappole reali. Buche con sabbia, con acqua, con caschi e altre attrezzature sceniche; un guazzabuglio di idee.
La scelta di porre al centro il palco incide moltissimo sul risultato finale. L'interpretazione della musica e della voce diventa circolare. Appena entrati nell'Auditorium, la visione del palco è una bella proiezione, è il mondo onirico di Bieito. C'è emozione nella sua luce, negli scacchi ipnotici.
Purtroppo, emerge una diffusione vocale abbastanza complicata. Il palco è al centro, e gli spettatori siedono nei quattro lati. Spesso i cantanti sono di spalle o posizionati accanto al pubblico, o sulle scale, o vicino agli ingressi. Perciò c'è un po' di dispersione a causa dei tantissimi simboli spuntati all'improvviso.
La causa potrebbe essere la volontà di storicizzazione ai nostri giorni? Sul palco si vede una guerra con mimetiche, pistole, sacche. Ilo, interpretato in modo superlativo da Lawrence Brownlee, sembra più Rambo sbandato mentre entra a Hope.
Lo spirito artistico nasce dalla continua bramosia di essere moderno. Obbligati a leggere le opere liriche come se fossero contemporanee, come se i problemi attuali fossero quelli veri mentre nei secoli passati regnasse solo benessere e pace.
Questa inclinazione espressiva degli autori è più una posa che un pensiero estetico. L'effetto è un surplus di simboli altisonanti. Il palcoscenico a scacchi si riempe di cantanti con le ali, piscina, d'acqua, palloncini colorati, paillette, bolle di sapone, innumerevoli caschi, totem, sabbia gettata in aria: il palco è colmo di oggetti alla rinfusa.
Lo stesso accade a Enea Scala interprete di Antenore. È la personalità più villain, perpetra numerosi agguati e tranelli. Sicuramente un personaggio fisico, carnale, ed Enea Scala, oltre a essere bravissimo cantante, è pure bellissimo con un corpo statuario, muscoloso. Ma perché ha recitato, quasi sempre, mezzo nudo per poi finire addirittura in mutande, anzi in costume, per tuffarsi in acqua?
I tormenti degli artisti hanno realizzato un'opera di solidità musicale e scenica, con un pathos crescente dimostrato nel finale da applausi e consenso del pubblico. Una regia onirica, degli autori popolari e definitivamente rossiniani. Un successo importante in questa edizione del ROF.
Pierachille Dolfini, Bieito: «Nel mio Rossini a Pesaro Zelmira è un'eroina attuale», 9 agosto 2025 https://www.avvenire.it/agora/pagine/uneroina-attuale-nel-rossini-di-bieito