The Eternal Daughter Regista: Joanna Hogg

The Eternal Daughter, Joanna Hogg

The Eternal Daughter

Regista: Joanna Hogg

Cast: Tilda Swinton, Carly-Sophia Davies, August Joshi

Provenienza: USA, UK

Anno 2022

Autore recensione: Roberto Matteucci

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Happy birthday, mum.

To us.

Nel complesso di Elettra la bambina, ancora piccola, si distacca dalla madre per innamorarsi del padre. La madre è diventata la rivale pertanto la tratta con ostilità. Per Freud questa fase, come il complesso di Edipo, nasce nel periodo fallico verso i quattro/cinque anni. Con la crescita e la maturità, lo sviluppo normale di questa fase è il suo superamento. C'è il riconoscimento dell'impossibilità di ottenere un rapporto con il padre e contestualmente una progressiva identificazione della bambina con la madre. Sentimento sempre più intenso nel tempo.

Di questa identificazione madre e figlia, anche fisica, è l'argomento del film The Eternal Daughter della regista Joanna Hogg, presentato alla 79. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

The Eternal Daughter, Joanna Hogg

Campagna, nebbia, tanta nebbia, una strada è percorsa da un'auto. Al suo interno due donne, Rosalind, la madre, e Julie, la figlia. Rosalind dorme mentre Julie ascolta i discorsi sui fantasmi dell'autista. Il viaggio termina nel vuoto. In un piazzale sommerso da una foschia fitta, la macchina si ferma davanti al Moel Fanam Hall, una antica magione nobiliare inglese, trasformata in albergo di lusso. L'accoglienza non è professionale. La receptionist non trova la prenotazione, non c'è Wi-Fi, e il ristorante è chiuso, quindi non è possibile cenare.

Il palazzo apparteneva alla famiglia della madre. Aveva trascorso la sua infanzia nelle sue vaste stanze. La notte la receptionist torna a casa. L'albergo appare disabitato, senza altri ospiti. Eppure l'edificio è pregno di rumori, suoni, cigolii strani e perturbanti.

Durante le nere notti, Julie si muove al suo interno. Una sera finalmente incontra un uomo, lavorava nell'hotel. È in pensione ma seguita a viverci.

Julie protegge e coccola la madre nella convivenza fino a una angosciosa e delirante festa di compleanno.

La relazione madre e figlia è il soggetto esclusivo della storia, manipolata dalla regista per avere una maggiore attenzione. La macchinazione è Tilda Swinton sia nel ruolo della madre, sia in quello della figlia.

La motivazione psicanalitica la descrive la filmmaker:

The story completely came about because of my relationship with my mother, and because of a fear of my mother one day disappearing,” Hogg said. “It’s something that has haunted me since I was a child.”

...

I eventually got over that,” Hogg said. “There was something about making the “Souvenirs” together [with Swinton] and the way Rosalind and Julie became their own people. So at a certain point, it’s no longer about my mother and myself. It’s about these two other people.” (1)

The Eternal Daughter, Joanna Hogg

La soluzione era l'immedesimazione. Per accentuarla non le ha mai inquadrate insieme. Infatti:

Yeah, it’s true, someone doesn’t necessarily listen to what the other person is saying. I suppose that’s very characteristic of Julie and Rosalind. Rosalind especially is very much inside her own mind, and then there’s a sort of guess work that happens between mother and daughter, and yeah, where the edges get blurred between the two. (2)

Spesso la vita è crudele e tragica, il regista confonde il reale con l'immaginario:

That decision “gave birth to an entirely different film,” Swinton continued — one that often leaves the audience wondering what is real and what is imagined or dreamed. “I love that thought, that the audience might ever [wonder], ‘Is it just me? Because I’m not getting it.’ It’s sort of what one wants as a filmmaker — is for people to be open enough to not know because the truth about this story in particular is that it’s very important not to know. It’s very important to feel lost in the way that Julie is lost.” (3)

The Eternal Daughter, Joanna Hogg

È il divertimento dello spettatore, indovinare i segreti dietro la nebbia, nella notte oscura, la provenienza di frastuoni anomali, i personaggi inverosimile, la solitudine.

Tratteggiare le personalità delle donne è più un gioco di una speculazione psicologica. Non esistono due individui distinti perciò il carattere è unico: altero, benpensante, nobile, snob, deboli, fragili, prudenti, fedeli. La differenza si trova nel finale, nel quale Julie mostra la sua totale sofferenza.

Joanna Hogg sottolinea principalmente la dualità realtà/immaginazione. L'hotel sembra abbandonato, triste, buio, desolato e l'autrice adopera una fotografia di chiaroscuri, ombre minacciose. Un sistema classico ma sempre valido. La Tilda Swinton l'aiuta con le timorose camminate serali, con i gesti lenti, con le telefonate. La notte è desolata sebbene ci sia la sensazione di una presenza inquietante. C'è qualcuno dalla finestra, c'è continuamente un suono irritante.

The Eternal Daughter, Joanna Hogg

L'albergo ha un vasto e rigoglioso giardino, con un colore verde perfino nella notte. Julie lo guarda nell'oscurità. Inoltre, sente dei rumori da sopra, spaventata scruta il soffitto, ma non c'è nessuno.

L'anomalia della notte è riportata alla vita da una musica assordante. Giunge dal parcheggio sottostante. È l'autovettura del fidanzato nell'attesa della antipatica receptionist. La receptionist con le sue irritanti risposte era l'unica persona vera e tangibile in tutta la storia. Nella conclusione arriva il colpo di scena proprio con le sue parole gentili. La ragazza è cambiata e Julie partirà consapevole di aver raggiunto lo scopo del loro pernottamento prefisso sia da essa, sia dalla madre.

The Eternal Daughter, Joanna Hogg

La struttura è semplice. Presentazione dei personaggi, seguono gli eventi inspiegabili dell'albergo. I fili delle mistero si dispiegano nella cena del compleanno della madre. Dovrebbe essere una festa ma è unicamente l'esplosione della catarsi di Julie.

La storia possiede un ritmo dettato dai vari strepitii, dalle inverosimile apparizioni, di una soggettiva di qualcuno nascosto: Julie cammina per bloccarsi di fronte alla camera senza fissarla. La soggettiva è la telecamera o qualche spione dall'alto.

Successivamente, la tensione si smorza, nessun avvenimento eclatante succede. Si aspetta. Qualcosa potrebbe succedere ma nulla accade. Stridii, chiasso, spifferi, porte chiuse lentamente sono continui ma l'aspettativa svanisce

The Eternal Daughter, Joanna Hogg

La regista sfrutta ogni angolo del sontuoso palazzo utilizzando una attenta ricerca delle fonti di luce.

C'è molto di scontato. Il Moel Fanam Hall non è l'Overlook Hotel. Ci sono alcune banalità: il dialogo madre e figlia nel corso del compleanno, i battibecchi inutili con la madre, i suoi rifiuti di mangiare e la reazione infantile di Julie, allora anch'essa non mangerà e via di seguito.

  1. https://www.thewrap.com/tilda-swinton-joanna-hogg-the-eternal-daughter-toronto-video/

  2. https://metrograph.com/the-metrograph-interview-teaser-joanna-hogg-in-conversation-with-christine-smallwood/

  3. https://www.thewrap.com/tilda-swinton-joanna-hogg-the-eternal-daughter-toronto-video/

Roberto Matteucci

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“There’d he even less chance in a next life,” she smiled.
“In the old days, people woke up at dawn to cook food to give to monks. That’s why they had good meals to eat. But people these days just buy ready-to-eat food in plastic bags for the monks. As the result, we may have to eat meals from plastic bags for the next several lives.”

Letter from a Blind Old Man, Prabhassorn Sevikul (Nilubol Publishing House, 2009)

https://www.popcinema.org
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