L'altra Collezione Storie e opere dai depositi della Galleria Nazionale delle Marche
L'altra Collezione Storie e opere dai depositi della Galleria Nazionale delle Marche
Palazzo Ducale, Urbino, dal 5 ottobre 2023 al 5 maggio 2024
Curatori: Direttore della Galleria Nazionale delle Marche Luigi Gallo, Valentina Catalucci e Andrea Bernardini
Credit photo: popcinema.org
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Le opere d'arte in Italia sono un numero spropositato. L'effetto è l'invisibilità della stragrande maggioranza delle opere conservate nei musei.
I depositi in cui sono custoditi sono vastissimi. Questo provoca un problema nella catalogazione e nello studio del patrimonio culturale. Soprattutto è indisponibile a una fruizione del pubblico.
Quale è la l'esatta quantità dei beni salvaguardati nei depositi in Italia? Sono una infinità:
“A fronte di circa 480mila opere esposte nei musei italiani, ce ne sono 4,5 milioni che sono custodite nei depositi ...” (1)
ai quali devono essere aggiunti uno smodato quantitativo di materiale archeologico. Pertanto, il 90% dei beni è nascosta, sconosciuta o conosciuta soltanto a pochi studiosi.
Esporre tutte le opere è impossibile. I musei in Italia sono principalmente edifici storici con illimitati vincoli. Se pure fosse possibile, si aprirebbe la questione di renderli non solo visibili ma anche interessanti.
Come poter utilizzare e amministrare questa ricchezza?
I depositi sono sicuramente un luogo essenziale per una attenta manutenzione e controllo. Consolidata questa funzione, come è fattibile una gestione dei depositi?
Accessibilità, rotazione delle opere, sfruttamento parziale, interpretazione e ricerca per renderle appetibili, marketing. Inoltre un servizio accurato per i prestiti, o trovare soluzioni alternative di esposizione, sfruttando i numerosi edifici pubblici.
Una diversa opzione potrebbe essere un decentramento delle opere dagli imponenti depositi. È accaduto con il progetto del ministero della cultura italiano “100 opere tornano a casa”. Cinque quadri di Federico Barocci, Simone Cantarini e Pomarancio, lasciati nei depositi della Pinacoteca di Brera sono stati consegnati alla Galleria Nazionale delle Marche. Le opere furono create nel territorio marchigiano e successivamente trafugate durante il periodo napoleonico. È un ritorno a casa, dove sono nate e vissute per anni. Ma si parla di esigue cifre.
Un diverso sistema fu ideata nel febbraio 2016 dal Mauritshuis Museum dell'Aja. Il museo organizzò la mostra “In and out of storage” esponendo opere del suoi depositi.
Segue la stessa linea la Galleria Nazionale delle Marche nel Palazzo Ducale, Urbino.
Con la mostra L'altra collezione Storie e opere dai depositi della Galleria Nazionale delle Marche, dal 5 ottobre 2023 al 5 maggio 2024, la Galleria Nazionale delle Marche di Urbino ha offerto una possibilità di vedere sessanta opere.
Sono opere dal XV al XX secolo, una selezione autorevole e culturale.
Gli autori più conosciuti sono Federico Barocci e Simone Cantarini detto il Pesarese. Gli artisti recenti sono Anselmo Bucci, Vincenzo Nini.
L'esposizione termina con Nino Caffè con il suo Grande Pannello del 1967. Un paesaggio, un parco di elevate dimensioni, osservato dalla soggettiva di una persona dall'interno della sua casa, un palazzo probabilmente. Una ampia finestra, una balaustra delinea un terzo della tela. Il parapetto è un disegno preciso, un oggetto fisso, immobile ma ha dei piccoli segni di vita. Una curiosa lucertola, una pipa e un foglio. L'altro terzo è un grande giardino vivace, pieno di gente, di vitalità. Due uomini e una amica stanno facendo un picnic. Un uomo di spalle ha le gambe incrociate, si appoggia con una mano a un tronco e ammira l'infinito. Due fidanzati sono seduti su una panchina e stanno amoreggiando. Un giovane è seduto sull'erba sta leggendo il giornale. Tre coppie stanno festeggiando, una persona suona la chitarra, due stanno ballando, un'altra è abbracciata a un militare e una è sdraiata sul prato. Un pittore sta dipingendo en plein air. Un prete gironzola con le mani dietro la schiena. Mary Poppins sta volando con il suo ombrello e la sua borsa mentre dei bambini si muovono intorno a essa. Un anziano con un cane passeggia e un altro cane vicino abbaia. Una vecchia sta camminando. Un altro prete è in bicicletta rilassato. Ma Mary Poppins non è l'unica a librarsi. La parte laterale è occupata da un seminario dove un prete con l'ombrello sta volteggiando laddove un altro si sta gettando dalla terrazza dal quale ci sono diversi sacerdoti. Il seminario è imponente, circondato da un parco e rinchiuso da mura. Dal cancello una suora saluta con un fazzoletto bianco in mano.
Nella zona superiore non ci sono esseri umani, ma c'è un panorama collinare con delle case e un cielo con cirri più bianchi che celeste.
I colori sono tenui, autunnali, le foglie sono già marroni ma in qualche albero sono ancora verde timido.
Il risultato finale è un ambiente teatrale, con un parapetto a separare la platea e il palcoscenico. La scena è un racconto corale, un momento di distrazione, di gioco, di gioia, di fantasia in un grande spazio verdeggiante. Tanti personaggi sono impegnati in attività ludiche. È l'esaltazione della natura, dello stare insieme, è una poesia collettiva con tanti preti e Mary Poppins.
Le opere d'arte in Italia sono un numero spropositato. L'effetto è l'invisibilità della stragrande maggioranza delle opere conservate nei musei.
I depositi in cui sono custoditi sono vastissimi. Questo provoca un problema nella catalogazione e nello studio del patrimonio culturale. Soprattutto è indisponibile a una fruizione del pubblico.
La Galleria Nazionale delle Marche nel Palazzo Ducale, Urbino, con la mostra L'altra collezione Storie e opere dai depositi della Galleria Nazionale delle Marche, ha offerto una possibilità di vedere sessanta opere solitamente nei depositi del museo.