Il Palazzo Ducale e la galleria Nazionale delle Marche, Urbino
Galleria Nazionale Delle Marche
Palazzo Ducale di Urbino
Piazza Rinascimento 13
Urbino
Credit photo: popcinema.org
Nel 1444, dopo l'assassinio di Oddantonio, Federico da Montefeltro diventa Duca di Urbino.
Con Federico da Montefeltro, Urbino si trasforma in uno dei centri essenziali del Rinascimento e Federico ne è il Principe mecenate.
Una piccola città si trasforma nel centro della cultura rinascimentale italiana.
Urbino è in una zona collinare e poco amena ma grazie al “lume della Italia” risplende per sapienza, erudizione e arte nonostante il lavoro di capitano di ventura del Duca.
Baldassare Castiglione nel Il libro del Cortegiano descrive Urbino e i suoi “ottimi Signori”:
“Alle pendici dell'Appennino, quasi al mezzo della Italia verso il mare Adriatico, è posta, come ognun sa, la piccola città d'Urbino; la quale, benché tra monti sia, e non cosí ameni come forse alcun'altri che veggiamo in molti lochi, pur di tanto avuto ha il cielo favorevole, che intorno il paese è fertilissimo e pien di frutti; di modo che, oltre alla salubrità dell'aere, si trova abundantissima d'ogni cosa che fa mestieri per lo vivere umano. Ma tra le maggior felicità che se le possono attribuire, questa credo sia la principale, che da gran tempo in qua sempre è stata dominata da ottimi Signori; avvenga che nelle calamità universali delle guerre della Italia essa ancor per un tempo ne sia restata priva . Ma non ricercando piú lontano, possiamo di questo far bon testimonio con la gloriosa memoria del duca Federico, il quale a' dí suoi fu lume della Italia ...” (1)
Ma qualsiasi Signore rinascimentale ha bisogno del suo palazzo. Federico da Montefeltro
vuole l'edificazione di una residenza fra le più personali:
“ … una delle più elette Regge della Rinascenza, il monumento in cui si assomma la suprema vitalità e bellezza della città ducale.” (1)
Federico scelse come architetto Luciano Laurana poi sostituito da Francesco di Giorgio.
Il Palazzo Ducale è inimitabile, il “il piú bello che in tutta Italia si ritrovi”.
Baldassare Castiglione esalta la sua bellezza infinita:
“Questo, tra l'altre cose sue lodevoli, nell'aspero sito d'Urbino edificò un palazzo, secondo la opinione di molti, il piú bello che in tutta Italia si ritrovi; e d'ogni oportuna cosa sí ben lo fornì, che non un palazzo, ma una città in forma de palazzo esser pareva; e non solamente di quellodi camere di ricchissimi drappi d'oro, di seta e d'altre cose simili, ma per ornamento v'aggiunse una infinità di statue antiche di marmo e di bronzo, pitture singularissime, instrumenti musici d'ogni sorte; né quivi cosa alcuna volse, se non rarissima ed eccellente. Appresso con grandissima spesa adunò un gran numero di eccellentissimi e rarissimi libri greci, latini ed ebraici, quali tutti ornò d'oro e d'argento, estimando che questa fusse la suprema eccellenzia del suo magno palazzo.” (1)
Lo stesso entusiasmo lo racconta Giorgio Vasari ne Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti, quando parla di Francesco di Giorgio
“Nell'architettura ebbe grandissimo giudizio e mostrò di molto bene intender quella professione, e ne può far ampia fede il palazzo che egli fece in Urbino al duca Federigo Feltro, i cui spartimenti sono fatti con belle e commode considerazioni, e la stravaganza delle scale sono bene intese e piacevoli più che altre che fussino state fatte insino al suo tempo. Le sale sono grande e magnifiche, e gl'appartamenti delle camere utili et onorati fuor di modo; e per dirlo in poche parole è così bello e ben fatto tutto quel palazzo, quanto altro che insin a ora sia stato fatto già mai. Fu Francesco grandissimo ingegnere, e massimamente di machine da guerra, come mostrò in un fregio che dipinse di sua mano nel detto palazzo d'Urbino, il qual è tutto pieno di simili cose rare, apartenenti.” (2)
All'epoca la strada principale per Urbino era quella da Firenze. Sbucava a Urbino attraversando gli Appennini. I viaggiatori erano accolti da uno spettacolo unico, non da una costruzione pesante, con delle torri militari eccessive. La prima visione erano i delicati, eleganti, slanciati torricini:
“Anche la fronte dei torricini, che rievoca meglio di ogni altra parte di esso l'anima medioevale, offre nelle svelte e leggiadre torri più che un'affermazione di forza e di minaccia, un motivo statico ed ornamentale, arricchito dal vasto respiro delle logge, sulle quali la vittoriosa aquila dei Montefeltro sembra levarsi dominatrice non solo della piccola città gloriosa, ma, oltre il solenne ondulamento di monti che la ricingono di un baluardo inviolabile, del dispiegamento portentoso della civiltà italiana.” (3)
Inoltre nella corte vigeva un ordine rigoroso, guidato da Federico. Federico fu un uomo di moderazione e nel palazzo aleggiava rispetto e modestia. Così narra Vespasiano da Bisticci nelle Vite di uomini illustri del secolo XV:
“Venendo al governo della casa sua non si governava altrimenti che si governi una casa di perchè avendo in casa sua alle spese sua cinquecento bocche più, quella casa, non eh' ella paresse casa di soldati, ma in una religione non si viveva con tanto ordine, che si vivesse nella casa sua. Quivi non si giucava né vi si biastemava, ma parlavasi con grandissima modestia.” (4)
Le “scale ... bene intese”, le “sali … grandi e magnifiche”, le “leggiadre torri”, i toni di “grandissima modestia” erano l'ambiente perfetto e ideale per accogliere gli ospiti illustri e gli artisti gloriosi. Hanno studiato, conversato, dialogato, disertato, discusso, dipinto a Urbino nel XV secolo: Raffaello Sanzio, suo padre Giovanni Santi, Donato Bramante, Paolo Uccello, Piero della Francesca, Melozzo da Forlì, Baldassare Castiglione, Luciano Laurana, Giusto di Gand, Pedro Berruguete, Fra Diamante, Leon Battista Alberti, Luca Pacioli, Luca Signorelli, Torquato Tasso.
L'unione architettonica, la cultura artistica, la personalità di Federico da Montefeltro sono le peculiarità e rendono il Palazzo Ducale di Urbino il luogo perfetto per stabilirci La Galleria Nazionale delle Marche.
Al suo interno ci sono opere esclusive, uno scrigno indimenticabile per la storia dell'arte.
Baldassarre Castiglione, Il libro del Cortegiano, http://www.liberliber.it/biblioteca/licenze/, tratto da: Il libro del Cortegiano, Baldesar Castiglione, a cura di Giulio Preti, G. Einaudi, Torino [1965] Collezione: I millenni
Giorgio Vasari, Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti, e-book, tratto da: Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti / Giorgio Vasari ; introduzione di Maurizio Marini. - 3. ed. integrale. - Roma : Grandi Tascabili Economici Newton, 1997. - 1403 p. : ill. ; 24 cm. - (I mammut ; 4), 2a edizione elettronica del 5 settembre 2017, pag. 857
Luigi Serra, Il Palazzo Ducale e la Galleria Nazionale di Urbino, La libreria dello Stato, Roma, 1930, Anno VIII, pag. 6 https://www.google.it/books/edition/Il_Palazzo_ducale_e_la_Galleria_nazional/wMQtAQAAIAAJ?hl=it&gbpv=1&dq=storia+del+palazzo+ducale+di+urbino&printsec=frontcover
Vespasiano da Bisticci, Vite di uomini illustri del secolo XV, Bologna, 1892, pag. 20
Bibliografia:
Denis Mack Smith, Federigo da Montefeltro, Quattroventi, 2005
Le opere d'arte in Italia sono un numero spropositato. L'effetto è l'invisibilità della stragrande maggioranza delle opere conservate nei musei.
I depositi in cui sono custoditi sono vastissimi. Questo provoca un problema nella catalogazione e nello studio del patrimonio culturale. Soprattutto è indisponibile a una fruizione del pubblico.
La Galleria Nazionale delle Marche nel Palazzo Ducale, Urbino, con la mostra L'altra collezione Storie e opere dai depositi della Galleria Nazionale delle Marche, ha offerto una possibilità di vedere sessanta opere solitamente nei depositi del museo.