Yurt - Dormitory Regista: Nehir Tuna

Yurt – Dormitory, Nehir Tuna

Yurt - Dormitory

Regista: Nehir Tuna

Cast: Doğa Karakaş Can Bartu Arslan Ozan Çelik Tansu Biçer Didem Ellialtı Orhan Güner Işilti Su Alyanak

Ahmet Hakan Yakup Hodja Father Mother Behlül Hodja Sevinç

Provenienza: Turchia

Anno 2023

Autore recensione: Roberto Matteucci

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Non tutto quello che è arabo è sacro.

In Turchia, negli anni venti del novecento, Mustafa Kemal Atatürk, ufficiale dell'esercito scatenò dalla Anatolia la sfida al decadente impero ottomano. La motivazione della sua battaglia non era più religiosa. I suoi principi erano quelli del laicismo, del patriottismo, della occidentalizzazione della società. Con la sua vittoria la Turchia divenne un paese musulmano ma con una guida laica. Fra le due fazioni scoppiò una polemica frequentemente violenta. Alla repubblica kemalista si contrappose una energica opposizione religiosa. Ci furono numerose rivolte, come quelle dei dervisci e di altre confraternite.

Durante gli anni sessanta e settanta sembrava che queste organizzazioni religiose militanti avessero perduto terreno, e in molti paesi la loro attività era proibita o soggetta a restrizioni; continuavano però a operare nella clandestinità ed erano in sintonia con le tendenze e i desideri di moltissimi esponenti delle classi inferiori della società islamica.” (1)

I contrasti fra secolari e confraternite sono tuttora combattuti. Una guerra con vittorie e sconfitte alterne, con una Turchia divisa. Nell'epoca del Presidente Recep Tayyip Erdoğan le confraternite religiose hanno acquisito un vantaggio ma non sicuramente un predominanza netta.

Nel 1996, questa competizione era vinta dai secolari, i quali dominavano nelle scuole. Negli istituti scolastici i giovani religiosi erano visti con repulsione. È il periodo storico del film Yurt – Dormitory del regista Nehir Tuna presentato alla 80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

Yurt – Dormitory, Nehir Tuna

In disputa con le scuole laiche c'erano le Yurt, i dormitori gestiti dalle confraternite con un spirito intensamente religioso e d'incompatibile con il sistema del governo laico.

Ahmet è uno studente adolescente. Proviene da una famiglia sentitamente religiosa, con un padre membro di una importante congregazione. Studia in una scuola laica ma simultaneamente vive in una Yurt. Si vergogna della sua condizione di fronte ai compagni della classe. Non gli rivela il dormitorio facendosi fermare distante dalla Yurt per non smascherare la sua duplicità.

Ugualmente il dormitorio nasconde l'aspetto poco religioso, entrando spesso in conflitto con le rigide regole.

C'è anche una componente sociale. La scuola è frequentata dai figli del ceto media, una nascente borghesia cresciuta grazie alla politica di Mustafa Kemal Atatürk.

Gli ospiti del dormitorio sono invece giovani provenienti da famiglie più disagevoli e indigenti.

Yurt – Dormitory, Nehir Tuna

Ahmet al suo interno riesce a fare amicizia con Hakan, un orfano accolto nell'ostello.

Nehir Tuna è nato nel 1985 e ha la stessa età del protagonista. Ha avuto delle esperienze simili, ospitato nelle Yurt. Nelle interviste afferma gli influssi autobiografici:

Just like Ahmet, the main character, I’ve spent five years in a religious boarding school. I keep abiding memories of this experience, and most of them are quite similar to what Ahmet is going through: being brutally separated from one’s family, having to get used to new living conditions overnight... The reasons why my father wanted to send me to a boarding school are also addressed in the film: to climb the social ladder, to assert his faith and his religious responsibilities, to set himself up as an example within the community... Ahmet’s father is seeking his own salvation by sending his son away.

Just like I was, Ahmet is a hard-working student, who doesn’t rebel much and who wants to please everyone, especially his father. He is also really resilient: he knows that time will prove him right.” (2)

L'autore descrive queste argomentazioni sia quella primaria della lite fra laici e credenti, sia altre di pari profondità.

Being brutally” sembra che il regista abbia penato intimamente la prima lontananza con la famiglia infatti racconta di:

... being brutally separated from one’s family, having to get used to new living conditions overnight.” (2)

La famiglia e l'umano scontro con il padre è sottolineato in molte sequenze. Le discussione padre e figlio hanno il culmine addirittura in una cruenta litigio nella quale Ahmet ferisce il genitore tagliandogli una mano. Una chiara circostanza edipica.

Yurt – Dormitory, Nehir Tuna

Il regista lo utilizza per narrare le relazioni d'amore, sia quelli familiari, sia quello con l'amico Hakan, sia perfino quello con la compagna di classe, corteggiata da Ahmet:

How would you describe the relationship between Ahmet and Hakan? Is it a love story?

All relationships are multifaceted, and sometimes it just take a different outlook to change the nature of a bond. Overall, I think that Yurt is the story of a young boy who is searching for love: the love of his father, or the -more classically romantic- love of the young girl who joins his class during the year, or that, more friendly, between him and Hakan, whom he sees at once as a model, a big brother... To me, Ahmet’s story is a combination of those three relationships. And maybe he gradually realises that his relationship with Hakan features all these aspects: filial love, romantic love, friendship/love.” (2)

È un comune atteggiamento di un adolescente, un racconto di formazione ambientato in un'epoca definita drammatico, in una nazione economicamente in crescita ma sinora socialmente arrancante.

Nella sua intervista Nehir Tuna parla di amicizia, amore e pure di pulsioni omo vissute da Hakan con un intransigente e fervente professore.

Yurt – Dormitory, Nehir Tuna

Ahmet è caratterizzato perfettamente nella inquadratura dal suo ingresso nella scuola. Tutte le scarpe dei suoi camerati sono vecchie, rotte e sporche. Le sue sono, viceversa, nuove lucide e pulitissime. Nonostante la provenienza da una ricca famiglia, sottolineata dalla sua casa lussuosa, Ahmet è un solitario. Affronta ambienti e contesti ostili con il padre autorevole o i compagni di classe laici o con l'amore di una ragazza. Appare immaturo ma è intelligente, attento nello studio. Non sa districarsi fra i due mondi. Li ama e li accetta entrambi. È costretto a fronteggiare delle circostanze decisive anche a causa del padre, il quale lo spinge ad appoggiare la sua modalità di vita.

Alla fine compie una scelta. Per ottenerla ha dovuto calpestare involontariamente un amico, la persona più debole, sacrificandola per i suoi impulsi.

Yurt – Dormitory, Nehir Tuna

Hakan è senza famiglia, senza una casa. Senza il dormitorio sarebbe un senzatetto. Sembra interessato alla religiosità del professore Hodja ma in realtà è guidato dalle sue pulsioni ormonali. Non è una scelta religiosa, cerca di sopperire alla sua solitudine.

Ahmet e Hakan sono agli opposti. I genitori di Ahmet sono facoltosi. Hakan è povero e orfano. Ahmet vive in una confortevole casa, circondato dall'affetto del padre e della madre. Hakat vive in un dormitorio senza amore. Ahmet apprende con profitto e si avvicina con lentezza alla religiosità. Hakat è rigorosamente religioso, necessità di una alternativa al vuoto nel quale è immerso.

La loro amicizia è una svolta consapevole. La base è una chimera, una ricerca di un tesoro, una speranza di trovare dei soldi. La loro spedizione, con una macchina rubata, sancisce il loro attaccamento e la loro irrisolvibile diversità.

Ma c'è una squilibrio. Hakan ha una umanità più cattiva ma nello stesso tempo più sincera. Hakan è attratto dal suo compagno ma contemporaneamente soffre di una celata invidia. Gli sottrae le scarpe e altri oggetti per venderli nel mercato nero. È fragile, insicuro, instabile, malinconico.

Yurt – Dormitory, Nehir Tuna

Queste caratteristiche affiorano palesemente durante il loro tentativo di recuperare il tesoro. Entrambi hanno la convinzione e il desiderio di potersi emancipare. Eppure c'è una discordanza fondamentale. Ahmet ha le spalle coperte, la vive come una avventura, dietro ha una benestante famiglia pronta ad aiutarlo persino in caso di guai.

Per Hakan è diverso. Esso si gioca la sua vita, il suo futuro. Ha un'unica possibilità perciò deve sfidare lo sorte. Un insuccesso sarebbe la fine: l'espulsione dal dormitorio e il vagabondaggio.

Disinteressato all'esigenza dell'amico, il finale mostra l'egoismo di Ahmet.

Yurt – Dormitory, Nehir Tuna

Il regista adopera vari linguaggi.

A partire dal bianco e nero. Lo usa volutamente:

Yurt starts in black and white and then, mid-course, it switches to colour. What was the motive for this bold move?

Symbolically, I thought that black and white suited life at the boarding school: everything in there is unequivocal, it is either all black or all white. You are either a devout person or an infidel, there is no room for nuance. There is no room for colour either, especially for the mixing of colours. Colours only appear when Ahmet and Hakan run away and experience a true feeling of freedom. The film becomes more dynamic, the camera is more mobile, and freer as well... Then the colours slightly fade out as the film draws to an end.” (2)

È un film alla Truffault sia per la bellezza del bianco e nero, sia per la storia adolescenziale di una crescita eternamente ostica, tormentato fra l'amore del padre e quello degli amici.

Yurt – Dormitory, Nehir Tuna

Il bianco e nero alla fine scompare. Si ritorna al colore. È il momento della fuga. I ragazzi si sentono fintamente liberi. Hanno l'adrenalina giovanile di stare compiendo qualcosa di vietato, una ribellione contro tutti, laici e religiosi. Pertanto il colore dipinge il sogno dei due amici, perché la vita può essere in bianco e nero ma si sogna sempre a colori.

La pellicola si concentra sulla esistenza quotidiana, minuziosa nel dormitorio. Non è facile viverci. Troppe differenze, troppa disciplina, troppi divieti, troppi bulli. I ragazzi sono frenati. Perciò reagiscono. Nascono litigi, lotte persino turbamenti sessuali, con la visione d'immagini pornografiche e alcuni adescamenti fuori dai inflessibili insegnamenti.

Il rapporto ossessivo con il padre, avviene sia nella scena del suo ferimento, sia un'altra più intensa. Il padre è uscito, Ahmet è a casa, a letto. Cerca il cuscino su cui ha dormito il padre. Lo prende e continua a dormire con quello. Una sequenza espressiva, passionale, palese. Non è una normale controversia generazionale ma è una richiesta d'amore impetuosa. Nell'epilogo il padre è orgoglioso del figlio. Hakan è sparito, ferito nel corso della fuga, probabilmente vive in strada. Ahmet sa cosa scegliere.

Yurt – Dormitory, Nehir Tuna

I dissidi secolari e religiosi sono impetuosi. Il dormitorio è sconvolto per le perduranti perquisizioni della polizia alla ricerca del nulla, ma eseguiti al solo allo scopo intimidatorio.

A minacciarli si aggiungono gli assalti ai ragazzi dei movimenti laici. Una situazione difficile, ancora presente in una Turchia desiderosa di un dominio panislamico.

Lo spettatore rimane dubbioso. Si aspettano il contrario, vale a dire integralisti che attaccano i laici, non conoscendo le potenti evoluzioni della storia turca.

Neppure la scuola laica e borghese è un paradiso. “It's scary there is someone like that among us” la fidanzata di Ahmet dichiara la sua paura per la presenza di studenti della Yurt nella scuola. La ragazza è all'oscuro della verità di Ahmet. Una discriminazione nei confronti d'individui con una religiosità. Ahmet si nasconde, cela la sua realtà per amore. Un altro amore, quello per la bella compagna.

Yurt – Dormitory, Nehir Tuna

Il regista è molto bravo. Un esteta del bello, decantando come un pittore il colore e la fotografia. Il bianco e nero ha delle sfumature assennate seguendo costantemente i personaggi e il loro divenire. I loro sguardi, i sottintesi sono minimi spostamenti del corpo e degli occhi.

La struttura è spiegata e didattica. Le fasi dello sviluppo della storia sono delineate con precisione. Il colpo di scena conclusivo con la decisione di Ahmet è integrale al suo sviluppo.

Il film ha atmosfera, formale, poetico, un cromatismo elegante, una titubanza etica per gli ambigui comportamenti.

  1. Bernard Lewis, La costruzione del Medio Oriente – The Shaping of the Modern Middle East, Edizione economica Laterza, II edizione, 2011, Pagina 144/145

  2. Director’s Interview. Pressbook.

Roberto Matteucci

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“There’d he even less chance in a next life,” she smiled.
“In the old days, people woke up at dawn to cook food to give to monks. That’s why they had good meals to eat. But people these days just buy ready-to-eat food in plastic bags for the monks. As the result, we may have to eat meals from plastic bags for the next several lives.”

Letter from a Blind Old Man, Prabhassorn Sevikul (Nilubol Publishing House, 2009)

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