Stolen Regista: Karan Tejpal
Stolen
Regista: Karan Tejpal
Cast: Abhishek Banerjee, Shubham, Mia Maelzer, Harish Khanna, Sahidur Rahaman, Ankit Sain
Provenienza: India
Anno 2023
Autore recensione: Roberto Matteucci
Click Here for English Version
“He is a baby stealer.”
Per anni l'India è stata il centro di un intenso ignobile business: la maternità surrogata. Dei facoltosi sfruttatori usavano la povertà di milioni di indiani. La popolazione dell'India nel 2023 è di 1.399.179.585 (1) La percentuale sotto il livello di indigenza è del 21,9% (1), vale a dire, circa trecento milioni di individui sono in una miseria profonda. Un numero elevatissimo.
Tantissimi imprenditori, signori, baroni, industriali, despoti, padroni, finanzieri, cresi, piccoli borghesi, hanno adoperato il loro potere economico per comperare ciò che nel loro paese è vietato, il corpo e l'anima di molte donne povere. Nel 2015, il parlamento indiano vietò la maternità surrogata retribuita per gli stranieri. È ancora permessa per le coppie indiane eterosessuali. Inoltre stabilì una serie di parametri e regole severe per l'affitto fra indiani.
La speculazione sulle donne indiane fu vergognosa. Fu una raccapricciante “baby factory”(2), una terrificante evoluzione del peggior capitalismo. La proprietà del capitale non solo si approfitta del lavoro degli operai ma addirittura acquista la loro totale sottomissione, depredando perfino utero:
“Earlier, men and women were made bonded labourers but now even wombs are being made to do bonded labour …” (3)
Le donne indiane erano chiuse in compound e trattate come le galline:
“Further, in the Telangana fertility center (Padmaja fertility center at Bhongir), more than 50 surrogate mothers were found confined in buildings adjacent to their center. They were being held until the birth of the child. This restricts their movement and even though they were provided with food and shelter, confining those (about 50 persons) in a room is a way of exploiting their mental and physical health.” (4)
Spesso, dopo aver partorito, nelle madri surrogate subentra un sentimento, un impulso, un istinto materno di tenere il figlio. Può una madre cedere il suo bambino a dei terzi come se fossero in un mercato di carne? È una violenza psicologica ed emotiva, nessun importo pagato può sopperire la sofferenza.
La maternità surrogata è colonialismo puro, uno sfruttamento al limite dello schiavismo poiché abusa delle difficoltà di nazione depresse:
“... calls surrogacy “biological colonialism”, adding that it was worse than other types of colonialism.” (5)
Comportamenti non giustificabili dal desiderio legittimo di avere un figlio, perché questa aspirazione potrebbe essere ottenuta con diversi sistemi.
Il fenomeno fu considerevole in India. Le donne indiane appaiono “shy and uncommunicative” (6), ma in realtà sono semplicemente bisognose, disoccupate e piene di debiti:
“Surrogacy is the source from which these women are earning for the future. Maybe only a little bit, but something.” (7)
Surrogacy exploits women mentally and physically. Women in desperate situations in order to make extra income and protect their family who has no other means of making ends meet opt for surrogacy. Most of the women are illiterate and are not being educated on the process and steps of surrogacy. (8)
La maternità surrogata è pertanto uno scontro fra poveri e ricchi, fra sfruttati e sfruttatori, un conflitto di classe spietato. Queste argomentazioni sono utilizzate metaforicamente e realisticamente dal regista Karan Tejpal nel film Stolen, presentato alla 80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, per narrare la divisione civile dell'India: “There are two disparate Indias.”
Una notte in una sporca e desolata stazione del treno in India. Nel buio dormono su una panchina una donna, Jhumpa Mahato, e un fanciullo. Il bambino si alza. Quando Jhumpa si sveglia non lo trova più. È stato rapito? Sicuramente. Presenti alla scena ci sono due fratelli. Gautam è il maggiore. Appartengono a una famiglia benestante. È venuto a prendere il minore, Raman, per un matrimonio. Incomprensibilmente, i due uomini sono immediatamente sospettati. Chiariti i loro fraintendimenti si uniscono alla polizia per cercare il bambino.
Per un malinteso nei social circola un filmato con Gautam e Raman, nel quale sono accusati del sequestro del fanciullo, uno dei reati più scellerati.
Il giudizio del popolo non ha bisogno di una giuria. Emette il verdetto di morte con la stessa facilità in cui i popoli ripudiano la propria opinione. Gli inseguitori arrivano in un villaggio e si imbattono in una sterminata brutale ordalia di persone pronte ad attuare una punizione diretta, emessa da Dio e applicata dalla gente.
Il risultato è nefasto, nonostante l'impegno della polizia per fermare il linciaggio.
Jhumpa Mahato ha avuto la colpa di noleggiare per soldi il proprio utero ai suoi danarosi signori: “Lei ha comperato il mio utero”. I complici sono all'interno dell'ospedale. Una disagiata serva indotta al più turpe dei crimini.
Karan Tejpal ha studiato negli USA. Ha unito i temi indiani con quelli americani traslati nel suo paese di origine.
Le rappresentazioni sono quelle di un'India ostile e crudele. Gli altri sono l'utero in affitto, e quella della giustizia sommaria.
Il soggetto gli nasce da un avvenimento accaduto nel 2018 a Karbi Anglong nell'Assam:
“The story of the Bansal brothers in Stolen is inspired by an incident that took place in 2018 in Assam. Two men were violently attacked and lynched at the hands of an enraged crowd who had mistakenly understood them to be kidnappers based on falsified videos that tore through communities via WhatsApp.” (9)
“In Karbi Anglong in Assam, two boys were lynched, because they were going fishing and the villagers thought they were child kidnappers. He pitched it to me as a one-take of this entire lynching, the whole film in one take. And I thought it was fascinating. At the time I was developing a series on missing people, and missing children in India. And I felt the stories could come together. Just the story of the lynching is more shock than emotion. And then we developed the story thanks to the timing, this was during the pandemic and we lived close to one another and could work on it and develop it and that’s what is the film today.” (10)
Un video su WhatsApp ha il valore delle tavole di Mosè. Gli annoiati fruitori dei social non dubitano minimamente della clip di YouTube. È la fine di un metodo di produzione delle notizie attraverso a una mediazione ovvero la scomparsa di una lettura facilmente individuabile. I mass media sono crollati improvvisamente per una corruzione morale generalizzata. Lo sfruttamento politico e sociale delle fonti di informazione è esistito pure nelle epoche precedenti ma la differenza era la presenza di un giornalismo culturalmente avanzato, dei professionisti intellettualmente capaci di schierarsi anche contro.
Ora in assenza di validi reporter tutto appare reale perfino le falsità.
L'autore rielabora la massima del filosofo Heigel “Se i fatti smentiscono le idee tanto peggio per i fatti”.
Crea una evidente dicotomia filosofica. Il bene e il male sono confusi, il regista lo spiega:
“The story allowed me to explore the truth of human beings as complex and contrary beings, and that no person can so easily be cast as ‘good’ or ‘bad’.” (11)
Il bene e il male sono caotici, complessi e non distinguibili mentre le idee sono chiare e determinate.
È la follia della legalità da strada. È una dottrine estremista credere in una giustizia compiuta direttamente, è una analisi dei fatti senza mediazione. Perciò i fatti non sono importanti, sono anzi un peso fastidioso. Il regista:
“ … an opportunity to explore this idea of the ‘court of public opinion’.” (12)
Esplorare l'ispirazione del “‘court of public opinion’” è il suo scopo e la conseguenza di questo tribunale è sconcertante.
Come si inserisce questo concetto nell'India attuale?
Il parere del regista sull'India:
“What truly What truly inspires me is the opportunity to craft stories from the contrasting world that surrounds me – a world that can at times be unforgivingly brutal, yet also incredibly humbling in its portrayal of humanity. Everytime I look around I see the vulnerabilities faced by those without power and the gradual erosion of trust in our established social systems. In our expansive and diverse nation, a stark demarcation emerges between the privileged few, who wield overwhelming power, and the vast majority, who find themselves disempowered. These are the distinct dichotomies I allude to as the “two disparate Indias.” Stolen starts with the collision of the two parts and ends with them coming together to achieve a common goal.” (13)
L'India soffre di una ingiustizia sociale forte. Incide sulla stratificazione della popolazione su un concetto marxista dell'economia. Esprimere disappunto non basta. Le due India si affrontano, ma questo è sempre avvenuto. Le battaglie sono state tante. Non è un problema religioso ma di classe. La classe dominante non ha esitato di servirsi della colonizzazione a loro vantaggio. La dominazione islamica e quella successiva inglese avevano una unica priorità. La sostituzione fu dovuta esclusivamente a un adeguamento dell'India, seguendo i crismi di una industrializzazione e commercializzazione più redditizia di quella precedente.
Stolen si innesta in questo ambiente post coloniale. L'India deve ricostruire un significato nazionale per potersi liberare della sua povertà. Una dimensione difficile da raggiungere senza una rivoluzione internazionale della politica e della società.
I fratelli, di una classe facoltosa e agiata, sono massacrati da dei disagiati. Dei nullafacenti, degli ignoranti; dei creduloni li braccano. È questa la giustizia sociale dell'India?
Gautam Bansal è una persona agiata. Ben vestito, bella macchina, vuole passare la serata con la madre e i parenti. Rispecchia l'immagine della serena famiglia borghese. In un primo momento, per pigrizia, non vuole soccorrere la donna.
Raman Bansal, è il più piccolo. È il più disinteressato. Ha lasciato casa. D'impulso sostiene la madre e subito corre in suo aiuto fino a cacciarsi in pericolosi guai.
Gautam è altero, benpensante, cinico, diffidente, egoista, prudente, retorico. Il suo percorso introspettivo ha una direzione positiva. È martirizzato, tutte le sue caratteristiche sono dovute all’indolenza. Il Gautam sanguinante, ferito, incosciente non è altero, benpensante, cinico, diffidente, egoista, prudente, retorico ma un uomo capace di seguire la legalità, non quella dell'opinione pubblica ma quella della verità e dei fatti.
Questo viaggio si ottiene nella seconda parte quando il film si trasforma in un western on-the-road. Durante il tragitto il loro rapporto cambia. Questo tratto psichico è descritto dal filmmaker:
“The relationship between the two brothers is slightly strained at the beginning of the story. Their differing views of the world causes an estrangement that is often seen between siblings. The relationship starts to change after a major inciting incident which shakes Gautam’s core and opens him up to the harsh but true words of his brother. When the trio comes under attack by outside forces one realizes that the fraternal bond is strong and it is clear that both care for each other in a deep emotional manner and will support one another through thick and thin.” (14)
Di fronte al nemico i due fratelli si compattano, disposti ad proteggersi a vicenda.
Jhumpa Mahato ha una sola sfaccettatura. È stata costretta a procreare un neonato per soldi. Una volta nato prevale la sensibilità della maternità. È possibile vedere un figlio? Denaro sempre inferiore a quello incassato da dei mezzani predatori della loro posizione, vigliacchi commercianti di esseri umani.
Karan Tejpal mixa i topos con grande abilità. I movimenti veloci della camera, il montaggio al fulmicotone, una sceneggiatura abbondante di generi e una scrittura vivace. Queste capacità provocano tensione e ritmo accentuato all'estremo.
Si inizia con un genere crime, noir. La sparizione del bambino causa un subbuglio per scoprire i rapitori e i loro motivi. Questa sezione regge bene la trama anche se la semplicità e la brevità non impegnano lo spettatore. È voluto dal regista. Questa parte contribuisce a sviluppare il carattere e la relazione fra i due fratelli, mostrare le diatribe esistenti. C'è una rabbia repressa, un'incomunicabilità, qualcosa di non raccontato. Le immagini sono buie e nascondono tutto.
Poi c'è un cambiamento. Durante il viaggio alla ricerca del fanciullo, raggiungono un paese. Il video fake li ha anticipati. Sono scoperti e inizia la demenziale seconda parte. È una caccia continua, inseguimenti, sparatorie, cadute. Il genere è quello del western. I cattivi li tallonano con i loro cavalli pronti ad assaltare la diligenza. Cavalli e diligenza sono diventati una autovettura e moltissime moto. È un Ombre rosse moderno, geniale. C'è disumanità da parte degli inseguitori ma hanno pure un senso di giustizia, la consapevolezze di avere ragione, di essere i buoni. Non può mancare l'impiccagione e l'arrivo dei nostri, i poliziotti giungono a salvare i malcapitati. Ma è sufficiente?
In questa sezione si risolve in maniera catartica il legame fra i fratelli. Quando cominciano le avversità si difendono. Le questioni iniziali sono superate, la rabbia è sparita.
Due linguaggi, due stili opposti, uguale criterio nelle inquadrature.
La storia è lineare. Presentazione dei personaggi. Nascita del conflitto. Conseguenze del conflitto e colpo di scena. Il colpo di scena è implacabile. Le motivazione della fuga della donna con il bambino, le malefatte dentro l'ospedale e la giustizia privata di un gruppo di esaltati.
Quantunque il parere del regista, bene e male si riconoscono esattamente.
https://www.cia.gov/the-world-factbook/countries/india/#economy
https://www.theguardian.com/lifeandstyle/2016/apr/28/paying-for-baby-trouble-with-renting-womb-india
https://www.aljazeera.com/features/2013/2/3/indias-growing-rent-a-womb-industry
https://www.aljazeera.com/features/2013/2/3/indias-growing-rent-a-womb-industry
https://www.theguardian.com/lifeandstyle/2016/apr/28/paying-for-baby-trouble-with-renting-womb-india
https://www.theguardian.com/lifeandstyle/2016/apr/28/paying-for-baby-trouble-with-renting-womb-india
https://venezianews.it/en/daily-2023/interview-karan-tejpal-stolen/
https://venezianews.it/en/daily-2023/interview-karan-tejpal-stolen/
https://venezianews.it/en/daily-2023/interview-karan-tejpal-stolen/
https://venezianews.it/en/daily-2023/interview-karan-tejpal-stolen/
https://venezianews.it/en/daily-2023/interview-karan-tejpal-stolen/
La vendetta e perdono appartengono a tre ragazzi messicani intenti a organizzare la loro rappresaglia nel film A cielo abierto - Upon Open Sky dei registi Mariana Arriaga e Santiago Arriaga presentato alla 80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.